È-Vento di Saccargia, il nostro racconto della mobilitazione sarda contro la speculazione energetica
Seguici su:
L’è-Vento di Saccargia è stato un grande successo. Eravamo davvero tanti, non importa se quattromila oppure seimila, l’unica cosa che conta è che c’eravamo ed eravamo migliaia. Io ricordo ancora quando ero solo e ognuno di noi era solo in questa battaglia. Poi ci siamo incontrati e uniti, una dozzina di persone sedute in cerchio a buttare giù le prime idee: in ogni area della Sardegna le persone si sono unite in comitati e presidi e ricordo ancora l’assemblea pubblica di Tramatza dove all’ultimo momento si è dovuto scegliere la sala conferenze più grande perché in quella piccola non ci sarebbe stato spazio per tutti. Quel giorno da “soli”, eravamo diventati centinaia.
Poi a seguire le manifestazioni di Terra Mala contro il Tyrrhenian link e quella a Cagliari sotto la sede del consiglio regionale in via Roma, che hanno riunito per la prima volta migliaia di persone: l’aver attaccato l’intero territorio sardo ha fatto sì che in ogni angolo della Sardegna si sviluppasse la protesta e che tutti protestassero insieme. Così anche il posto a rischio che si trova a quattro ore di macchina dalla nostra casa è diventato il nostro territorio da difendere. Adesso Saccargia ha dato inizio a quella che sarà la stagione dei grandi eventi di mobilitazione; grandi eventi perché grande è il numero di persone che in Sardegna hanno deciso di non essere più sfruttate.
LA SPERANZA NON È UNA BUONA STRATEGIA
Le persone che erano a Saccargia non sperano in un cambiamento: sono persone che hanno scelto di non essere più sfruttate e derubate delle loro ricchezze. Per gli affaristi le ricchezze sono il vento e il sole utili a giustificare l’installazione degli impianti con azioni che distruggono quelle che sono invece le ricchezze della Sardegna: la natura tutta, i paesaggi, la storia, tutto ciò che costituisce l’identità sarda e che rischia di scomparire. Contro la speculazione non c’è alcuna speranza: non si può sperare che “poi paghiamo meno la corrente”, sperare “che non le mettano proprio li”, “che porti qualche posto di lavoro”; sperare non è una buona strategia, per questo c’è bisogno di un’azione concreta, comunitaria e partecipata.
Quello che sta avvenendo è secondo me l’unica cosa che può essere in grado di fermare la speculazione. Una buona strategia è stata organizzare un grande evento come accaduto a Saccargia, con anche degli interventi musicali oltre a quelli divulgativi. Quella che racconto è infatti una bella giornata di mobilitazione e festa: non partecipavo a qualcosa di simile da molto tempo, c’erano tanti giovani e se questo è il modo migliore per coinvolgere più persone possibili, allora è la modalità giusta.
SACCARGIA CHE UNISCE
Ritengo poi opportuno fare una precisazione sulle dirette televisive che sono state organizzate. Saccargia é stato anche il primo evento organizzato dai comitati contro la speculazione energetica che ha beneficiato di una diretta TV, raggiungendo in questo modo migliaia di persone direttamente nelle loro case. Credo che questo rappresenti un grande vantaggio dal punto di vista mediatico, eppure c’è chi ha espresso delle critiche in merito alludendo a una collaborazione più stretta tra il gruppo editoriale Unione Sarda che ha coperto l’evento e i comitati organizzatori.
Nello specifico, scrive nel suo blog il giornalista Vito Biolchini che “l’ideologo della protesta è senza dubbio l’ex presidente della Regione Mauro Pili”, giornalista che sull’Unione Sarda negli ultimi mesi ha firmato diversi articoli sul tema della speculazione energetica. Vorrei chiarire in merito che l’è-Vento è stato organizzato dalle stesse persone di cui parlavo all’inizio, che si incontrarono anni fa per buttare giù le prime idee; una dozzina di persone che sono diventate comitati, organizzazioni e associazioni e che tutte insieme hanno indetto la giornata di mobilitazione a Saccargia come le altre giornate in passato.
L’idea della diretta è arrivata alla fine: per citare Carl Sagan, “se l’evento di Saccargia fosse stato organizzato in un anno, la proposta della diretta sarebbe arrivata l’ultimo giorno dell’anno, a mezzanotte“. Carl Sagan usava questa analogia per farci capire quando è nato l’uomo rispetto all’universo. Ecco, in conclusione la giornata di Saccargia è stata un universo; di comitati, assemblee, persone, luoghi e punti di vista, uniti dalla volontà di difendere l’Isola e ribadire il proprio No alla speculazione e Sì invece a una transizione energetica che non sia distruzione dei territori.
Attaccare lo spirito che ha unito migliaia di persone in un luogo non facilmente raggiungibile da ogni parte dell’Isola, il lavoro dei comitati o i numeri dell’evento distoglie da ciò che è realmente accaduto a Saccargia. Si è parlato, ballato, cantato. C’era un palco e tutt’intorno, oltre il gruppo di spettatori, un cordone di famiglie, singoli, bambini e tavolate di persone che hanno scelto la convivialità come mezzo per una discussione, a volte anche animata ma sempre propositiva e attenta. A Saccargia si è unito e questo si continuerà a fare: non dividere ma creare coesione attorno ai territori, all’ambiente, alle campagne e agli esseri viventi che le popolano, per una transizione energetica ecologica e comunitaria.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento