11 Giu 2024

Ahi ahi Aias: tra terapie interrotte a discapito dei pazienti e discariche abusive nel cortile

Scritto da: Indip

Una collezione di gabinetti visibile dallo spazio fa bella mostra di sé nel cortile della sede dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias) di Cagliari. Cumuli di rifiuti giacciono su una porzione del bene demaniale, nel parcheggio di una struttura che offre servizi al pubblico e che ospita una comunità protetta. Accanto alla discarica, molti minibus dell’Aias sono fermi. I furgoni utilizzabili sono sei, gli autisti cinque ma non bastano. Ce ne parla Andrea Carboni in questa inchiesta disponibile in versione integrale sul sito di Indip.

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Cagliari - Da più di dieci anni, una porzione di un bene demaniale è adibita a discarica abusiva. Nel parcheggio dell’Aias di Cagliari in viale Poetto i mucchi di rifiuti sono visibili dallo spazio: in una porzione di circa 100 metri quadri si trovano accatastati scarti di materiale edile, rifiuti speciali di vario genere, oltre a una montagna di lampade al neon fatte a pezzi; queste ultime andrebbero smaltite come rifiuti pericolosi, perché contengono elementi altamente inquinanti come il mercurio. Nessuno sembra essersi accorto di questo deposito, nonostante la sua estensione. 

Accanto alla discarica, si accumulano anche i furgoni dell’Aias: dei 25 mezzi presenti nel parcheggio, solo 6 possono effettivamente circolare. La maggior parte dei furgoni giace uno accanto all’altro, ricoperti dalle foglie e intaccati dalla ruggine, accanto a cumuli di detriti e rifiuti: qui il confine tra discarica e sfasciacarrozze è diventato molto labile. All’interno della struttura di riabilitazione trova posto una comunità protetta che assiste, giorno e notte, persone con patologie psichiche. Accanto la struttura offre diversi servizi in regime diurno; effettua prestazioni di terapia occupazionale neuropsicologica o del linguaggio ed è presente un servizio psico-pedagogico e di riabilitazione per l’età evolutiva. 

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Immagini dalla discarica abusiva nel cortile dell’Aias
LA CONTINUITÀ DEI PROGETTI VIENE MENO

La continuità di questi programmi riabilitativi non è sempre garantita, come afferma una fonte contattata da Indip: «Alcuni pazienti interrompono le prestazioni diurne quando non possono raggiungere il centro Aias di Cagliari. L’interruzione non riguarda solo il percorso riabilitativo ma anche quello emotivo: significa non vedere più le persone con le quali affrontano il percorso e quindi mettere in pausa relazioni costruite faticosamente». L’immagine dei minibus fermi a marcire stride in modo insopportabile con quella delle persone costrette ad aspettare un’anima pia che li porti in viale Poetto.

Tutto ciò avviene sotto gli occhi della direzione. La struttura è infatti la sede legale della Fondazione Stefania Randazzo oltre che delle associazioni Aias Cagliari e Sardegna. I vertici di Aias sono ben conosciuti in tutta la Sardegna. Bruno Randazzo fonda la sezione sarda dell’Aias nel 1967 e guida l’associazione per diversi anni, oltre a essere eletto come consigliere regionale per tre legislature e come deputato della Democrazia Cristiana nel 1992.

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I furgoni inutilizzati

Anche i figli sono impegnati tanto nelle attività aziendali quanto nella politica. Vittorio e Alberto sono ex-consiglieri regionali, il primo è anche il direttore amministrativo dell’Aias Cagliari, mentre il secondo, ha ricoperto la carica di vice-presidente dell’Aias Sardegna. Altre due figlie sono impegnate nella gestione dell’azienda: Anna Paola Randazzo è la presidente delle associazioni Aias Cagliari e Sardegna, invece Alessandra Randazzo è la presidente della Fondazione.

UNA BOMBA ECOLOGICA A DUE PASSI DAL PARCO DI MOLENTARGIUS

Da oltre venticinque anni lo Stato è proprietario dei terreni, mentre la Fondazione Stefania Randazzo delle mura. Le immagini lasciano pochi dubbi: nel cortile dell’Aias di Cagliari, al confine con il Parco naturale regionale Molentargius-Saline, da tempo ticchetta una bomba ecologica visibile a tutti. Passando nel parcheggio, la prima montagna di rifiuti edili salta subito all’occhio perché costellata da gabinetti e altri pezzi di sanitari. Accanto a un furgone dell’Aias è accatastato un set completo di materiale per l’ufficio che comprende scrivanie, sedie e mobili di vario tipo.

I cumuli di materiale edile si estendono per oltre 30 metri quadrati e rappresentano un innesco potenzialmente micidiale

Solo qualche passo e si incontrano cataste di pallet e altra legna di recupero, sei bombole per il gas e due per l’azoto. Fortunatamente è presente un numero sufficiente di estintori, in aggiunta a tre frigoriferi, una sdraio e a un carrello del supermercato. Ci sono anche diverse scatole contenenti materiale per le medicazioni, lasciate al sole senza alcuna precauzione. La scheda di sicurezza del disinfettante prodotto dalla Nuova Farmec è chiara: “In caso di alte temperature, possono prodursi prodotti di decomposizione pericolosi come fumi, monossidi e diossidi di carbonio, ossidi di azoto”.

Dal lato opposto, i cumuli di materiale edile si estendono per oltre 30 metri quadrati e rappresentano un innesco potenzialmente micidiale: tra lampade che rilasciano mercurio, taniche di olio per tosaerba e materiale infiammabile qualche incendio è già divampato. Tutti materiali da tempo esposti alle intemperie e che si mischiano al terreno. Osservando le immagini satellitari, nel 2013 il parcheggio appare in ordine. Quattro anni dopo, circa 125 metri quadri di asfalto risultano rimossi e mentre crescono i cespugli aumentano anche i rifiuti. Tra il 2022 e il 2023 compare, assieme a molto altro materiale, l’esclusiva collezione di gabinetti visibile dallo spazio.

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La discarica da un’immagine di Google Earth
PAZIENTI A TERRA MALGRADO I MILIONI STANZIATI DALLA REGIONE

All’Aias di Cagliari, fino al 2023, risultano assunti come dipendenti cinque autisti. La fonte interna contattata da Indip afferma: «Gli autisti non guidano i bus ma trasportano e consegnano documenti, ricette e altre pratiche amministrative». A dicembre 2019, la sezione fallimentare del Tribunale di Cagliari ha avviato la procedura di concordato preventivo per risanare i debiti dell’Aias, parte dei quali contratti con i dipendenti.

Pochi mesi prima, la commissione d’inchiesta regionale varata per indagare sul perdurare dell’insolvenza contesta le giustificazioni fornite dalla Fondazione Stefania Randazzo: secondo quest’ultima, l’Aias non è riuscita a pagare gli stipendi perché non ha ricevuto oltre 2 milioni di euro dai Comuni relativi al trasporto dei pazienti nelle sue strutture. Secondo la commissione la tesi non regge: nei cinque anni precedenti l’Aias ha ricevuto dalla Regione pagamenti per oltre 100 milioni mentre vanta un credito di 1,6 milioni.

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Immagini realizzate da Indip sulla discarica

Il servizio di trasporto per le persone con particolari patologie è finanziato dalla legge regionale 12 del 1985: la regione stanzia risorse per i Comuni, i quali poi pagano le strutture dove si recano i pazienti. Secondo i dati del portale delle politiche sociali (Sispo), la Regione stanzia in favore dei Comuni fra i 3 e i 4 milioni all’anno. Inoltre stanzia altri 500mila euro annui per integrare le risorse destinate a 18 Comuni che non hanno un centro di riabilitazione nelle vicinanze. Ogni amministrazione comunale ripartisce tali risorse tra i centri di riabilitazione, in base alle prestazioni effettivamente.

Ad esempio, il Comune di Quartu Sant’Elena per il primo semestre di quest’anno ha stanziato 224 mila euro per il trasporto: 39 mila euro sono destinati all’Aias di Cagliari ma non vengono necessariamente spesi tutti. Nell’ultimo semestre del 2023, i fondi destinati all’Aias sono gli stessi ma la spesa effettiva del Comune è di 17 mila euro. Il consiglio direttivo dell’associazione non ha considerato la nostra richiesta di intervista, risulta quindi difficile capire perché alcuni pazienti rimangono a casa.

IL CASO AIAS TRA RESPONSABILITÀ E SILENZI

I commissari giudiziali nominati dalla sezione fallimentare del Tribunale di Cagliari, contattati da Indip, spiegano: «L’Aias parte da una situazione di perdita generale che ha creato una voragine di debiti, per cui si è ricorso alla procedura di concordato preventivo. Tra i servizi in perdita c’è quello di trasporto, come indicato nel piano di concordato. Abbiamo chiesto all’Aias delle informazioni sull’attuazione del piano industriale, siamo in attesa di risposte». I commissari vigilano sull’adempimento del concordato, mentre la gestione rimane in capo agli amministratori dell’Aias che devono vendere le attività aziendali, come da piano di liquidazione approvato dal tribunale.

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Per quanto riguarda la discarica abusiva, secondo fonti della direzione territoriale dell’Agenzia del Demanio, la responsabilità è del concessionario: l’Aias gestisce una struttura all’interno di un’area demaniale quindi l’azienda è responsabile dello smaltimento dei rifiuti, di un’eventuale bonifica o della segnalazione di reati compiuti da altri. L’ipotesi che nell’Aias di Cagliari siano presenti criticità ambientali non segnalate preoccupa i commissari giudiziali: «Se c’è una problematica ambientale e si pone l’esigenza di una bonifica richiede delle risorse economiche e quindi può incidere sulle ragioni dei creditori. Chiederemo immediatamente informazioni all’Aias».

I vertici dell’Aias, contattati da Indip, hanno rilasciato una scarna dichiarazione. Non spiegano se i programmi di riabilitazione si interrompono quando il paziente non può raggiungere in autonomia la sede; non è neanche possibile avere informazioni sulle mansioni degli autisti oppure sullo stato di degrado in cui versa il parcheggio. Sulle criticità del servizio di trasporto, dalla segreteria della presidenza dell’Aias arriva un solo commento: «Forse il problema è che le persone non vogliono lavorare e quindi mancano i dipendenti, nel senso che non troviamo persone con le qualifiche adatte». L’azienda sostiene di non trovare personale qualificato. Tuttavia, non sembra impegnarsi troppo: nel sito dell’Aias si trovano facilmente le informazioni sulla ricerca del personale ma nessuna, riguarda gli autisti.

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