7 Giu 2024

Movimento Biologico, quando la consapevolezza corporea aiuta anche la mente a stare bene

Scritto da: Valentina D'Amora

Immagina di imparare di nuovo a saltare, a rimanere in equilibrio, a correre, sollevare, portare e lanciare oggetti. Tutti movimenti molto semplici, che si conoscono già, ma di cui si ha poca consapevolezza. Movimento Biologico accompagna ad acquisire una viva presenza nel corpo e nella mente proprio attraverso il movimento.

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Cesena, Emilia-Romagna - Si può trasformare il semplice esercizio fisico in una pratica per la propria evoluzione personale? Se mi ripeto questa frase a occhi chiusi mi immagino in palestra, con in sottofondo musica rumorosissima, e vedo davanti a me un personal trainer che, da dentro la sua felpa nera, tenta di motivarmi a portare a termine la mia scheda di esercizi. Qui però si parla d’altro. Di esplorare il “corpo che siamo”, che non è semplicemente la “forma” in cui abitiamo, ma è molto di più.

Movimento Biologico è un approccio multidisciplinare dedicato a chi vuole acquisire una nuova consapevolezza corporea come via di fioritura psico-fisica e spirituale e riappropriarsi del vero senso del movimento. Niente fitness, performance, chilometri percorsi, obiettivi da raggiungere, ma pratiche dove la dimensione del corpo si intreccia con la dimensione cognitiva, aiutando a porre ordine nei pensieri che abitano la nostra interiorità.

Per sperimentare questa esperienza da venerdì 12 a domenica 14 luglio 2024 il team di Movimento Biologico terrà un weekend intensivo a La Fattoria dell’Autosufficienza di Bagno di Romagna (FC), con un programma di attività e di pratiche per riconnettersi alla propria corporeità. Ne ho parlato con Stefano Spaccapanico, ideatore del progetto.

Movimento Biologico
Stefano Spaccapanico, ideatore e responsabile scientifico del Movimento Biologico
Stefano, cos’è il Movimento Biologico?

È un progetto con radici piuttosto capillarizzate su varie attitudini filosofiche. È uno spazio, un contenitore, un insieme di esperienze. Non è un metodo o una tecnica, ma piuttosto un approccio che ha come elemento centrale la consapevolezza rivolta ai fenomeni corporei tutti. L’obiettivo è quello di offrire alle persone la possibilità di giocare con tutte le versioni di sé.

Interessante e molto particolare, non mi sembra di aver mai sentito nulla di simile…

Infatti si tratta di un unicum anche sul piano neuroscientifico: due anni fa abbiamo realizzato un progetto di ricerca che proprio ora stiamo riuscendo a pubblicare su una importante rivista di settore, proprio perché non c’è nulla a livello internazionale che si avvicini a un approccio così integrativo.

Non è un metodo o una tecnica, ma piuttosto un approccio che ha come elemento centrale la consapevolezza rivolta ai fenomeni corporei tutti

Si legge sul vostro sito che il Movimento Biologico è un “movimento neurofenomenologico”: cosa si intende?

La fenomenologia è un’attitudine filosofica che ambisce a osservare le cose così come sono e come vengono esperite, anziché come vengono decodificate. Il mio movimento viene esperito, sentito, esplorato e non descritto o raccontato. Si tratta dello stare con le cose così come sono, con i movimenti così come sono, non come dovrebbero essere per assomigliare a quelli del mio insegnante. Osservo il mio movimento così com’è, senza interferire, nel suo essere rigido, impacciato, fluido.

La radice “neuro” invece riguarda la dimensione più scientifica ed esperienziale dell’osservazione, lo stare sul come piuttosto che sul cosa faccio: come mi emoziono nel movimento, come tocco nel movimento. Cosa accade dal punto di vista di aree cerebrali che vengono coinvolte? Utilizzo le aree coinvolte nella distrazione o nella concentrazione? Come cambiano le mie onde cerebrali? Come si integra il respiro con il ritmo del cuore?

movimento biologico equilibrio
Movimento Biologico

Se non è importante che cosa fai nel movimento, ma come lo fai, allora è essenziale comprendere come ci si riesce a osservare nelle proprie modalità emotive, relazionali, cognitive. Noi come facilitatori possiamo offrire le informazioni per aiutare a velocizzare il processo di apprendimento sfruttando appieno il tempo a disposizione.

Quindi “mente e mondo si costituiscono reciprocamente sulla base delle esperienze che viviamo con il Corpo che Siamo” diventa un concetto ancora più chiaro.

L’idea di mente che abbiamo noi fa capo al cosiddetto “embodiment”, ossia una mente incarnata. Rispetto alla concezione classica è possibile andare oltre lo storico dualismo di Cartesio che sosteneva la separazione di una sostanza tangibile, il corpo, la rex extensa, da una non-tangibile, la mente, rex cogitans. La mente secondo noi non è altro dal corpo ma emerge dalle esperienze che il corpo in cui è immerso fa.

Come un neonato che dialogando con il proprio corpo fisico vede emergere il linguaggio, la risoluzione dei problemi, il concetto di caldo e di freddo e tutte quelle sensazioni che acquisiscono un senso perché ne fa esperienza. Tutto nasce da un’esperienza corporea: una mano che mi tocca in un certo modo fa sì che io riconosca se questa è una mano invadente oppure accogliente, per esempio.

Movimento Biologico
Stefano Spaccapanico

Durante le attività diamo alle persone degli spazi in cui giocare con tutte le versioni di tocco possibili e nelle condivisioni poi emergono proprio i feedback dei partecipanti che durante queste pratiche hanno delle intuizioni, delle rivelazioni su come sono in realtà, talvolta diversi rispetto a come erano convinti di essere. C’è chi realizza di essere più empatico e accogliente di quanto immaginasse oppure chi si rende conto di essere più rigido.

Spiegaci come sarà il weekend di luglio dedicato al Movimento Biologico.

Si alterneranno pratiche individuali di osservazione del respiro, di interazione con l’altro, giochi di coppia e gruppo, esercizi di esplorazione della dimensione della vocalità e molto altro. Sarà n mosaico di tante tessere unite insieme, perché siamo effettivamente composti da tante istanze. La vocalità, per esempio, anche se non ci si pensa, è un’espressione di movimento, così come il mio linguaggio non verbale. Ma è un atto motorio anche il passare da un pensiero all’altro, tant’è che le aree cerebrali che vengono coinvolte nella decision making e nel problem solving sono motori. Lo stesso atto di sospendere i pensieri per focalizzarsi solo sul respiro sono questioni motorie prima ancora che cognitive.

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