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Nuoro - Un’edizione che vuole essere un piccolo rifugio, uno spazio protetto dall’universalità del jazz dove trovare ristoro, accoglienza, musica e conoscenza condivisa. Il Cala Gonone Jazz festival ritorna dal 18 al 21 luglio e il 27 e 28 luglio con un trentasettesimo appuntamento dal sottotitolo “A Piece of Shelter”, un piccolo rifugio appunto. Nella storica cornice di Cala Gonone, il festival – che va avanti dal 1988 – quest’anno guarda al mondo offrendo non tanto una soluzione alla complessità, quanto una mano tesa.
Il programma prevede numerosi artisti di fama internazionale nel panorama jazz e alcuni di essi saranno, per una precisa scelta dell’associazione culturale l’Intermezzo, pilastro del festival, legati a contesti geografici e culturali “particolarmente rilevanti – dichiarano dall’organizzazione – per l’attualità degli eventi contemporanei che nostro malgrado, vista la loro tragicità, continuano a imperversare, ponendoci di fronte a dubbi e polarizzazioni, molto spesso senza una soluzione. Ma le facili risposte a dilemmi complessi sono il più delle volte privilegio di chi non vive sulla propria pelle la sofferenza di un conflitto“.
TRA JAZZ E CONSAPEVOLEZZE CONDIVISE
Tredici concerti e quattro location per il Cala Gonone Jazz festival 2024. I palchi di quest’anno saranno quelli dell’Acquario di Cala Gonone; il Villaggio del Jazz sul lungomare Palmasera – ormai da qualche anno un grande banco di prova per il festival, che grazie al partenariato con la Coldiretti è riuscito a congiungere realmente l’enogastronomia locale con la musica jazz; le Grotte del Bue Marino e infine il Teatro Comunale di Cala Gonone per le due giornate finali.
Con “A Piece of Shelter” si vuole ribadire la volontà di farsi rifugio, pezzettino di un’Isola che offre appoggio e sostegno anche soltanto momentaneamente, dando la possibilità a chi arriva di ristorarsi. L’invito esteso ad artisti provenienti da zone di conflitto coincide infatti con la volontà di “dare una polisemica valenza a questo piece: da una parte affine al suono di pace, la sensazione trasmessa dal golfo di Orosei e i suoi comuni, i quali si presentano come luoghi in cui riposare, in cui trovare accoglienza e serenità lontani dai conflitti, anche se per un breve periodo, trovando anche nella musica e nello scambio un elemento di unione e di risoluzione”.
La finalità non è sicuramente quella di “scadere in una retorica pacifista più dannosa che confortante”, spiegano sempre dall’organizzazione, raccontando invece come “vorremmo che il nostro festival e i suoi palchi divenissero un mezzo, un modo per comunicare la propria esperienza, le proprie istanze, la propria identità, tramite un linguaggio comprensibile e versatile come la musica. Il fine è quello di rendere consapevole il pubblico, far conoscere le storie personali e collettive di popolazioni le cui vicende sono solo apparentemente lontane da noi”.
IL CALA GONONE JAZZ FESTIVAL FA LA STORIA
Il Cala Gonone Jazz Festival nasce come progetto dell’associazione l’Intermezzo e ospita da oltre trent’anni i più grandi esponenti del panorama jazz internazionale, sardo e italiano, godendo della commistione delle sonorità più disparate. «Eravamo un gruppo di appassionati di musica fin da piccoli», racconta Giuseppe Giordano, presidente de L’Intermezzo e direttore artistico del Jazz festival. «La nostra associazione nasce a Nuoro 39 anni fa con lo scopo di contribuire a promuovere attività musicali e concertini jazz anche nel nostro territorio».
La casa del jazz festival è da sempre Cala Gonone. «La scegliemmo anche perché c’era uno spazio all’aperto creato appositamente per fruire il cinema all’aperto, con tutte le attrezzature e un palco coperto: era un sogno. Trovammo anche persone sensibili e da allora il rapporto non si è mai interrotto, sostenuto sempre dall’amministrazione e anche dalla Cantina di Drogali, tra i primi sponsor privati. L’intenzione non era di lasciare il segno dal punto di vista culturale, volevamo coinvolgere gli appassionati e far fruire della musica jazz. Questo era lo spirito: da sognatori. Poi quello che è successo è che nel tempo siamo cresciuti, anche invecchiati, e ora siamo qua da 37 anni».
La grafica dell’edizione 2024 è un tripudio di colori che trasmette esplosione, la forza potente della musica. “Fa riferimento agli anni ’60 e ’70, che non sono solo gli anni hippie – spiegano dall’organizzazione –, ma è anche il periodo in cui le persone non bianche hanno portato avanti rivolte e proteste anche attraverso la musica, c’era voglia di pace ma ancora prima, di riequilibrio”. Aggiunge in merito Giordano: «Credo che la musica tutta sia una gioia e una manna dal cielo; educare alla musica vuol dire educare alla bellezza del mondo, alla bontà e alla civiltà. Ascoltando si diventa un po’ più partecipi e meno egoisti».
IL PROGRAMMA
Anche quest’anno sarà presente il Villaggio del jazz, un punto di riferimento per chi volesse rifocillarsi, informarsi o anche acquistare merchandising relativo al festival. “Il Villaggio del Jazz ha dimostrato di avere le potenzialità per riunire tutta una serie di parametri per noi importantissimi come la sensibilizzazione ai temi ambientali e di tutela del territorio, il consumo consapevole dei prodotti di stagione, la valorizzazione dei piatti tipici e la lotta allo spreco alimentare”.
L’apertura del festival è prevista per giovedì 18 luglio all’Acquario con un concerto di benvenuto del musicista Pierpaolo Vacca, musicista ovoddese appassionato di world music, ispirato dalle sonorità della musica celtica, da quelle senegalesi, il jazz e naturalmente quella della Sardegna; presenta “Travessu”, un lavoro che si muove tra questi generi. Insieme a lui Dj Cris, già collaboratore per il disco e di Vacca e che ogni sera si occuperà del dj set per il festival.
Venerdì 19 e sabato 20 luglio la manifestazione si sposta poi al Villaggio del Jazz, Lungomare Palmasera. Durante la prima serata si esibirà il coro femminile Eufonia di Gavoi sulle composizioni di Giulio Piras, accompagnato dal contrabbasso di Sofia Bianchi. Al concerto seguirà lo sperimentatore Paolo Angeli, con la sua ormai celeberrima chitarra sarda preparata. A conclusione della serata Dj Cris Feat. Simone Pala presentano Mpatapo. Sabato sarà invece il turno della formazione Urban Gipsy, per l’occasione in duo. Una formazione proveniente dall’Ucraina e specializzata in jazz-manouche.
Seguirà il pianista palestinese Faraj Suleiman in quartetto, che porterà sul palco un repertorio jazz originale, influenzato dalle sonorità della sua terra e della musica araba. Chiude Dj Cris Feat. Jacopo Tore con Orizuru. Alle Grotte del bue Marino invece, domenica 21 luglio, il duo Quest of Invisible, capitanato dalla flautista franco-siriana Naissam Jalal. Conclude il trio della pianista Jazz Francesca Tandoi a cui seguirà il progetto del grandissimo musicista e polistrumentista americano Kahil El’Zabar “Ethnic heritage Ensemble 50th Anniversary” con ”Open me, A Higher Consciousness of Sound and Spirit”.
L’ultimo dj-set per questa edizione, sempre a cura di Dj Cris, è No more “Charlie” feat. Giovanni Trapani. Si torna a Cala Gonone il 27 e 28 luglio, stavolta al Teatro Comunale dove si esibiranno le nuove stelle del piano jazz: Emmet Harley Cohen in trio, sabato 27 e Amaro Freitas piano solo, domenica 28.
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