3 Giu 2024

La clownterapia per anestetizzare la sofferenza: i sorrisi dell’associazione La Rondinella

Essere clown terpisti non è una missione affatto semplice, e lo sanno bene i volontari dell'associazione La Rondinella di Scafati. C'è però una cosa, un dono a cui non vogliono e non possono rinunciare: la possibilità di aiutare grandi e piccoli pazienti ad affrontare la malattia con il sorriso. Anche nelle giornate più buie la loro clownterapia allieta e alimenta le speranze nella forza del sorriso.

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Salerno, Campania - L’associazione La Rondinella è una realtà ben consolidata non solo nella zona in cui ha sede, ma in tutta la provincia di Salerno. Attiva da maggio 2011 e portata avanti con tanti sacrifici, è ora una delle associazioni di clownterapia più attiva sul territorio; è ODV, organizzazione di volontariato, e Onlus ed è entrata a far parte del CSV Salerno, centro servizi per il volontariato, l’associazione che riunisce tutte le associazioni di volontariato e gli enti del terzo settore della provincia salernitana.

Abbiamo avuto modo di intervistare la presidente, nonché la rappresentante legale dell’associazione, Mariarosaria Ascione: «Siamo un gruppo di volontari che hanno deciso di dedicare il proprio tempo in un ambiente molto particolare qual è l’ospedale. Siamo attivi sull’intero territorio e siamo fautori di numerosi eventi, ma il nostro scopo, il fulcro della nostra La Rondinella è far terapia ai bambini», ci ha detto.

CLOWN TERAPISTA SI NASCE O SI DIVENTA?

«Essere volontario presso la nostra associazione non è semplice. Ovviamente non ci si improvvisa clown dottore, prima di poter cominciare a essere attivo c’è bisogno di seguire corsi di formazione. La figura del clown terapista funge da sostegno al personale medico e infermieristico che lavora in ospedale: in reparto viene attivato un vero e proprio lavoro di squadra, affinché il bambino possa essere più sereno pur vivendo un trauma e una condizione di difficoltà quale può essere un ricovero ospedaliero. Ovviamente i clown dottori sono degli esperti per quanto concerne il coinvolgimento: per ogni fascia d’età abbiamo un approccio diverso».

clownterapia


Lavorano tanto a contatto con i bambini, quindi soprattutto nei reparti di pediatria; attualmente, da anni ormai, hanno un protocollo d’intesa con l’ospedale Umberto I di Nocera inferiore, eccellenza del territorio campano nella branca dell’oncologia. «Durante il periodo Covid abbiamo avuto la reale contezza di quanto la nostra presenza è importante non solo per i degenti e i medici, ma anche e soprattutto per noi. Sentiamo davvero il bisogno di essere fautori di sorrisi».

LE FASI DI TRASFORMAZIONE PER UN VOLONTARIO DI CLOWNTERAPIA

Non vi sono dei veri e propri requisiti per diventare un clown terapista: ciò che davvero conta è essere una brava persona, ricca di valori e con una grande sensibilità; il punto cardine è possedere consapevolezza di ciò che si fa, del dove lo si fa e perché. «Bisogna crederci, bisogna credere all’effetto benefico della risata. La risata e la clownterapia accorciano i tempi di guarigione di un bambino, lo aiutano a vivere il dolore in maniera del tutto diversa. Praticando la clownterapia ci si arricchisce umanamente e ciò che si riceve in cambio è qualcosa di inestimabile, non si può quantificare».

Sentiamo davvero il bisogno di essere fautori di sorrisi.

La clownterapia è un’attività che richiede un vero e proprio lavoro su sè stessi e su quello che è il personaggio grazie al quale poter essere clown terapisti. «Si trasporta nel personaggio clown il nostro bambino interiore anche attraverso una serie di attività che facciamo durante la formazione. All’interno della nostra formazione chiediamo a tutti i nostri volontari di mostrare la propria anima; da parte di chi ascolta non vi è giudizio».

«Una volta fatto uscire ciò che si è internamente, si comincia a costruire il personaggio: si costruisce il nasino rosso, ci si occupa del trucco e del “parrucco”, si sceglie il nome in base alla propria indole o a una propria caratteristica fisica». I volontari di clownterapia sono uomini e donne che donano non solo il proprio tempo, ma tutto di sé, solo per rallegrare chi vive una sofferenza. Adattano le attività e l’approccio in base ai propri pazienti: bisogna saper essere buffi e responsabili al tempo stesso.

clownterapia

«Durante i nostri corsi di formazione iniziali e durante tutto il percorso di clownterapia, a cui contribuisce anche una psicologa, i volontari eseguono degli esercizi di improvvisazione che hanno la funzione non solo di instaurare fiducia nel gruppo, ma anche di testare e formare per quando si è in reparto. A volte infatti ci sono delle situazioni in cui bisogna capirsi solo con uno sguardo; in altre invece ci sono delle emergenze in corsia e ci si deve mettere da parte e dar spazio ai medici e agli infermieri».

L’IMPORTANZA DELLA CLOWNTERAPIA

Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di intervistare l’Associazione Il primo abbraccio, la quale fonda tutti i suoi principi proprio sull’importanza dell’abbraccio; la potenza di un abbraccio la ritroviamo anche nell’associazione La Rondinella di Mariarosaria Ascione: «Dopo il periodo Covid i nostri corsi di formazione talvolta durano parecchi incontri: è come se rispetto al passato avessimo più bisogno di essere ascoltati. Spesso durante le nostre attività mettiamo in campo l’iniziativa Abbracci gratis: è davvero sconvolgente come ognuno di noi abbia bisogno di un abbraccio; in ospedale tutti lo chiedono, tutti lo vogliono. A volte ci basta semplicemente spalancare le braccia e sono i bambini stessi ad avvicinarsi per essere abbracciati e per abbracciare. È pura bellezza».

clownterapia

La clownterapia è la terapia del sorriso per eccellenza; questa pratica si è diffusa a partire dagli anni ’80, grazie anche al lavoro del medico statunitense Patch Adams, il quale è passato alla storia come l’ideatore della clownterapia. All’ingresso del Gesundheit! Institute, l’ospedale alternativo da lui fondato nel 1972 con sede a Hillsboro, in Virginia Occidentale, si può leggere una celebre frase che recita: “Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione. La salute si basa sulla felicità – dall’abbracciarsi e fare il pagliaccio al trovare la gioia nella famiglia e negli amici, la soddisfazione nel lavoro e l’estasi nella natura delle arti”.

Sono proprio questi principi portati avanti dall’associazione La Rondinella e da chi come loro svolge sessioni di clownterapia. Mariarosaria conclude: «Purtroppo non abbiamo una bacchetta magica, magari l’avessimo… Per noi è una vera missione portare gioia. Ci sentiamo più forti a indossare il camice e il nostro nasino rosso e le nostre falcate buffe ci permettono di entrare in punta di piedi nella vita di tante persone speciali. Una volta tolto il camice l’unica cosa che rimane in noi e la felicità di essere riusciti ancora una volta aver conquistato un loro sorriso. La nostra presenza per loro è importante quanto la loro lo è importante per noi».

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