Il sogno di Fondalicampania: ripulire il golfo di Napoli dalle microplastiche
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Campania - Ogni giorno Fondalicampania lotta per salvaguardare il bel mare che bagna con i suoi baci il corpo martoriato di questa terra. Pino Daniele in una sua celebre canzone esortava e manifestava il suo amore per il mare, quel mare padre e figlio di una terra difficile e nera come la pece: “Chi tene ‘o mare s’accorge ‘e tutto chello che succede, po’ sta luntano e te fa’ senti comme coce, chi tene ‘o mare ‘o ssaje porta ‘na croce.”. Ma qual è la croce, qual è il peso che gli abitanti della dolce Partenope hanno sulle spalle? Il peso della mafia, il peso dell’indifferenza, il peso della negligenza, il peso della strafottenza.
Fondalicampania è un’associazione di promozione sociale per la salvaguardia e la tutela della flora e della fauna marina: quest’anno spegne le sue prime 10 candeline, 10 anni di lotte a spada tratta e sempre a testa alta. Con noi oggi c’è Davide De Stefano, uno dei soci fondatori dell’associazione: «Questa associazione è nata nel 2014. Lo scopo che noi perseguiamo è quello di far dapprima conoscere e poi proteggere il nostro territorio e lo facciamo attraverso la creazione e la diffusione di materiale informativo».
«La nostra Fondalicampania è nata semplicemente come un gruppo di persone che amava e ama il mare e vuole condividere questa passione con gli altri. Crediamo fortemente che chi conosce, ama. Conoscere le bellezze e le particolarità del proprio territorio ci rende cultori e amanti. Abbiamo cominciato con il blog – tuttora esistente e attivo – sul quale ancora oggi pubblichiamo articoli di carattere divulgativo e di aggiornamento sui lavori e progetti a cui noi tutti ci dedichiamo».
IL PROGETTO MARELAB E SENTINELLE DEL MARE
I progetti Marelab e Sentinelle del mare di Fondalicampania hanno un comune denominatore e cioè «la misurazione della quantità di microplastiche nell’ambiente», spiega Davide. «A differenza delle macroplastiche, le microplastiche hanno un impatto notevole sul territorio: una volta entrate in circolo nelle acque divengono il cibo degli animali, i quali a loro volta spesso divengono il nostro cibo. A sostegno di ciò vi sono diversi studi che dimostrano come ormai le microplastiche sono anche all’interno dei nostri corpi, difatti sono state trovate anche all’interno della placenta e di alcuni nostri tessuti».
«Ciò ci preoccupava non poco e i nostri timori hanno avuto conferma durante un incontro avuto nel 2018 con la dottoressa Serena Maggio: i suoi studi sulle microplastiche hanno evidenziato come nel Mediterraneo Occidentale ve n‘è una copiosa quantità e in particolar modo il punto in cui i livelli raggiungono la criticità sono nel Golfo di Napoli». Da qui la scelta di impiegare il proprio tempo e le proprie risorse per monitorare il fenomeno: quante microplastiche ci sono? E di quali tipologie? Avere una fotografia della problematica è indispensabile per conoscere in primis il problema e poi procedere alla ricerca di una soluzione.
«Come Fondalicampania abbiamo quattro gruppi di ragazzi che mensilmente da due anni a questa parte vanno a fare il monitoraggio delle microplastiche lungo le spiagge coprendo tutto il golfo di Napoli. In questa missione ci avvaliamo anche della collaborazione dell’Area Marina protetta di Punta Campanella e l’Area Marina protetta Regno di Nettuno.
Puntiamo piano piano a estendere la nostra banca dati attraverso la collaborazione con altre associazioni, perché il nostro obiettivo è quello di coprire tutta la regione Campania».
Muniti di secchiello, flaconi e provette, i volontari prestano il loro servizio non solo in mare, ma anche lungo la battigia così da istituire una banca dati nella quale vi è il confronto tra le microplastiche presenti in acqua e nella sabbia. Davide, socio fondatore di Fondalicampania, ci tiene a precisare che il loro monitoraggio non va assolutamente a interferire o a sostituire quelli che sono i monitoraggi diretti delle istituzioni: «Il nostro monitoraggio è anche un monitoraggio sociale e umano, in questo modo facendoci vedere, abbiamo modo diverso di confrontarci con uomini, donne e ragazzi portando avanti così in contemporanea anche un servizio di informatizzazione».
LA PIAGA DELLE MICROPLASTICHE NEL GOLFO DI NAPOLI SECONDO FONDALICAMPANIA
Il problema delle microplastiche è una delle piaghe ambientali del XXI secolo. Queste particelle sono pervasive nei mari, negli oceani, nei fiumi e nei laghi, e sono state trovate anche in aree remote come le profondità oceaniche e le regioni polari. Gli impatti ecologici delle microplastiche sono significativi: possono essere ingerite da una vasta gamma di organismi marini, entrando così nella catena alimentare e causando effetti tossici.
«Dallo studio che noi di Fondalicampania stiamo portando avanti è emerso molto: la cosa più interessante è stata scoprire i valori dei polimeri. La più alta incidenza la detiene indubbiamente il polistirolo, seguito dal pet, la plastica primaria già in formato 5 millimetri. Al terzo posto vi sono le classiche derivate dalla frammentazione di plastica più grande, che spesso vengono lasciate in spiaggia o buttate direttamente nei corsi d’acqua. Per quanto concerne invece la quantità il dato preoccupante è che esse sono distribuite uniformemente su tutto il territorio. Dove sono presenti le barriere chiaramente la quantità è minore ma mai assente. Non è così che possiamo eliminare il problema. Esso va risolto a monte».
Fondalicampania, ma la sua attenzione non è solo per i fondali, è un’associazione, quindi, che non cerca il palliativo, ma che scruta, arriva al profondo del problema; scopre il mare dal ventre e non dalla superficie. E lo fanno ad ogni età e ad ogni latitudine: «È importante avvicinare soprattutto i giovani alla salvaguardia e alla tutela della natura e all’immenso dono che abbiamo, il mare».
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