Su Per Terra, la storia del ritorno alla natura di due giovani dell’Irpinia
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Avellino, Campania - Quella di Su per terra è la storia di un viaggio di ritorno: il ritorno di Francesca e Giovanni alla propria terra d’origine, tra le colline dell’Irpinia, in provincia di Avellino. E allo stesso tempo un viaggio di ritorno a uno stile di vita genuino, a un’agricoltura lontana dalle logiche delle grandi produzioni e a un rapporto con la terra basato sul rispetto e sulla reciprocità.
IL RITORNO A CASA E LA NASCITA DI SU PER TERRA
Su Per Terra nasce nel 2017 dal desiderio di Francesca e suo fratello Giovanni – a cui presto si è unita Paola, loro carissima amica – di restituire alla propria terra quello che da lei avevano ricevuto. A diciott’anni sia Francesca che Giovanni avevano lasciato casa per studiare, l’una a Perugia, l’altro a Parigi, immaginando inizialmente strade diverse per il loro futuro. Ma la vita in città non riusciva a soddisfarli e dopo la laurea hanno deciso di invertire la rotta, di tornare a casa e provare a dare una possibilità a quella terra dalla quale si erano convinti di dover andare via.
«Non volevamo fare gli eroi, ma provare a offrire una speranza a queste terre che spesso vengono abbandonate a loro stesse. I pochissimi enti attivi sul territorio non sono molto attenti e non riescono a comprendere fino in fondo il valore di una vita genuina, e la fortuna di avere a disposizione le acque delle sorgenti, l’aria pulita, un’immensità di verde. Inoltre, desideravamo fare un lavoro che ci piacesse e che ci regalasse soddisfazioni», mi ha racconto Francesca.
UN’AGRICOLTURA ORGANICA E RIGENERATIVA
È così che hanno dato vita a Su Per Terra, un’azienda agricola situata a Casano Irpino, in provincia di Avellino. «La nostra esperienza era limitata a quella di un piccolo orticello casalingo, per cui possiamo dire di essere partiti da zero. Su per terra promuove un’agricoltura organica e rigenerativa con metodi che per chi porta avanti un’agricoltura intensiva sarebbero controproducenti, perché richiedono più lavoro e meno raccolto, ma che per noi sono la base per un uso rispettoso della terra».
«Cerchiamo di sfruttare il terreno il meno possibile attraverso rotazioni e azioni di rigenerazione del suolo. Utilizziamo il telo pacciamante, che è fatto di pura cellulosa e che si degrada dopo la coltivazione, permettendoci di rimescolarlo nel terreno senza rischi di contaminazione. Inoltre, dove possibile, manteniamo l’erba spontanea e la vegetazione naturale, poiché fornisce cibo agli insetti – che ovviamente non scacciamo con pesticidi – che, trovando già di cosa nutrirsi, non attaccano le nostre piante».
L’ESSENZIALE È PIÙ CHE ABBASTANZA
Quello che Su per terra incoraggia con il suo lavoro non è solo un tipo di agricoltura rispettosa, ma un’etica basata sulla lotta allo sfruttamento e al consumo eccessivo. L’obiettivo è quello di prendere dalla terra solo quello che è pronta a donare e di sfruttare il minor numero di risorse possibile per ottenerlo. Come metodo di irrigazione, Su Per terra utilizza quello “goccia a goccia”, che porta l’acqua dove serve e nella quantità strettamente necessaria al fabbisogno delle piante. Questo, unito alla pacciamatura che riduce l’evaporazione del suolo, permette di non sprecare un bene tanto prezioso.
Il raccolto viene infine trasformato all’interno di un piccolo laboratorio artigianale e senza l’uso di additivi, agenti chimici, coloranti o conservanti, in conserve, confetture, marmellate o essiccati. «Anche quando trasformiamo i prodotti, cerchiamo di utilizzare solo lo stretto indispensabile. Per esempio nelle confetture cerchiamo di utilizzare lo zucchero solo nelle quantità necessarie alla conservazione». Le stesse ragioni hanno portato Su per Terra a scegliere confezioni semplici e facilmente riciclabili o riutilizzabili: «A livello commerciale potremmo sembrare poco attraenti, perché non abbiamo buste o cartoni con il logo. Non è incuria, ma il risultato di una scelta consapevole».
SU PER TERRA ARRIVA A NAPOLI CON PRESIDI CONTADINI
Sicuramente l’etica di Francesca, Giovanni e Paola non semplifica loro il lavoro, ma per seguire quello in cui credono non sono disposti a compromessi. Hanno scelto di andare “su” per terra, sottolineando la bellezza del lavoro nei campi e la straordinarietà della terra, mentre il richiamo alla filastrocca evidenzia la volontà di farlo “tutti” insieme. «Sappiamo che da soli non potremmo andare da nessuna parte e per questo abbiamo cercato di stringere alleanze con altri contadini della zona che condividono la nostra etica e che lavorano nel rispetto dell’ecosistema e della biodiversità. Insieme, le nostre voci si fanno più sentire».
Organizzano spesso insieme mercatini o presidi contadini. Da poco tempo ogni giovedì arrivano a Napoli ospiti dall’associazione Mani Tese, a pochi passi dalla metro di Piazza Cavour. «Con un appuntamento settimanale, speriamo di creare una piccola comunità di persone che apprezzi e condivida la nostra etica di lavoro».
L’auspicio è che anche enti pubblici e istituzioni si accorgano dell’importanza dell’impegno assunto da Su Per Terra. «Avremmo bisogno di più manodopera, ma per il momento non ci è possibile assumere personale. Questo è un punto critico: non riceviamo sufficiente supporto dalle politiche locali e nazionali; tuttavia siamo convinti che per la salvaguardia del territorio e il rispetto dell’ambiente, questa sia la strada giusta. Speriamo che la nostra piccola comunità cresca e che sempre più persone decidano di abbracciare uno stile di vita e di consumo che sia etico e rispettoso dell’ambiente», ha concluso Francesca.
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