Il miele italiano è in crisi: serve un nuovo patto per l’apicoltura nazionale
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Cuneo - In un periodo caratterizzato da profonde sfide ambientali ed economiche, l’apicoltura italiana si trova di fronte a una crisi senza precedenti che minaccia la sua esistenza e la biodiversità del nostro ecosistema. Le cause di questa crisi sono molteplici e interconnesse, richiedendo un’attenzione immediata e azioni concrete per preservare il patrimonio apistico del nostro paese. Tra le principali minacce vi è la massiva importazione di miele estero, venduto a prezzi significativamente inferiori rispetto a quello italiano.
Questa disparità di costo, spesso legata a standard di qualità meno rigorosi, ha portato a una saturazione del mercato che lascia il miele italiano invenduto nei magazzini. La preferenza per il miele a basso costo mina non solo la sopravvivenza degli apicoltori italiani ma anche la garanzia di un prodotto salutare, locale e di alta qualità per i consumatori. «Il mondo dell’apicoltura in Italia si trova oggi in seria difficoltà anche a causa di lacune normative sull’importazione e la vendita di miele estero», dichiara Davide Colombo, Presidente della cooperativa Piemonte Miele.
«Siamo arrivati a una situazione allarmante – prosegue Colombo –: oggi solamente una piccola parte del mercato è coperto da miele italiano, mentre gli apicoltori italiani potrebbero coprire ampiamente più della metà del mercato con il proprio prodotto, che rimane invece parzialmente invenduto nei magazzini per via del costo maggiore rispetto al miele estero. Manca nel modo più assoluto reciprocità».
«Per il miele italiano il legislatore ha previsto, a tutela del consumatore, la completa tracciabilità del prodotto a partire dal campo in cui sono collocati gli alveari fino al vasetto sullo scaffale offerto al consumatore. Per il miele estero è ritenuta sufficiente l’indicazione del nome dell’importatore. Questo rende possibile l’importazione di questi “mieli” spesso sospettati di adulterazione, una pratica gravemente sleale nei confronti degli apicoltori e dei consumatori italiani».
Le disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici e l’elevato livello di inquinamento, aggravano ulteriormente la situazione. Queste condizioni ambientali sfavorevoli alterano il ciclo vitale delle api e, insieme all’uso di pesticidi e sostanze chimiche, contribuiscono al declino delle loro popolazioni. Tale declino non solo incide sulla produzione di miele ma ha anche gravi ripercussioni sulla biodiversità e sulla produzione alimentare globale.
Di fronte a questa crisi, è imperativo un impegno collettivo che coinvolga apicoltori, consumatori, politici e attori del settore agricolo. È il momento di sostenere la produzione e il consumo di miele italiano, valorizzandone la qualità e la tracciabilità, promuovendo norme che favoriscano la trasparenza nell’etichettatura ma anche pratiche agricole sostenibili nel rispetto degli impollinatori. La loro riduzione, infatti, non solo influisce sulla produzione di miele ma ha anche profonde ripercussioni sulla biodiversità e sulla produzione alimentare, data la loro essenziale funzione impollinatrice.
Piemonte Miele promuove da anni una maggiore attenzione alla trasparenza in fase di etichettatura e alle analisi, che sono sinonimo di chiarezza verso il consumatore e di qualità del prodotto. Proprio queste analisi permettono alla cooperativa di supportare i propri apicoltori anche nella cura degli alveari e nella scelta dei luoghi migliori in cui poter posizionare le proprie arnie, al riparo da eventuali alti livelli di inquinamento, al fine di poter garantire un prodotto salutare e di qualità.
La cooperativa Piemonte Miele nasce a Cuneo nel 1976, grazie al sogno di nove apicoltori che unirono le proprie forze. Oggi rappresenta un punto di riferimento nazionale nella produzione di miele di alta qualità: con circa 460 soci costituisce la maggiore cooperativa di produttori di miele di tutto il nord Italia.
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