24 Giu 2024

Anema: mangiare insieme e autoprodurre sono atti politici

Con il progetto Anema, Angelo e Maya si impegnano a diffondere saperi antichi legati al cibo e all'agricoltura animando piazze, centri sociali e spazi di comunità con una missione: promuovere un'agricoltura rispettosa della natura e dei lavoratori, diffondere consapevolezza sul consumo responsabile e creare una rete di comunità basata sul mutuo soccorso e sulla solidarietà.

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Campania - Angelo mescola energicamente un pentolone d’acciaio fumante, mentre Maya sta impiattando l’ultima ricetta che insieme hanno deciso di condividere con gli altri. Cinque anni fa i due hanno creato Anema con l’idea di liberarsi da un sistema di lavoro basato sullo sfruttamento di persone, terra e risorse. Prima di Anema, Angelo lavorava a nero in una pizzeria della periferia nord di Napoli. Scelse di licenziarsi per perseguire un sogno più grande, un sogno che condivideva con Maya, la sua compagna. Da quel giorno, con Anema portano avanti un progetto di educazione alimentare e sociale, trasmettendo messaggi di sostenibilità e solidarietà.

«Vogliamo portare in giro i nostri valori e le nostre idee, diffondere buone pratiche tra le persone che solitamente fanno la spesa nei centri commerciali o comprano solo prodotti del supermercato», spiega Angelo. «Ma vogliamo coinvolgere anche i nostri amici e familiari e portare nuove riflessioni in quegli spazi sociali che sono già attivi nel cambiamento, ma dai quali a volte alcune riflessioni legate al cibo restano escluse». Proprio il cibo è il mezzo che Angelo e Maya hanno scelto per intavolare discussioni su etica lavorativa e ambientale, promuovendo modelli di agricoltura, produzione e consumo locali e genuini, rispettosi della terra e dei lavoratori.

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ANEMA ITINERANTE

«Ci chiamiamo Anema proprio perché, come l’anima, attraversiamo strade, piazze e spazi pubblici, cercando di diffondere discorsi di cambiamento attraverso una cucina della cura», racconta Angelo. La cucina di Anema si prende cura degli altri, aiuta a costruire relazioni basate sulla collaborazione e sulla condivisione. «Ci piace organizzare momenti di convivialità con l’intenzione di cambiare l’abitudine capitalista di mangiare quanto più velocemente possibile perché ci sono cose più importanti e urgenti da fare. Recuperiamo in questo modo una tradizione di convivialità, dello stare insieme a tavola, producendo forme di socialità liberata e legata dal buon cibo».

STORIE DI ORTAGGI E CONTADINI

Angelo e Maya non si limitano a cucinare. Ad ogni evento, prendono un momento per raccontare le storie che si celano dietro gli ingredienti che compongono i loro piatti. Raccontano ai commensali da dove viene il pomodoro usato per la salsa, come e da chi è stato coltivato, facendo così conoscere a quante più persone possibili le realtà agricole con cui sono in rete e che condividono i loro stessi ideali e principi.

Insegnando agli altri come fare da sé conserve, marmellate e sott’oli, puntiamo a creare un’emancipazione di comunità

Questo approccio narrativo rappresenta una componente chiave della loro missione educativa: Anema vuole sensibilizzare le persone sull’importanza di scegliere prodotti sostenibili, ma allo stesso tempo vuole trovare nuovi modi che permettano a tutti e tutte, anche a chi ha meno possibilità economiche, di accedervi. «Lottiamo affinché il cibo genuino non sia un privilegio di pochi», spiega Angelo. «Anche chi conosce bene gli scempi ambientali e agli sfruttamenti umani che ci sono dietro le marche più economiche, a volte è costretto a sceglierle per non andare in difficoltà».

Ma con piccole attenzioni e recuperando antiche abitudini Anema dimostra che è possibile fare scelte più sostenibili anche senza spese eccessive. «Mangiare tutti insieme, in collettività, permette di abbattere i costi e di aiutarsi a vicenda, condividendo saperi e sapori. La convivialità può diventare un motore eccezionale di nuovi stili di vita basati sul mutuo soccorso».

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AGRICOLTURA E TRASFORMAZIONE

Lo spirito di condivisione che fortemente caratterizza Anema ha spinto Angelo e Maya a organizzare, insieme alle diverse realtà contadine che compongono la loro rete, diversi laboratori con l’obiettivo di insegnare tecniche di trasformazione dei cibi, di creare occasioni per stare insieme agli altri e di valorizzare allo stesso tempo le produzioni locali.

«L’idea è quella di ridare importanza a colture che di solito vengono trascurate dal mercato. Per esempio in Campania ci sono moltissimi alberi di mandarini, che però non sempre vengono raccolti perché si preferisce importarli o perché le persone tendono a scegliere le clementine che sono più dolci e non hanno i semini. Allora, durante un laboratorio abbiamo provato a valorizzare i mandarini locali, mostrando come trasformarli in marmellate e succhi di frutta. In questo modo anche la raccolta e la trasformazione dei cibi diventano momenti di aggregazione».

È così che Anema recupera la tradizione dell’autoproduzione collettiva coinvolgendo chiunque lo desideri. «Abbiamo creato passate di pomodoro e conserve di melanzane sott’olio seguendo la ricetta che ci è stata insegnata dalle nonne, in occasioni di condivisione e convivialità. Anche questo è un modo per diffondere buone pratiche legate al cibo. Chi partecipa, torna a casa con una passata di pomodoro di ottima qualità, che ha imparato a lavorare con le sue mani e grazie alla quale magari ha stretto anche nuove amicizie. Insegnando agli altri come fare da sé conserve, marmellate e sott’oli, puntiamo a creare un’emancipazione di comunità».

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UN FUTURO POSSIBILE

All’inizio, Angelo e Maya coltivavano un pezzettino di terra che avevano ottenuto in comodato d’uso, poi trasformato in un parcheggio di un supermercato. «Abbiamo capito che avevamo bisogno di un posto nostro per poter immaginare un progetto a lungo termine, così abbiamo preso una terra a Sessa Aurunca, dove vogliamo iniziare lavori di rigenerazione del suolo e di progettazione in permacultura, con un casottino da ristrutturare in cui abitare, senza però perdere l’anima itinerante e collettiva che ci contraddistingue».

Con Anema, Angelo e Maya stanno tracciando una via verso il cambiamento, dimostrando che è possibile ribellarsi a un mercato del lavoro fondato sullo sfruttamento e costruire, tutti insieme, una società basata sul rispetto della dignità – e della vita – di chi coltiva e lavora la terra, di tutti noi che ci nutriamo dei suoi frutti, nel rispetto della natura.

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