Orgoglio nazionale sardo: la Federatzione Isport Natzionale Sardu tra presente e futuro
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Orgoglio. Un sostantivo a volte pronunciato con un velo di stizza, magari confuso con un altro concetto come “testardaggine”. Soprattutto, quando si parla di Sardegna, con il metro dei pregiudizi. Invece l’orgoglio sa essere un sentimento positivo, capace di spingere oltre quei confini imposti dalle abitudini e dalle norme. Il progetto della Federatzione Isport Natzionale Sardu lo ha dimostrato. Sul campo e da dietro le scrivanie, lì dove a volte nascono i sogni che possono far appassionare le persone.
PARTENZA E RIPRESA DELLA FEDERATZIONE ISPORT NATZIONALE SARDU
Il 2019 è stato l’anno della partenza ufficiale della Federatzione Isport Natzionale Sardu. Il calcio come prima spinta, poi tutti gli altri sport. Dal basket fino al powerlifting, la platea di atleti si è fatta sempre più ricca di storie e di passioni. Con il minimo comune denominatore della volontà di rappresentare l’Isola a unire tutti gli atleti. La pandemia e le sue conseguenze hanno rallentato solo in parte un progetto che ha trovato nella Natzionale Sarda un forte impulso per ripartire, ancora una volta. Un’energia utile alla Federatzione che nei prossimi mesi potrebbe accogliere nuove discipline.
Nel fùbalu, la vivacità della Conifa – Confederation of Independent Football Association – e la tessitura continua di un filo che ha consentito di creare una connessione con le diverse storiche selezioni del Mediterraneo, a partire dalla Sicilia e soprattutto dalla Corsica, ha reso però il terreno fertile per idee e nuove avventure. Ѐ così che anche a maggio scorso a un gruppo di calciatori isolani è stata data la chance di confrontarsi con avversari di alto livello, ma soprattutto di capire il senso di essere un simbolo della propria terra. Corsica Cup: questo il nome del quadrangolare che ha visto la partecipazione della selezione sarda guidata dall’ex Cagliari Vittorio Pusceddu, di quella corsa, della Sicilia e del Saint-Mairtin.
«L’ultima competizione in Corsica ha dato l’opportunità ai nostri giocatori di confrontarsi con calciatori professionisti», dice Stefania Campus, Maistra de Bocia e General Manager della Natzionale Sarda. «Nella Squadra Corsa e nel Saint-Martin figuravano atleti che militano nei primi due campionati francesi. Noi rappresentiamo un’occasione in più per i giocatori sardi o residenti in Sardegna da più di cinque anni, i “nazionalizzati sardi”. Chi veste questa maglia però deve sentire la voglia di rappresentare la nostra terra e di portare avanti questo progetto».
TRA PASSIONI E REALTÀ
I valori restano l’energia principale di un progetto, quello della della Federatzione Isport Natzionale Sardu, che negli anni però ha dovuto fare diversi sforzi per provare a tenere accesi i propri obiettivi. «Sul piano concreto abbiamo dovuto affrontare tante difficoltà. Il nostro lavoro è ripreso nel 2018. Abbiamo bussato tantissime porte: ci hanno ascoltato tutti, in tanti hanno promesso, ma nessuno ha mantenuto. A differenza delle altre nazionali che vengono sostenute dai propri governi regionali, basta guardare alla Corsica, noi abbiamo dovuto fare tutto con le nostre energie. Dalla Regione abbiamo avuto un patrocinio simbolico, ma niente di più».
«Per fortuna abbiamo trovato degli sponsor che ci hanno appoggiato, in primis quello tecnico, che dal primo giorno che siamo nati ha voluto aiutarci e sostenerci. Per coprire investimenti così importanti però non basta lo sforzo dei tanti piccoli imprenditori che ci danno una mano importante. Spostare un gruppo di trenta, trentacinque persone, ha i suoi costi». La volontà però è quella di continuare a premere sul significato di un progetto che si differenzia da tutti gli altri per la sua natura. E che tra poco meno di un anno potrebbe portare l’evento svoltosi in Corsica proprio in Sardegna.
PROMUOVIAMO LA SARDEGNA
«Speriamo che le istituzioni vogliano darci un’opportunità», prosegue Campus. «Noi promuoviamo la Sardegna portando la sua bandiera sulle maglie, questo è quello che ci distingue. Valorizziamo la sua cultura, a partire dalla lingua, e sensibilizziamo i nostri giocatori sul tema. Facciamo un lavoro diverso per far sì che chi gioca per la Sardegna ne senta la responsabilità. E devo dire che questo obiettivo è stato raggiunto». Obiettivo reso possibile anche dalla passione di chi si è messo in gioco cercando di delineare i tratti di una nuova realtà.
Partendo dal presidente della Federatzione Isport Natzionale Sardu Gabrielli Cossu fino a chi, come Stefania Campus, ha ripreso un percorso lavorativo che si era interrotto lasciandosi trasportare dall’amore per la Sardegna. «Sono stata al Cagliari per dieci anni e poi al Brescia. Avevo dei ruoli che mi hanno fortemente appassionato. Questo invece è un lavoro da volontaria che mi coinvolge ancora di più. Perché sì sono protagonista, ma soprattutto perché mi sento fiera di guidare un gruppo di giocatori che, come me, si sentono orgogliosi di poter rappresentare la propria terra».
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