29 Mag 2024

Il Parco della Lavanda, l’angolo di Provenza in Calabria che si prende cura del territorio

Scritto da: Tiziana Barillà

Si chiama Parco della Lavanda e si trova a Campotenese, una frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza, ed è proprio ai piedi del Parco Nazionale del Pollino. La coltivazione e trasformazione della Lavanda, unite alle attività di fattoria didattica, sono al centro del modello di sviluppo di questa azienda agricola biologica.

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Cosenza - “Un giorno poi, mentre cammina per boschi e prati con la madre, trova uno strano fiore profumato e colorato. Lo raccoglie e lo pianta nel suo giardino, bisognoso di essenze resistenti al freddo. Scopre che è una lavanda endemica del Pollino – i botanici interpellati la battezzeranno come Lavanda pyrenaica; Selene invece la chiamerà Lavanda loricanda, in onore al Pino loricato. Comincia a coltivarla e a distillare il prezioso olio essenziale che ha reso ricca la Provenza, nel sud della Francia”.

Inizia così la storia del Parco della Lavanda, nelle parole delicate del “cercatore di luoghi perduti” Francesco Bevilacqua. Non tutti sanno che c’è una Provenza anche in Italia, in Calabria. Si chiama Parco della Lavanda e si trova a Campotenese, una frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza, ed è proprio ai piedi del Parco Nazionale del Pollino.

Lavanda

Una lunga distesa di piante di lavanda autoctona, arricchita con angoli fiabeschi e senza tempo, un campo coltivato con spazi di trasformazione e una fattoria didattica incentrata sulla lavanda nativa del Parco Nazionale del Pollino, la Loricanda. La Lavanda di Campotenese è una specie autoctona, distinta dalla lavanda di Provenza, che cresce alle pendici del Massiccio del Pollino.

L’idea di coltivare la Loricanda nasce dalla visione dei coniugi Rocco che, nel 2007, fondano il Parco della Lavanda con il «preciso intento di studiare e selezionare la varietà spontanea di lavanda locale che cresce da sempre nelle pietraie del Pollino, e coltivarla a regime biologico certificato in appezzamenti di terreno ormai abbandonati», spiegano. «Nei nostri campi e nel nostro Giardino Botanico si possono ammirare decine e decine di varietà di Lavande, angustifolie e Intermedie. Nel periodo di fioritura si può inoltre avere la possibilità di assistere alle normali attività di trasformazione, come la distillazione e l’essiccazione, per poi apprezzare i nostri prodotti».

Il Parco della Lavanda è innanzitutto un progetto agricolo con l’obiettivo di tutelare il territorio

Una pianta sempreverde, di piccole dimensioni, che al Sud cresce spontaneamente. La lavanda è impiegata particolarmente nei settori officinali, cosmetici, erboristici e alimentari. Originaria dell’Europa mediterranea, è stata un elemento fondamentale per i processi di mummificazione nella cultura egizia, mentre i Greci ne usavano profumo e colori per ornare le vergini date in sacrifico agli dei.

Anche i Romani conoscevano bene la lavanda: ne ricavavano l’essenza dalle proprietà purificanti, antisettiche, antibatteriche, antireumatiche e antinfiammatorie, curando con l’olio essenziale di lavanda bruciature e punture di insetti. Nel corso dei secoli le sue proprietà sono diventate sempre più diffuse, e lo sono ancora oggi. Dei suoi mille usi si occupano i Rocco: saponi, candele, sali da bagno e sacchetti profuma-biancheria sono solo alcuni dei prodotti ottenuti dalla Loricanda.

Lavanda
Foto di Antonio De Marco

Ma il Parco della Lavanda è innanzitutto un progetto agricolo con l’obiettivo di tutelare il territorio. La coltivazione e trasformazione della lavanda, unite alle attività di fattoria didattica sono al centro del modello di sviluppo di questa azienda agricola biologica: coltivare lavanda a tutela del territorio. L’azienda infatti ha l’obiettivo di «diffondere la coltura della lavanda per riqualificare ambienti rurali montani o marginali dove incombono degrado ambientale e abbandono, dove l’agricoltura convenzionale non è redditizia o è in competizione con la fauna selvatica». 

La loricanda è una pianta resistente per natura, che non necessita di trattamenti chimici poiché ha proprietà antisettiche, in montagna è particolarmente indenne da parassiti e non richiede interventi con antiparassitari. E poi si presta ai mille usi come dimostra la ricca offerta dei prodotti: per ammirare la fioritura occorre aspettare la fine di giugno, il periodo migliore è tra il 20 giugno e il 20 agosto, dicono i padroni di casa. Solo allora, la distesa si colorerà con le circa 60 varietà del giardino botanico monospecie, dove ciascuna è illustrata dagli esperti in modo da poter essere distinta e apprezzata.

Leggi anche la storia di Francesca Cinquemani, che è tornata al sud per coltivare la lavanda.

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