Sensuability®️, abbattere i tabù su sessualità e disabilità attraverso l’arte – Dove eravamo rimasti #31
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Roma, Lazio - Sensuability®️ è il progetto nato a Roma da un’idea di Armanda Salvucci e promosso dall’associazione Nessunotocchimario. Di Armanda vi avevamo già parlato: è stata una delle protagoniste del viaggio nell’amore (e nel sesso) che cambia e si impegna ogni giorno a rompere i tabù sulla sessualità verso le persone con disabilità, continuando a fare progressi significativi. Dall’ultima volta che ne abbiamo parlato, nel 2021, Sensuability®️ ha compiuto grandi passi in avanti nel suo percorso di sensibilizzazione. Ho intervistato Armanda per farmi raccontare nel dettaglio tutte le novità.
Quali sono stati gli sviluppi più significativi per Sensuability®️ dall’ultima volta che abbiamo raccontato le vostre iniziative?
Da quando abbiamo parlato l’ultima volta sono successe tantissime cose e tante altre sono in cantiere. La mostra Sensuability: ti ha detto niente la mamma? è giunta alla sua sesta edizione, abbiamo iniziato il tour per portarla in varie città d’Italia, abbiamo realizzato corsi di formazione sul tema per la Asl di Roma e per alcuni ospedali del Trentino.
Inoltre abbiamo avviato una convenzione con l’Università La Sapienza per attivare i tirocini nella nostra associazione, partecipato a tavole rotonde, seminari e convegni pubblici, organizzato incontri dedicati al tema e rivolti specificamente alle persone con disabilità, continuato a lavorare sul linguaggio per cambiare il pensiero. Ci sono inoltre tantissimi progetti in cantiere che per scaramanzia non diciamo, ma vi invitiamo a rimanere sintonizzati per scoprirli.
In che modo si sono evolute le sfide di Sensuability®️ emerse nel promuovere la sessualità e l’affettività delle persone con disabilità in un mondo sempre più digitalizzato?
La presenza in rete è sempre più fondamentale se si vuole raggiungere un largo pubblico e promuovere il tema della sessualità e disabilità. Gli strumenti di divulgazione diventano obsoleti alla velocità della luce e di conseguenza c’è le corsa a impararne di nuovi. La rete unisce ma finisce anche con l’isolare le persone e questa cosa ovviamente danneggia ulteriormente quelle con disabilità. Allo stesso tempo però apre nuove opportunità e permette di confrontarsi in maniera più ampia con realtà che potrebbero non essere alla portata di tutti. Questo ovviamente significa che tutti gli strumenti digitali vanno utilizzati con consapevolezza e con razionalità che portano a distinguere tra quelle che sono opportunità e quelli che sono rischi.
Per questa ragione Sensuability®️ non si limita a utilizzare soltanto strumenti digitali, ma punta su eventi come la mostra di fumetti, come possono essere le iniziative in cantiere che favoriscono l’incontro, la discussione faccia a faccia. Oltre alle attività di formazione itineranti, che comunque ci permettono di lavorare anche offline. Un pezzo di mondo che non ci dobbiamo mai dimenticare, perché ovviamente la realtà è quella rete che ti permette di conoscere e confrontarti con le persone, le famiglie e quelle persone che non utilizzano i social.
Quali nuovi progetti o iniziative avete lanciato per aumentare la consapevolezza della sessualità nella vita delle persone con disabilità?
Abbiamo lavorato su due livelli: la formazione delle figure che ruotano attorno alle persone con disabilità – quali genitori, insegnanti, educatori e personale – che lavora nelle strutture e incontri/conversazioni, rivolti alle persone con disabilità, all’interno dei quali, in uno spazio protetto che garantisca il rispetto della privacy e l’accoglienza, trattiamo liberamente il tema senza giudizio.
Cosa avete imparato dalle vostre esperienze passate con Sensuability®️ e come avete adattato il progetto di conseguenza?
In realtà non abbiamo mai adattato il progetto alle esperienze esterne. Noi partiamo da una visione che permea il progetto e la nostra associazione e su quella cerchiamo di modificare la realtà esterna. Sicuramente abbiamo capito che non tutte le persone sono pronte ad affrontare questo tema e tutto ciò che ruota intorno: autonomia, vita indipendente, lavoro e costruzione di sé. Spesso le persone preferiscono pensare che la società è cattiva piuttosto che lavorare su loro stesse. Ma noi abbiamo tutta la pazienza del mondo e le aspettiamo.
Qual è stato il ruolo dell’attivismo e del sostegno comunitario nel vostro percorso fino ad oggi?
In realtà negli anni ci siamo rese conto che con le realtà che ruotano attorno al mondo della disabilità – che siano associazioni, altre realtà del terzo settore o influencer – non è facile fare squadra per via di tutti gli impegni che ognuno di noi ha. In sintesi, la voglia e l’interesse c’è da parte di noi tutti ma spesso manca il tempo.
Molte sono le realtà invece che ci hanno sostenuto negli anni e tuttora ci sostengono; tra le altre il Comicon, Vita Non profit, Le plurali Editrice, Italia che Cambia, gli artisti e i partecipanti al concorso che hanno preso parte alla mostra che sono diventati i nostri primi attivisti, le scuole, le ASL, la Regione Lazio. Senza dimenticare il ruolo attivo che Nessunotocchimario stesso svolge che si traduce in progetti e iniziative volte a sensibilizzare e ad abbattere i pregiudizi e i tabù.
Come avete coinvolto la società e le istituzioni nel vostro lavoro di sensibilizzazione e di previsione?
Con la formazione alle associazioni, alle ASL, agli ospedali e alle università, con il concorso di fumetti e la successiva mostra che ci hanno consentito di entrare direttamente nelle scuole riuscendo a stimolare le giovani menti. È stato incoraggiante vedere come gli studenti liceali abbiano sempre risposto positivamente, presentando tavole e illustrazioni fantastiche, libere da pregiudizi e tabù. È su di loro che dobbiamo puntare per promuovere una ri-evoluzione culturale.
Avete notato dei cambiamenti nella vita delle persone dopo aver incontrato Sensuability®️?
Sì, piccoli cambiamenti, anche impercettibili ma non per questo meno importanti. Già il fatto di aprirsi e parlare delle proprie sensazioni, paure e desideri di donne con disabilità è fondamentale. Ogni persona che ci contatta condivide la propria storia senza timore di essere giudicata ed esprime liberamente la propria visione della sessualità. Finalmente il corpo è posto al centro della discussione in modo autentico, senza essere manipolato o stereotipato.
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