Rina e basta, il libro per bambini sulla ricerca di identità ambientato nel mar Ligure
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Genova - I social sono pieni di gruppi o pagine di mamme, insegnanti ed educatrici che chiedono o suggeriscono letture specifiche a seconda della situazione o dell’argomento che si trovano a dover affrontare a casa o in classe: le bugie tra compagni, un divorzio, un bisticcio tra amici, l’arrivo di un cane, di un fratello o una sorella, l’adozione di un bambino, un lutto in famiglia, un trasloco imminente, un’esplosione di rabbia, l’inizio della scuola e così via.
A volte però un libro per bambini è semplicemente un libro, da leggere insieme a mamma e papà o da soli, che non ha la necessità di essere adattato alla propria realtà per trarne un messaggio. Rina e basta – Gemma ViVa edizioni, dicembre 2023 – parla di identità in modo spassoso e di diversità senza essere un “libro antidoto”.
L’autore è Simone Morini, lo scrittore pendolare genovese – ve lo abbiamo presentato qui – che anche questa volta ha dato vita alla storia di una sirena a caccia della sua identità proprio durante i suoi viaggi in treno che lo portano ogni mattina in basso Piemonte per lavoro. Abbiamo intervistato lui e l’illustratrice, Marta Villica, per farci raccontare del loro ultimo progetto editoriale.
Simone, com’è nato il personaggio di Rina?
Stavo facendo una specie di esercizio di stile, improvvisando una trama a partire dal personaggio di Gianna, l’acciuga protagonista di Gianna e i Maducò, racconto scritto e illustrato proprio da Marta Villica. Man mano che la storia prendeva corpo in forma di racconto satirico sulla presenza dei cinghiali in città, mi sono reso conto che era necessario discostarsi dal personaggio di partenza per non sfociare nel plagio. La mia protagonista si è trovata, così, costretta a cercare una propria identità e ho lasciato che lo facesse proprio durante il racconto stesso.
Cosa si legge tra le righe di questo tuo nuovo libro per bambini?
Chiunque prenda in mano il libro si accorge a colpo d’occhio che Rina è una sirena. La cosa è lampante per tutti tranne che per Rina stessa, la quale spiazza il lettore chiedendogli, sin dalla prima pagina, un aiuto per capire che razza di pesce sia. Lei ha pinne e squame e tanto basta a convincerla di essere un pesce; non le passa per la testa nemmeno per un momento l’idea di essere una sirena.
Il punto è proprio questo: la percezione di noi stessi non sempre combacia con quella che gli altri hanno di noi. Una discordanza che ha conseguenze anche molto gravi nel momento in cui il giudizio altrui sfocia nel pregiudizio, alla base di ogni forma di segregazione sociale.
A proposito di diversità e inclusione, nella prefazione scritta dalla dottoressa Josephine Ciufalo, psicoterapeuta e attrice teatrale, si legge: “Parlare di diversità ai bambini vuol dire renderli cittadini consapevoli e pronti a costruire un mondo più armonioso ed empatico, vuol dire accettare gli altri e agire sui fenomeni di marginalità e bullismo”. È questo che vuole insegnare la storia di Rina?
Questa è una delle sue molteplici chiavi di lettura. Oltre a questo aspetto sociale, è presente nel racconto un forte senso di coscienza ecologica, uno dei pochi tratti che Rina ha conservato della sua mentore Gianna. C’è poi un invito generale a non trarre conclusioni troppo affrettate: Rina ritrova fiducia nel prossimo proprio grazie al più insospettabile dei personaggi, un cinghiale alla ricerca di qualcuno che gli insegni a nuotare!
Marta, raccontaci: com’è stato illustrare questa volta il personaggio di una sirena alla ricerca della propria identità?
Il punto di partenza per le illustrazioni è stato il formato del libro: ho pensato che per far risaltare la forma slanciata di una sirena con una lunga coda fosse necessaria una certa verticalità. In seguito, leggendo la storia di Simone, ho immaginato Rina come una sirena diversa rispetto all’immagine classica di queste creature, molto femminili e dai capelli lunghi. Le ho quindi dato una personalità originale, disegnandola con i capelli arruffati e tinti; il suo viso è punteggiato da lentiggini per darle un’aria sbarazzina e la sua pelle è color verde acqua per aiutarla a mimetizzarsi con il colore del mare.
Successivamente mi sono concentrata su quello che sarebbe stato lo sfondo della storia. Volevo che risaltassero i colori e le varietà di paesaggio della riviera ligure grazie ai fondali che raffigurano le tipiche case colorate e le spiagge di ciottoli. Infine non è mancata, come in tutte le mie illustrazioni, la voglia di strappare un sorriso ai lettori con le buffe espressioni dei vari personaggi che si incontrano nel corso della storia.
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