Richiamo del bosco: dall’arte al forest bathing per vivere la natura tutto l’anno – Dove eravamo rimasti #33
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Biella - Tra il 7 e il 9 giugno, tra i monti biellesi, si è svolto il Festival Richiamo del Bosco che ha avuto come campo base il Santuario di San Giovanni d’Andorno, in Alta Valle Cervo. Nei giorni scorsi ne abbiamo raccontato la genesi e il programma. Io conosco Enrico De Luca, che lo ha ideato e organizzato insieme a Fabrizio, Diletta, Marco, Fabio e Sara. Con Enrico siamo amici da molti anni. Ci incontrammo attraverso la “sua” Viaggi e Miraggi di cui parlammo qui e poi attraverso molte collaborazioni di vario tipo che si sono svolte in seguito.
Ma tra una cosa e l’altra, ultimamente ci eravamo un po’ persi di vista e quindi è stato per me meraviglioso riallacciare i rapporti proprio in occasione del festival di giugno. Giovani ballerini e ballerine, adulti e bambini che si muovevano ai ritmi dei tamburi, musica jazz e buon cibo hanno accolto i visitatori il primo giorno. E poi mostre sul “sonno degli animali”, eventi sull’orso, concerti di Emiliano Toso, passeggiate, forest bathing e molto altro hanno caratterizzato le giornate successive.
Ecco le mie emozioni a caldo condivise sui social: “Appena arrivato sono entrato letteralmente in un’altra dimensione, fatta di boschi, pace, armonia, danze, ritmi ancestrali, corpi, risate di bambini. Mostre fotografiche, concerti, performance di giovani e meno giovani hanno accompagnato i tre giorni in cui un’umanità varia e intensa si è incontrata e riconosciuta”. Ho deciso di ricontattare Enrico negli scorsi giorni per fare un passo indietro ed esplorare con voi il Richiamo del bosco, oltre il festival. Chi sono, cosa fanno e perché questi “visionari”?
Che cos’è Richiamo del Bosco, da dove nasce e perché?
Richiamo del Bosco è conseguenza di un’esperienza pluriennale fatta di tour guidati e accompagnati nel biellese da diverse guide ambientali escursionistiche e accompagnatori turistici che hanno lavorato in rete coordinandosi, sostenendosi, passandosi il lavoro. Tutte le occasioni erano buone per provare a fare delle cose insieme. Quindi siamo passati da un ‘ottica di competizione – che solitamente si attiva tra le singole guide di uno stesso territorio – a un’ottica di cooperazione, di rete.
Ognuno di noi ha mantenuto la sua forma giuridica, ma abbiamo cominciato a lavorare come se fossimo una cooperativa. È stata una sfida fatta di relazioni, pranzi e cene, incontri che hanno gettato le basi per conoscenza, empatia e fiducia. Ci siamo concentrati sul forest bathing, ma abbiamo portato avanti anche molte altre iniziative nel campo del turismo culturale e aziendale.
Via via che passava il tempo però ci siamo accorti che Natura e bosco “chiamavano” sempre di più e così, circa sei mesi fa, abbiamo deciso di fondare Richiamo del Bosco, che ad oggi non è una persona giuridica, ma il cappello sotto il quale ci presentiamo e lavoriamo. In questo modo evitiamo tutta una serie di adempimenti burocratici che appesantirebbero il lavoro. Fino a quel momento ci presentavamo come Wool travel experience e ci occupavamo molto di turismo industriale e della filiera della lana.
Richiamo del bosco e forest bathing… Parliamone
Richiamo del bosco è un nome abbastanza eloquente e conosciuto. Abbiamo deciso di togliere l’articolo perché volevamo una cosa più semplice. Richiamo del bosco perché in questi due anni e mezzo di accompagnamento nel bosco, ci siamo resi conto che le persone quando iniziano un’attività in natura, sono molto tese, non capiscono bene cosa succederà… poi senti questo richiamo del bosco che gli arriva, di cui noi siamo solo mediatori, e che allenta tensioni, fa uscire un po’ di sorrisi negli occhi, scioglie i muscoli e ti rendi conto che in due giorni si fanno miracoli. I risultati sono davvero merito del bosco. Noi siamo solo delle antenne che fanno veicolare questo stato di benessere.
Durante le nostre giornate nel bosco non ci sono ritmi troppo alti od organizzazioni troppo rigide. Si sta nel bosco, si fanno esercizi di rilassamento, si riesce a beneficiare di quello che il bosco offre: fiori, foglie, piante, particelle che rilasciano e con cui vengono creati gli oli essenziali. Pensa che in alcuni casi abbiamo riprodotto in ambienti chiusi il foresta bathing attraverso gli oli essenziali con un bel gruppo di 25 persone. Abbiamo fatto delle pratiche di rilassamento al chiuso, immersi nelle sostanze normalmente libere in natura.
Parlami di te. Come sei passato da Viaggi e Miraggi a questa nuova avventura?
Ci sono fasi della vita in cui avvengono dei cambiamenti che devi sapere ascoltare e poi realizzare nei tempi giusti. Quando è arrivato il Covid, ho sentito che era il momento in cui potevo lasciare il progetto di Viaggi e Miraggi, sapendo che questo poteva tranquillamente camminare con le sue gambe, senza il mio supporto. Questa è stata una cosa bella, un pensiero importante! Spesso tante organizzazioni, soprattutto no profit, hanno delle figure che fanno di tutto per rimanere fondamentali.
Quindi mi sono sganciato. Ma mondo dei viaggi è qualcosa che si ha un po’ dentro. Se hai quella roba lì, non è che riesci mai a mollarla del tutto. E così, quando tornando a casa ho visto che c’era tanto da fare, un territorio vergine, ancora poco conosciuto, con tante aspettative e tante energie che non riuscirono a convergere, mi sono detto: ok, la mia missione l’ho portata un po’ in giro per tutto il mondo e adesso provo a portarla a casa.
Chiudiamo tornando al festival. State già pensando alla nuova edizione? Diventerà un festival annuale?
Si, ci contiamo! Anche se è molto impegnativo ma c’è già gente che ce lo chiede. Anche gli artisti si sono già prenotati per il prossimo anno. Ora cominceremo a pensarci e magari potremmo farlo da subito insieme con Italia che Cambia!
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