Dallo scoglio si vede tutto: il nuovo viaggio letterario di Carla Fiorentino a Carloforte
Seguici su:
Sud Sardegna - In questi giorni nelle librerie aleggia profumo d’estate, di mare, e di nuove possibilità. Ce lo ha portato la scrittrice cagliaritana Carla Fiorentino, che ambienta il suo ultimo romanzo Dallo scoglio si vede tutto a Carloforte, u paise dell’isola nell’isola, San Pietro. Tra i carruggi e le cale della nota località si snodano le vicende narrate in prima persona da Vetta, giornalista di una rivista di viaggio, che si trova a tornare «sull’isola del mio nonno materno in cui avevo passato le estati bambine» dopo aver ricevuto l’invito a un insolito matrimonio: il pescatore in pensione Bastiano Rosso, noto Zio Guru, stava per sposare una donna giapponese mai incontrata prima.
TRA CURIOSITÀ E MISTERO
Vetta condivide il soggiorno a Carloforte con il suo compagno Federico, con cui ha una relazione consolidata ma da qualche tempo stagnante. La curiosità per il matrimonio inaspettato, il desiderio di dare una sferzata alla sua relazione – e magari riuscire a convincere Federico ad acquistare insieme una casetta nell’isola – si intrecciano con una serie di vicende enigmatiche su cui Vetta, con il suo istinto da giornalista, decide di indagare.
Il desiderio di scoprire chi abita nella casa recentemente ristrutturata, che si affaccia su uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, Cala Vinagra, prende il sopravvento e Vetta fa di tutto per trovare le risposte che nessuno sembra volerle dare. Ma non è solo questo a destare il suo interesse, alimentato dal comportamento singolare dei suoi amici, soprattutto di Caterinetta, e dalla loro ritrosia a parlare.
INCONTRO TRA ISOLE: SAN PIETRO E IL GIAPPONE
Un aspetto interessante del romanzo è l’incontro e il confronto tra due culture molto diverse – ma non prive di punti in comune –, quella carlofortina e quella giapponese. La sposa, Momoko Okada, arriva infatti nell’isola con la sorella e due nipoti. Anche attraverso il loro sguardo e alcuni scambi misurati ma incisivi, Vetta riesce ad aguzzare la vista rispetto a ciò che le accade intorno e a rendersi conto che tutti, persino lei stessa, hanno dei segreti.
Tra i personaggi più rilevanti nella storia, oltre a Caterinetta, vi sono Pietro, il sommozzatore di tonnara «affascinante, ombroso» con «occhi di mare in burrasca», ancora sofferente per la morte della sua fidanzata avvenuta molti anni prima, e Tango, uno spinone che sembra leggere dentro le persone. Se abbia questo potere non è dato saperlo; di certo, però, custodisce i segreti di chi gli vive accanto.
IL VERO PROTAGONISTA: CARLOFORTE
Sulle innumerevoli suggestioni che il romanzo di Carla Fiorentino instilla nel lettore domina la bellezza dei luoghi teatro della storia. Con leggerezza e una buona dose di ironia, che rendono la lettura godibilissima, emerge tra le righe un amore profondo per Carloforte. Attraverso lo sguardo di Vetta, il paese diventa per i lettori «un filtro d’amore, i cui ingredienti principali erano cespugli, scogliere e distese di mare così blu da fermare il cuore o farlo tornare a battere».
E il mare «onirico, screziato dalle macchie scure dei cespugli di posidonia», così familiare per chi abita o frequenta la Sardegna, diventa un richiamo irresistibile attraverso le percezioni della protagonista: «Mi sembrava che nulla potesse limitarmi, che tutti i miei desideri potessero diventare realtà, quando ero dentro l’acqua e la spiaggia era deserta con il mare che mi sosteneva e mi portava in trionfo come un Dio acclamato dalle grida dei gabbiani e dal sospiro della risacca che accarezzava stanca la battigia».
CIBO E IDENTITÀ
Accanto alla bellezza dei luoghi scorgiamo il carattere dei tabarchini, che non dimenticano le loro origini e mantengono un’identità di cui l’idioma e le tradizioni sono solo alcune espressioni. Carla Fiorentino ci prende per mano portandoci a scoprire, pagina dopo pagina, queste peculiarità. E noi lettori, sardi compresi, ci rendiamo conto di essere fuesti, forestieri, proprio come Vetta, pronti a scoprire Carloforte con gli occhi pieni di stupore.
L’autrice conquista i nostri sensi anche con il cibo: «Carloforte è uno di quei posti dove le giornate vengono scandite dai vizi del palato e, se decidi di ribellarti, è decisamente meglio che te ne stia a casa». Pare di sentirlo con Vetta quel «continuo e costante profumo di cibo» che solletica e conquista. Un motivo in più per visitarlo, possibilmente cercando i luoghi descritti nel romanzo e andando alla scoperta della loro vera essenza.
LARGO AI SENTIMENTI
Il romanzo è anche un’immersione nei sentimenti dei personaggi, a partire da quelli che Vetta nutre per gli amici carlofortini, e in particolare per Pietro. Tra lei e il sommozzatore esiste un legame indefinito, sospeso tra parole non dette che incombono sulla vita di entrambi.
Attraverso i toni arguti della protagonista, il romanzo scandaglia l’umano sentire: racconta l’amicizia, l’amore, la fiducia, il tradimento, ma anche la capacità di voltare pagina una volta interpretate le prove della vita e i propri desideri. E racconta un lembo di Sardegna, anche se non propriamente sardo nella sua essenza, immerso nei colori del Mediterraneo, accarezzato dal «profumo dell’altrove», come lo definisce Vetta, e dal salso del mare.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento