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Giugno in lingua sarda è Mesi de Làmpadas, il mese delle luci dei fuochi di San Giovanni. Siamo al culmine del trionfo solare del solstizio estivo, il mese in cui assistiamo alla magia del sincretismo tra acqua e fuoco. Simbolo universale è proprio il Battista, colui che ha benedetto con l’acqua il fuoco sacro del Cristo con un atto portentoso: l’acqua è memoria e il fuoco la espande.
San Giovanni Battista è emblema di sincretismo naturale, elementale, mistico ed esoterico sin dalle prime interpretazioni cristiane. Interessante l’accenno a questa figura nell’ultimo film di Paolo Zucca ,“Vangelo secondo Maria”, che invito ad andare a vedere per avere conferma visiva della profondità spirituale della memoria culturale di questa terra. Spesso rappresentato dalla stella a otto punte, indica l’esplosione solare come benedizione celeste ed è espressione di divinità manifesta e comunitaria.
L’IPERICO, ERBA DI SAN GIOVANNI
In Sardegna l’erba più rappresentativa di questo momento dell’anno è l’Iperico, chiamata Ebra de Santu Giuanni, erba di San Giovanni. Si tratta di una pianta molto romantica che cresce ai bordi delle strade e nei viottoli di campagna accanto alle case abbandonate. Il periodo solstiziale coincide con il suo periodo balsamico e si mostra con i suoi solarissimi fiori a cinque petali e le tipiche foglioline bucherellate. Tradizionalmente famosa tanto per le sue proprietà esorcistiche quanto per quelle fitoterapiche, nell’isola è utilizzata soprattutto in forma di oliolito. In questo modo le sue caratteristiche si sfruttano per estrazione attraverso macerazione in olio.
Il processo di raccolta, taglio e macerazione è un momento di pura alchimia naturale. L’erba va raccolta qualche ora dopo l’alba o prima del tramonto in modo che i fiori siano abbastanza aperti e la linfa sia in piena circolazione. Dopo aver ringraziato l’erba per il servizio che ci sta concedendo, si taglia la pianta dal fondo con una piccola lama a rasoio scegliendo quelle più solari e inserendole in un cestino naturale. Al rientro a casa si riempie, con capolini e foglie, un vaso di vetro sul fondo del quale si pongono sette grani di sale grosso. Si ricopre con olio di semi chiaro e inodore e si lascia macerare per un’intera lunazione a partire da quel momento.
Di giorno si espone alla luce del sole e di notte si tiene al coperto, mescolando di tanto in tanto. L’ultimo giorno si filtra e si conserva in contenitori di vetro scuro. L’olio ottenuto, chiamato Ollu arrubiu, Olio rosso o Olio di San Giovanni, viene utilizzato come prodigioso medicamento contro le bruciature ma anche come antidolorifico locale in caso di traumi lievi o malattie croniche che riguardano muscoli e arti, nonché per medicine tradizionali esorcistiche in formula di pratica chiusa.
ACQUA DI SOLSTIZIO, ACQUA DI SAN GIOVANNI
I riti solstiziali precristiani sono stati rifunzionalizzati nei riti legati a questa figura, la finalità catartica è presente tanto nell’elemento fuoco quanto nell’acqua. Troviamo infatti interessanti ritualità che vedono protagoniste le donne soprattutto giovani e giovanissime all’alba del 24 giugno. Si recano a raccogliere delle erbe specifiche come appunto l’iperico, l’elicriso, la lavanda, l’artemisia, il timo o l’alloro, utili per creare amuleti e preparati medicamentosi ma anche la rugiada con funzione purificatrice e apotropaica.
Le lumachine bianche che crescono a grappoli nei bordi delle strade sopra gli asfodeli in questo periodo, dopo le piogge primaverili sempre meno frequenti, vengono proprio chiamate Sitzigorreddus de Santuanni, Lumachine di San Giovanni e oltre a essere un piatto tipico, rappresentano anche un importante legame con l’elemento acqua, la sua ciclicità e la sua fertilità. Inoltre, questo è anche il momento dei legamenti di sorellanza e fratellanza più importanti, l’occasione per i riti di comparatico tra anime affini che si scelgono come compagni di vita: il comparatico di San Giovanni o Gopais e Gomais de froris, Compari e Comari di fiori.
Attraverso un rito che prevede una formulazione specifica e in presenza di quelle specifiche erbe in base ai territori, si stipula conclamando un patto di lealtà indissolubile. Talmente legato a questa figura che si usa dire, nel linguaggio comune, funt Santuannis per indicare il legame di comparatico tra due o più persone, anche in caso di sacramenti religiosi. Nel mondo esoterico questo periodo è considerato il più importante portale tra i mondi, specifico per i lavori energetici più profondi. Si tratta dell’ultima porta del sole prima della sua morte autunnale, dell’altro lato della fronte di Janus, l’espressione del lume della conoscenza e degli intenti esistenziali.
FUOCHI NELLA NOTTE
Il tempo di festa solstiziale è quindi un tempo di pausa dalla mietitura di grano e orzo, i fuochi di questo santo quindi consistevano tendenzialmente in covoni di paglia accesi: Palla de trigu, Paglia di grano e non Palla de orxu, Paglia d’orzo che invece veniva data agli animali da cavalcatura o da soma. La paglia, di color dell’oro solare, è un elemento simbolico davvero affascinante. Essa ha anche un riferimento di notevole caratura iniziatica tanto che Sa ia de palla, La via della paglia, indica la via lattea, la nostra galassia.
In molti villaggi dell’entroterra e nello specifico del Sarcidano, a cui appartengo e che mi appartiene, questa via è anche intesa come il percorso fisico che si tracciava dall’uscio della casa di un dato giovane fino a quello di una certa giovane, per rendere palese il loro amore affinché fosse legittimato dalle famiglie e quindi dall’intera comunità. Mia nonna di origini sulcitane racconta che già al tardo pomeriggio del vespro di San Giovanni le vie del suo villaggio natio si riempivano di covoni in modo che Is bagadius e is bagadias, ovvero celibi e nubili, potessero saltarli affinché avessero fortuna nella scelta del proprio consorte.
Era la notte della divinazione, per cui i giovani aspettavano risposte sul proprio futuro amoroso mentre adulti e anziani cercavano risposte che dessero garanzia di abbondanza, prosperità e quindi continuità. In molte tradizioni familiari e comunitarie è il giorno in cui si possono passare le conoscenze, quindi nello specifico i riti e le parole che avrebbero supportato i bisognosi di medicina tradizionale contro mali fisici ed energetici. Si tratta senza dubbio di una notte di grande magia, in cui ci si prepara all’esplosione di luce e meraviglia che solo l’estate può manifestare in tutto il suo splendore.
San Giovanni è dalla parte dei contadini, lo sappiamo dal gremio della Sartiglia, ma anche da quello della Faradda dei candelieri a Sassari. Santuanni, un alleato degli uomini che manipolano la terra attraverso il fuoco della conoscenza e un alleato delle donne che son nutrite e nutrono la terra attraverso l’acqua della sapienza.
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