Primaurora, l’associazione per la tutela e la salvaguardia del Vesuvio
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Campania - Ho conosciuto Silvano Somma – come Monte Somma, il monte all’interno del quale si è originato il Gran Cono del Vesuvio – il presidente dell’associazione Primaurora, un po’ per caso: ero in giro qua e là sui social e mi si è palesato davanti agli occhi un loro evento, un escursione sul Monte Faito. Chi mi conosce sa quanto io ami questa montagna a picco sui golfi di Napoli e Salerno e quanto per me sia importante non solo dal punto di vista meramente fisico, ma anche e soprattutto dal punto di vista spirituale.
È lì che ho conosciuto Gaetano, il terapista forestale amico di tutti i viandanti. E ancora, è lì che dopo un periodo di crisi, ho ricominciato a respirare. L’escursione di Primaurora mi ha irradiato, ha svegliato in me il desiderio di fare conoscere loro a tutti voi, li ho prontamente contattati ed eccoci qui a chiacchierare.
PRIMAURORA, COS’È E COME NASCE IL DESIDERIO DI “VIS ET AMOR?”
La scelta di un motto latino la dice lunga sugli obiettivi di Primaurora: radici ben salde, non solo nella storia, ma anche nella terra che ha dato loro i natali. Terra nera sì, ma vitale. Primaurora nasce formalmente nel 2017 dopo gli incendi che distrussero il Vesuvio: 1600 ettari di terra resa cenere. «Io insieme alle persone, di cui la nostra Primaurora si nutre, siamo stati impegnati per giorni “lungo il fronte”. Siamo stati di supporto all’inizio per lo spegnimento dei grandi e piccoli focolai, poi alla flora e alla fauna sopravvissuta agli incendi. Attraverso il mio contatto Facebook personale riuscii ad arrivare a molte persone e arrivammo a essere più di 300 in quei giorni».
«La nostra associazione nasce solo ufficialmente nel 2017 – prosegue Silvano –, ma il nostro impegno per la natura ha radici ben più profonde, nella nostra infanzia. Oltre all’impegno sul campo portiamo avanti anche progetti di avvicinamento alla natura soprattutto nelle scuole: le nostre attività cercano di avvicinare talvolta, e non solo riavvicinare, la popolazione tutta, a ogni età e latitudine, alla natura e alle pratiche che ci mettono in sintonia con essa. Ovviamente per riuscire ad avvicinare tante persone abbiamo cercato di diversificare quanto più possibile le nostre attività, quindi spaziamo dall’avvistamento antincendio classico al monitoraggio anche contro le micro criminalità, fino ad arrivare a occupazioni ludiche».
LOTTARE PER ‘O GIGANTE DA MUNTAGNA, IL VESUVIO
«Ad esclusione del periodo Covid i nostri progetti ci vedevano proprio sul campo con i nostri grandi e piccoli volontari; siamo sempre scesi in campo per la flora e la fauna. Spesso ci è capitato di scontrarci con le istituzioni perché parecchie delle problematiche che noi affrontiamo sono di competenza comunale, regionale o dell’ente parco – ora le collaborazione sono tante e sempre più attive. Noi abbiamo cercato di trovare un punto d’incontro, perché la nostra idea è quella di instaurare una sinergia, una collaborazione fattiva, ma a volte da parte delle istituzioni c’era proprio voglia di non capire, di girarsi dall’altro lato per evitare il problema».
«La nostra più grande soddisfazione è però nelle persone che ci seguono e supportano dal primo giorno: dove le istituzioni non arrivano o non vogliono arrivare, ci siamo noi e le associazioni con le quali collaboriamo. Mi preme parlarti della nostra vittoria nel Comune di Rocca d’Evandro, in provincia di Caserta: lì tuteliamo un bosco che ha rischiato di essere distrutto per la costruzione di una discarica». Nel bosco di Vandra lo scorso dicembre – con un’altra associazione amica di Italia che cambia, l’Associazione ARDEA – «un giovane falco gheppio ha ritrovato la sua libertà dopo un periodo di cura e convalescenza».
RIFORESTI-AMO IL GIGANTE, LA LORO VITTORIA CONTRO LA DEFORESTAZIONE
Il più grande traguardo raggiunto in assoluto è l’impegno messo per la riforestazione del “gigante buono”, il Vesuvio: «Dopo gli incendi del 2017 abbiamo piantato più di 5000 alberi e questo progetto ci ha unito in maniera indelebile a più di cinquanta associazioni e una decine scuole. Abbiamo trovato un supporto importante anche da parte delle università: collaborano con noi varie figure professionali – io stesso sono un dottore forestale – che ci facilitano il lavoro nel portare avanti i nostri progetti, seguendo procedure tecniche e amministrative che ci permettono di avere sempre contezza di ciò che facciamo. Vogliamo essere da esempio e guida per altre associazioni, non solo della zona vesuviana».
Primaurora coinvolge inoltre i giovani abitanti delle nostre scuole piantando alberi, permettendo loro di curarli e innaffiarli; collabora anche con aziende che adottano progetti di volontariato, i cui dipendenti hanno collaborato in passato a riforestare il Vesuvio e oggi hanno un ruolo operativo nelle loro attività attraverso il cosiddetto volontariato aziendale o volontariato d’impresa.
UNA MINACCIA SILENZIOSA: GLI SMALTIMENTI ILLECITI
«È inutile negare che ambiente e società non vanno di pari passo: l’inciviltà è figlia del sistema», aggiunge Silvano. «Le sfide più grandi che viviamo sono quelle di carattere sociale, la negligenza di uno fa sì che si vengano a creare discariche abusive. Spesso durante le nostre azioni di clean-up abbiamo trovato grosse quantità di calcinacci di aziende edili che utilizzano la strada come scarico; lavorano allo stesso modo anche alcune aziende tessili».
Ecco perché Primaurora punta tantissimo a seminare nel cuore dei più piccoli l’amore per la natura e per l’ambiente: il futuro è in mano ai nostri figli e ai nostri nipoti, sono loro a dover combattere per cambiare qualcosa, a doversi esporre in questo progetto a lungo termine. Primaurora cerca di disintossicare grandi e piccoli da tutto ciò che allontana la popolazione dalla natura: spesso per coinvolgere i più piccoli ci si avvale dei giochi, quali magari il tiro alla fune o attività che prevedono l’utilizzo del legno – ovviamente il tutto fatto nel verde.
«Negli anni – conclude Silvano – ho riscontrato maggiore conoscenza di quelle che sono le problematiche ambientali, soprattutto attorno alla nostra associazioni che è cresciuta ed è arrivata a tante persone. Il nostro socio più anziano ha 102 anni, mentre il nostro socio più giovane ha 3 anni: questo è l’esempio che ci aiuta a far capire come riusciamo a muoverci a 360 gradi su tutte le fasce di popolazione. La nostra ambizione per il futuro è quella di poter far conoscere la nostra realtà a livello nazionale, perché alcune problematiche e alcuni temi sono da affrontare non come singola associazione».
I loro 200 soci, seppur dinamici, vivono e lavorano anche in altre regioni d’Italia e questa è la dimostrazione lampante che far parte di un’associazione non vuol dire solo muoversi e lavorare esclusivamente su un determinato territorio. I principi e le ambizioni fanno sì che dovunque ci si trovi, si possa dedicare tempo ed energia alla natura e al suo benessere.
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