V Label: oltre i falsi miti delle etichette, il marchio che aiuta la scelta vegetariana o vegana – Io Faccio Così #403
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Cesena, Emilia-Romagna - Sono vegetariano da molti anni, ho molti amici vegani e ogni volta che dobbiamo scegliere un ristorante scatta la fatidica domanda. Avranno opzioni “vegetali” nel menù? Che possibilmente non siano una semplice insalata verde? E quante volte dietro un piatto apparentemente vegetariano o vegano si nascondono ingredienti di origine animale?
Da qualche anno molti ristoranti espongono nel loro menù un’indicazione che va in questa direzione e sempre più spesso troviamo comunicazioni di questo tipo anche nei supermercati. Non esiste però un obbligo di legge e allora ci hanno pensato i volontari dell’Associazione Vegetariana Italiani a creare una certificazione, nata in Italia e diffusasi negli ultimi anni in oltre 50 Paesi. Per approfondire l’argomento abbiamo incontrato – in occasione di Fa’ la cosa giusta! – Sophia Somaschi, Amministratrice di V Label Italia s.r.l., con la quale abbiamo iniziato un viaggio alla scoperta delle certificazioni vegetariane o vegane.
COMPRENDERE LE ETICHETTE
Come abbiamo avuto modo di vedere anche in altri ambiti, oggi le etichette dei prodotti sono una vera e propria giungla, tra promesse di “benessere animale” che nascondono sofferenze di tutti i tipi, immagini di natura incontaminata e famiglie felici e altre vere e proprie sofisticazioni che guidano il consumatore ad acquisti sbagliati, spesso lontani dai propri valori.
Anche quando si leggono le etichette inoltre, non è semplice capire se in un determinato prodotto – ad esempio una farina, un vino o un lievito – sono contenuti o sono stati utilizzati prodotti di origine animale. Per questo, l’Associazione Vegetariana Italiana [da qui in poi AVI, ndr] ha creato il marchio V Label, prima diffuso in maniera appunto volontaristica e poi, dal 2018, attraverso una vera e propria SRL.
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«Ci occupiamo di prodotti vegetariani, vegani e raw vegan, ovvero crudisti vegani», mi spiega Sophia Somaschi. «Controlliamo prodotti e servizi e ci assicuriamo che siano in linea con le scelte di vita effettuate dai singoli. È difficile capire leggendo solo l’etichetta se un prodotto è veg o meno. Ad esempio il vino spesso è chiarificato con albumina o caseina, ma molti non lo sanno e anche se lo sanno non sanno come capirlo perché non è chiaro leggendo l’etichetta. Altri esempi? L’impasto della pizza può contenere il latte. Il lievito può essere coltivato su strati di fermentazione di origine animale e così via per moltissimi prodotti alimentari, cosmetici ed anche tessili e calzaturieri».
V LABEL VEGETARIAN, VEGAN E RAW VEGAN: FACCIAMO CHIAREZZA
In particolare, come abbiamo visto, ci sono tre tipi di certificazione, che indicano determinate caratteristiche relative agli ingredienti utilizzati e ai processi di produzione:
È difficile capire leggendo solo l’etichetta se un prodotto è veg o meno
- V Label Vegetarian: questa etichetta certifica che il prodotto è adatto a una dieta vegetariana. Ciò implica l’assenza di carne o pesce negli ingredienti, ma nell’alimento possono essere presenti altri prodotti di origine animale come latte, uova e miele.
- V Label Vegan: questa etichetta è più restrittiva e indica che il prodotto è completamente privo di qualsiasi ingrediente di origine animale. Nessun latte, uova, miele o altri derivati animali sono ammessi.
- V Label Raw Vegan: questa categoria è ulteriormente specifica e certifica che il prodotto non solo è vegano, ma anche crudo. Gli alimenti raw vegan non subiscono processi di cottura o riscaldamento significativi.
UN PO’ DI STORIA
«Il marchio V Label nasce nel 1976 – ricorda Sophia – ed è stato creato come simbolo istituzionale dell’AVI. Dagli anni ’90 certifica prodotti e servizi adatti a vegetariani e vegani». Oggi è presente in circa settanta Paesi al mondo. Nel 1985 è stato utilizzato per il primo congresso vegetariano europeo e quindi da subito si è posto in una dimensione internazionale. «In questo momento certifichiamo più di 50.000 prodotti nei cinque continenti».
![V Label: oltre i falsi miti delle etichette, il marchio che aiuta la scelta vegetariana o vegana – Io Faccio Così #403](https://www.italiachecambia.org/wp-content/uploads/2024/05/v-label.jpg)
UN APPROCCIO NON GIUDICANTE
Nel corso della chiacchierata con Sophia mi colpisce positivamente il suo approccio non giudicante: «Io sono nata vegetariana in un periodo in cui non era così semplice. Per me era normale fare questo tipo di scelta, ma non mi sentivo per questo superiore o diversa. Non ho mai voluto giudicare chi non fa questa scelta. Ci troviamo di fronte a un percorso strettamente personale. C’è chi prende coscienza e tenta subito la strada vegana o anche più restrittiva, c’è chi toglie pesce, poi carne rossa, poi bianca, poi diventa vegetariano e poi magari vegano. Non vorrei mai “spingere” qualcuno a fare questo tipo di scelta, ma voglio sempre essere pronta a un confronto».
Secondo Sophia è giusto dare l’informazione in modo che ogni persona possa eventualmente trovare dentro di sé la motivazione per fare un cambiamento che, per essere tale, deve essere consapevole. «Dobbiamo capire qual è il peso delle nostre scelte ogni giorno. Il cambiamento parte da noi stessi, decidiamo che cambiamento vogliamo essere e portiamolo nel mondo. Ricordiamoci che se vogliamo il rispetto, dobbiamo essere i primi a rispettare, se vogliamo essere tollerati, dobbiamo essere i primi ad essere tolleranti», conclude l’amministratrice di V Label.
Per saperne di più sull’alimentazione cruelty free consulta la nostra guida sul benessere animale.
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