27 Mag 2024

Scalo Sogni: il viaggio in solitaria di Ettore Campana arriva sulle vette del Caucaso

Scritto da: Benedetta Torsello

Ettore Campana, trent’anni, è tornato in sella alla sua bicicletta per affrontare quindici cime del Caucaso, in Georgia. Il suo progetto, Scalo Sogni, supportato dalla ASST Spedali Civili di Brescia, dalla ABE (Associazione Bambino Emopatico) e dalla LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), è dedicato ai bambini ricoverati nel reparto di Oncoeamatologia Pediatrica di Brescia.

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Brescia, Lombardia - In sella alla sua bicicletta o con gli sci ai piedi, Ettore Campana sembra leggero, inarrestabile. A soli trent’anni è un habitué del viaggio in solitaria, ha già visitato decine di paesi in tutto il mondo, dal Canada al Sudamerica alla Nuova Zelanda. Va in montagna sin da prima di imparare a camminare, ci aveva raccontato ricordando quando a portarlo sulle Dolomiti era suo padre. Il suo coraggio di viaggiatore curioso e instancabile sembra non avere orizzonti geografici, né limiti altimetrici.  

Sul suo profilo instagram, Ettore cattura momenti diversi delle sue avventure: le viste mozzafiato, le discese vertiginose, la fatica, ma anche i momenti di meritato riposo. Partito dalla sua città, Brescia, ormai più di un mese fa, nell’ultimo viaggio in solitaria portato a termine, Ettore ha raggiunto Kutaisi, in Georgia, per tentare una nuova sfida: raggiungere in bicicletta alcune delle vette più alte del Caucaso e portare fin lassù i sogni dei bambini ricoverati nel reparto di Oncoeamatologia Pediatrica di Brescia.

 viaggio in solitaria
La bicicletta di Ettore, sua compagna durante l’ultimo viaggio in solitaria

Dopo l’attraversamento delle Alpi nella primavera 2023 e del Sudafrica nell’autunno dello stesso anno, Ettore Campana ha così aggiunto un terzo capitolo al suo progetto Scalo Sogni, che si è concluso – almeno per il momento – sulla vetta del Kazbek a 5054 metri di quota.  Il suo, ha più volte sottolineato, non è un semplice viaggio in solitaria: «Non solo scalate, ma un viaggio alla scoperta di piccoli villaggi dimenticati dal tempo, della cultura e delle tradizioni».

Immancabile compagna di viaggio, la sua biciletta che carica di tutta l’attrezzatura di scialpinismo arrivava a pesare quasi cinquanta chili. In totale, il trentenne bresciano ha percorso 1400 chilometri, assecondando le condizioni metereologiche non sempre favorevoli. Per Ettore, la montagna non è solo una grande passione, ma «uno stile di vita», racconta. «Avvisto le cime all’orizzonte con il desiderio di salirle nei giorni a venire. Ma senza dare tanta importanza al risultato, quanto alla strada che mi porta fin lassù».

Grazie a Scalo Sogni, è un po’ come se fossimo insieme su quelle cime. Vedere i loro sorrisi e la loro forza di fronte alla malattia è qualcosa di incredibile

Forse il momento più complicato ed emozionante di tutto il viaggio è stata proprio la scalata del Kazbek. Partito dal villaggio di Kazbegi, a 1700 metri di quota, Ettore ha raggiunto l’Alti Hut, unico rifugio gestito della Georgia. Non c’erano altri clienti, ma il gestore l’ha aiutato a capire quale fosse la traccia da seguire sul ghiacciaio. L’ascesa è proseguita fino a Bethlemi Hut che, a 3650 metri, rappresenta il campo base per la scalata del Kazbek. Le condizioni metereologiche non lasciavano presagire nulla di buono, ma Ettore si è accampato e alle 3 del mattino, quando la nebbia era scomparsa, si è incamminato, fino in cima.

Prima che partisse per la Georgia, i bambini del reparto di Oncoeamatologia Pediatrica di Brescia hanno firmato e disegnato delle bandierine colorate che gli hanno consegnato con «l’importante missione di farle sventolare su ogni vetta salita come segno di speranza e per spronarli a non smettere di credere nei loro sogni di guarigione». Sono infatti loro i veri protagonisti di Scalo Sogni, progetto supportato da ASST Spedali Civili di Brescia, ABE – Associazione Bambino Emopatico e LILT – Lega Italiana Lotta ai Tumori.

 viaggio in solitaria

«Alle volte, sulla nostra chat privata, ricevo dai bambini e le bambine dell’Ospedale di Brescia dei messaggi o delle fotografie», racconta. «E questo per me ha un significato immenso perché vuol dire che siamo riusciti a instaurare un legame. In qualche modo, grazie a Scalo Sogni, è un po’ come se fossimo insieme su quelle cime. Vedere i loro sorrisi e la loro forza di fronte alla malattia è qualcosa di incredibile: non sono solo io a ispirare loro, ma sono soprattutto loro a ispirare me».

I viaggi poi sono fatti soprattutto di incontri. E di questa sua ultima avventura in Georgia, Ettore ne ricorda uno in particolare: «Spesso mi sono dovuto difendere da numerosi attacchi di cani territoriali molto aggressivi. Confesso di aver avuto paura in molti casi. E allo stesso tempo ho avuto meravigliosi incontri con cani dolci e affettuosi che mi hanno seguito ovunque: da trafficate strade in salita sotto la pioggia, fino alle vette di montagne innevate. Forse l’incontro più speciale è avvenuto con la cagnolina Speranza, che ho incontrato due volte durante il viaggio condividendo con lei momenti profondi ed emozionanti; salutarla è stato molto doloroso».

Rientrato in Italia alla fine del suo viaggio in solitaria, Ettore immagina già le sue prossime avventure e magari un nuovo capitolo di Scalo Sogni. Non sa esattamente dove lo porterà la sua bicicletta nei prossimi mesi, né quale altra vetta si troverà a scalare. Prima di salutarci, gli chiedo quale sogno vorrebbe avverare o scalare. «Sogni da scalare ne ho ancora molti – mi dice – Per ora mi limito a viaggiare, anche solo con la fantasia». La prossima avventura è ancora tutta da scrivere.

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