31 Mag 2024

Il Tar annulla il decreto di ridimensionamento: il Parco di Portofino riprende il suo spazio

Scritto da: Emanuela Sabidussi

Torniamo a parlare del parco di Portofino e questa volta con una buona notizia: il Tar ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni, annullando il decreto regionale e permettendo così al parco di tornare alle sue dimensioni storiche. Un ulteriore colpo, a livello politico, andato a segno contro la giunta regionale. Facciamo il punto di cosa è accaduto.

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Genova - È arrivata qualche giorno fa la notizia sul Parco di Portofino e sembra essere il prosieguo di un effetto domino che sta vedendo come protagonista la Regione: il Tar della Liguria ha infatti accolto il ricorso dell’Associazione Amici del Monte di Portofino e della onlus Verdi Ambiente e Società. Il ricorso era stato presentato a seguito della pubblicazione del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di ottobre 2023, che prevedeva una nuova perimetrazione provvisoria del Parco Nazionale di Portofino.

IL DECRETO DI RIDIMENSIONAMENTO DEL PARCO DI PORTOFINO

Il decreto ministeriale, emanato a ottobre dello scorso anno, prevedeva la riduzione dell’area del Parco da 11 a soli 3 Comuni, ovvero Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure. Nell’intervista che gli abbiamo fatto, Ermete Bogetti, ex presidente della sezione di Genova di Italia Nostra e magistrato in pensione, ci aveva spiegato che «c’è stata una rivitalizzazione di nuovi confini che nel frattempo erano stati annullati, facendo rientrare in funzione il Comitato di Gestione Provvisorio e le misure di salvaguardia».

Tar annulla il decreto di ridimensionamento: il Parco di Portofino riprende il suo spazio

«A pochi giorni dalla sentenza del Tar il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha emesso un nuovo decreto di perimetrazione provvisoria e delimitandola a tre Comuni, decreto che però è stato a sua volta impugnato da due associazioni locali che sentenziavano il fatto che non fosse stata seguita la procedura prevista per legge di consultazione di Ispra, ignorando la valutazione da essa precedentemente fatta senza motivarne la causa».

Secondo Bogetti infatti la causa delle tante controversie che hanno investito il Parco di Portofino in questi anni è da ricercarsi nelle pieghe degli interessi economici e in particolare del mondo dell’edilizia e delle associazioni di cacciatori. Ad aver fatto ricorso, nei mesi scorsi sono state l’Associazione internazionale Amici del Monte di Portofino e la onlus Verdi Ambiente e Società.

La legislazione che tutela i parchi e le aree naturali protette prevede il principio della continuità

Tra le motivazioni presentate che hanno portato alla sentenza di annullamento del decreto si legge che non vi era alcun motivo di annullare i precedenti provvedimenti: “Pur di assecondare le richieste al ribasso di Regione Liguria in punto di perimetrazione del Parco di Portofino, (il ministero) avrebbe annullato in autotutela i due precedenti decreti i quali non presentavano alcun vizio di invalidità originaria o sopravvenuta: in sostanza, non sarebbe indicato l’interesse pubblico che giustificherebbe una nuova perimetrazione provvisoria del Parco, quando già ne era stata legittimamente adottata una, e non vi era alcuno valido motivo per modificarla”.

Ma non solo: sono stati tenuti presenti anche i pareri espressi da Ispra – organo tecnico-scientifico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio –, i quali non sono stati rispettati. Il tutto sarebbe quindi di conferma che il decreto emesso per ridimensionare il Parco di Portofino, sarebbe stato una forzatura alle regole previste. A esprimersi soddisfatti per la decisione presa dal Tar Liguria sono stati in molti, tra cui le associazioni Legambiente, Lipu e WWF Italia, le quali hanno mandato a commento della notizia un messaggio forte e chiaro: “Basta fare politica sacrificando la tutela dell’ambiente”.

Il Tar annulla il decreto di ridimensionamento: il Parco di Portofino riprende il suo spazio

«Dalla sentenza – dichiarano le associazioni, che nel giudizio sono state difese dall’avvocato Riccardo Lertora – emerge chiaramente la gravità dell’azione del Ministero, il quale ha accolto le richieste del Presidente della Regione Liguria determinando la riduzione dei confini dell’area protetta da 5363 ettari a circa 1500 ettari».

«Questa enorme riduzione dei confini dell’area protetta, fatta coincidere perlopiù con un territorio già protetto a livello regionale, è stata disposta dal Ministero in violazione delle valutazioni scientifiche e delle norme tecniche, solo per assecondare le richieste di alcuni centri di interesse, come il mondo venatorio, che si oppongono a ogni forma di protezione della natura, considerata alla stregua di un parco giochi privato».

«Nel disporre la riperimetrazione del parco il Ministero ha in un solo colpo smentito sé stesso, avendo annullato due precedenti decreti, e si è discostato senza alcuna motivazione dalle conclusioni di natura tecnico scientifica esposte da ISPRA, che, lo si rammenta, fa capo proprio al Ministero dell’Ambiente». Ma non solo: nel comunicato divulgato a seguito della sentenza del Tar si legge che “questa sentenza segna una fondamentale tappa in un’articolata vicenda non solo politico amministrativa ma anche giudiziaria, che ha visto già pronunciarsi il TAR Lazio e il Consiglio di Stato”.

Il Tar annulla il decreto di ridimensionamento: il Parco di Portofino riprende il suo spazio

“In questo iter, le associazioni, ancor prima di ricorrere ai giudici, avevano più volte richiamato il Ministero alla propria responsabilità segnalando queste macroscopiche anomalie. Lo stesso è stato fatto da alcuni Comuni dell’area che hanno espressamente chiesto di essere inclusi nel territorio del Parco di Portofino”.

«Auspichiamo – concludono le associazioni – che questa sentenza porti il Ministero e le istituzioni nazionali e locali a dialogare con chi, come le associazioni di protezione ambientale, è portatore di interessi che riguardano l’intera collettività e a non farsi trascinare da una visione distorta, miope e unilaterale del concetto di tutela dell’ambiente che, tradendo il percorso che ha portato alla riforma della costituzione, identifica le aree protette non come strumenti di valorizzazione delle ricchezze del territorio e di sviluppo sostenibile ma come ostacoli alla diffusione di pratiche che ormai hanno dimostrato di essere dannose per la natura e per l’economia».

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