4 Giu 2024

Casa Betania, il co-housing sociale del Centro Astalli Catania per mamme e bambini

Scritto da: Maria Enza Giannetto

Da qualche mese a Catania il Centro Astalli gestisce un co-housing sociale per nuclei monoparentali con mamme e bambini inseriti in un percorso verso l'autonomia e l'indipendenza. Una gestione nata da una visita del Vescovo di Catania che ora parla di integrazione tout court. E il 22 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, verrà inaugurata al suo interno la prima cappella Interreligiosa di Catania.

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Catania - Donne in fuga da tratta, sfruttamento e a matrimoni forzati o in cerca di un futuro migliore per sé e i propri bambini. Sono le prime abitanti di Casa Betania, il co-housing sociale per nuclei monoparentali composti da mamme e bambini a Catania gestito dal Centro Astalli Catania ODV all’interno di una parte di una struttura donata in comodato d’uso dalla diocesi di Catania.

Un’esperienza di accoglienza di mamme e bambini migranti in una struttura presa in gestione con l’obiettivo di offrire rifugio, ristoro e riposo a chi ha bisogno. Non a caso, con un chiaro riferimento biblico, il vescovo di Catania ha scelto l’appellativo Betania, nome antico di un piccolo e povero villaggio della Palestina situato sul fianco orientale del monte degli Olivi e nota per essere citata dai Vangeli come la città dove abitava Lazzaro nonché simbolo di casa degli amici di riposo.

Casa Betania
Casa Betania, il grande edificio della Diocesi ora gestito dal Centro Astalli

Di storie di inclusione e di iniziative che promuovono l’integrazione e l’autonomia dei migranti ne abbiamo raccontate su Italia che Cambia: dalla cooperativa Afrisicilia alla cooperativa Al Kharub. Questa però è diversa perché parte dalle possibilità che si aprono quando chi possiede un bene lo mette al servizio degli altri. «Tutto cominciò durante un pomeriggio come gli altri al centro Astalli di Via Tezzano, quando venne a trovarci, appena arrivato a Catania, il nuovo Arcivescovo Renna», racconta Francesca Di Giorgio, mediatrice culturale e volontaria del Centro Astalli, che oggi è la referente di casa Betania e si occupa dell’esperienza di co-housing con la mansione di gestore sociale.

CASA BETANIA OSPITA NUCLEI MONOPARENTALI NON ANCORA AUTONOMI

«Come ogni pomeriggio – racconta Francesca – da noi non è possibile bloccare le attività e i servizi neanche quando aspettiamo un ospite seppur speciale. Il vescovo arrivò, visitò i locali, giocò con i bambini e si fermò a parlare della bellezza del nostro centro, della fatica ma anche della gioia della condivisione quotidiana con gli assistiti che entrando dalla porta lasciano nelle nostre mani una parte dei loro problemi in modo tale che non pesino troppo».

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato a Casa Betania verrà inaugurata la piccola, grande cappella interreligiosa

«Quel giorno, parlammo anche delle difficoltà che in una città come Catania sono rappresentate dagli alloggi. Lui andò via dicendo “pensiamoci”. Dopo qualche giorno arrivò un invito per vedere un grande immobile in Via Raciti di proprietà della diocesi. Noi andammo e fummo subito rapiti dalla bellezza del posto, iniziando a progettare cosa fare in quell’edificio».

«Come Centro Astalli – continua – siamo sempre in ascolto del territorio e sapevamo che serviva una casa mamma-bambino per le donne che uscivano dai progetti e che non erano ancora pronte per la vera autonomia. Per questo non abbiamo avuto dubbi sulla destinazione. Oggi quindi forniamo progetti mirati su ogni nucleo familiare dalla scuola ai tirocini formativi a un lavoro si spera al più presto per accompagnarle verso l’indipendenza».

A febbraio è partita la grande avventura: abbiamo subito pensato di ospitare nuclei di mamme e bambini sapendo anche di poter contare sul supporto della Diocesi. Tra firme, carte e arredamento arrivato grazie a un contributo da parte della Caritas diocesana, da qualche mese casa Betania ha preso vita con i primi ospiti, tre mamme e tre bimbi, ed è una bella realtà carica di vita, di sorrisi e sogni.

I corridoi dell’edificio sono pieni di giocattoli e quadri e piccoli oggetti che tanta gente in città continua a regalare. E dalla cucina fuoriesce sempre odore di cibo buono che parla di terre lontane. «Possiamo contare sull’aiuto di tantissimi donatori che acquistano, portano, condividono beni materiali e non con i nostri ospiti e con noi. Abbiamo anche istituito una racconta fondi online».

casa betania5
LA CASA BETANIA HA PRESO FORMA E ATTIRA SEMPRE PIÙ INIZIATIVE

Certo, la comunicazione tra le mamme non è sempre facile visto che oggi vengono da Egitto, Burkina Faso e Nigeria, ma i bambini trovano facilmente il modo di giocare insieme. E ovviamente c’è già chi si occupa di insegnare loro l’italiano e si è attivata una scuola d’italiano portata avanti dai volontari del centro Astalli. Ci sono inoltre due medici volontari che si occupano delle questioni burocratico-sanitarie e di piccole consulenze di cui c’è necessità.

«Inoltre – spiega ancora Francesca – sono già stati attivati tirocini formativi per le mamme e attività esterne per i bambini che vanno molto bene. Collaboriamo con diverse realtà del terzo settore che contribuiscono con donazioni o sostegno di varia natura, oltre che economico, a portare avanti il nostro spazio». Il team di casa Betania è composto da un gestore sociale, Francesca appunto, e da un comitato – di cui fa parte anche una delle tre mamme ospiti al momento – che prende le decisioni in accordo con il direttivo del centro Astalli.

Casa Betania
Foto di gruppo nella Giornata “Una pianta per casa Betania”

Un’esperienza virtuosa di accoglienza e condivisione che racconta anche di una parte della città che si è attivata da tempo, anche con piccoli gesti, a sostegno di casa Betania, rispondendo agli appelli dei volontari. Ad esempio, il 16 marzo c’è sta l’iniziativa “una pianta per casa Betania” cui chiunque poteva partecipare, portando una piantina per adornare il bel cortile della struttura.

In tanti hanno partecipato all’iniziativa lanciata nella convinzione che prendersi cura delle piante sia un modo per crescere in maniera sana, condividendo e sviluppando l’arte dell’aspettare. E a partire da quella esperienza, ha preso il via anche il progetto di giardinaggio in collaborazione con Il Mosaico: un gruppo di persone senza fissa dimora ha aiutato i volontari e i bambini del centro Astalli a interrare le piante donate giorno.

E settimana dopo settimana, casa Betania diventa sempre più un rifugio accogliente e multiculturale, tanto che il 22 giugno, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, proprio a Casa Betania verrà inaugurata la piccola, grande cappella interreligiosa che accoglierà i vari culti e sarà simbolo tangibile della collaborazione tra i popoli.

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