Officine Gutenberg: editoria e disabilità non sono mai state così vicine
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Piacenza, Emilia-Romagna - Sono a Piacenza per raccontarvi la storia di una realtà dai mille volti. Una realtà poliedrica che ha saputo avvicinare mondi apparentemente lontani e che quotidianamente lotta per costruire punti di aggregazione aprendo porte laddove altri vedono ancora barriere. Sto parlando della Cooperativa Sociale Officine Gutenberg. Mi accolgono Giovanni Battista Menzani, socio fondatore e direttore editoriale, e Lorenzo Rai, responsabile della comunicazione, in un meraviglioso open space. Anche se siamo in orario di pausa pranzo, si percepisce ancora la vitalità che fino a pochi minuti prima animava il posto.
Officine Gutenberg ha una missione molto chiara: agire prendendosi cura del territorio informandolo, promuovendolo, stimolandolo e servendolo. Il tutto valorizzando le diversità. «Officine Gutenberg è nata dalla fusione di due realtà attive sul territorio piacentino nel settore dei servizi e della comunicazione», mi racconta Giovanni.
Una, Eredi Gutenberg, era una cooperativa sociale con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati nel settore della stampa digitale e tipografia. L’altra, Codex10, anch’essa società cooperativa, nata come un laboratorio creativo su tutti quegli aspetti della comunicazione, dall’ideazione alla realizzazione di campagne promozionali e di immagine, dai servizi di grafica al service giornalistico e di ufficio stampa. «Da questa realtà, quasi in contemporanea, nasce Piacenzasera.it, primo giornale on line della città. Unendo tutte queste forze è nata la Cooperativa Sociale Officine Gutenberg».
MA QUINDI, COS’È OFFICINE GUTENBERG?
Officine Gutenberg quindi è una casa editrice, un giornale online, un’agenzia di comunicazione, una stamperia e copisteria; inoltre gestisce le biblioteche di otto Comuni del piacentino e il centro di aggregazione Spazio 4 per il Comune di Piacenza, organizza eventi e collabora alla realizzazione di progetti sociali. Il tutto cercando di unire due mondi distanti come quello dell’editoria e della comunicazione a quello delle fragilità e disabilità.
Nella cooperativa infatti lavorano ragazzi con delle fragilità. «C’è chi si occupa di logistica, chi di distribuzione, chi prepara le vendite on line», mi spiega Giovanni. «Inoltre abbiamo ideato una linea di prodotti cartacei che si chiama Print Different. Si tratta di oggetti di stampa originali, questi prodotti spesso sono realizzati manualmente e i ragazzi ci aiutano molto in questo. Le guide marsupio, per esempio, fanno parte di Print Different».
Le guide marsupio sono molto conosciute sul territorio piacentino e stanno anche diventando un punto di riferimento per chi si trasferisce a Piacenza o paesi limitrofi. Le più famose sono le Camminate Piacentine, ad opera di Achille Menzani. Si tratta di una raccolta di itinerari, supportati da immagini fotografiche e tanti consigli pratici, in formato maneggevole e, come suggerisce la collana stessa, a misura di marsupio. «Sicuramente – afferma Giovanni con un sorriso – la ricaduta sul territorio è che i piacentini camminano di più».
I PROGETTI DI OFFICINE GUTENBERG
E vi posso assicurare che effettivamente sono in molti i piacentini che si addentrano sui sentieri con le guide delle Officine in tasca, così come molto altri sono coloro che si avvicinano ai sentieri grazie alle guide stesse. «Gestiamo otto biblioteche in provincia – aggiunge Lorenzo – e inseriamo dei bibliotecari e i ragazzi fanno attività di bookcrossing o di distribuzione. Poi abbiamo altre attività in cui sono impegnati con grande entusiasmo, come il supporto nella gestione per il Comune di Piacenza dello Spazio 4, un centro di aggregazione giovanile» per cui Officine Gutenberg ha ideato una ciclofficina, un caffè solidale e un pollaio sociale.
«Sono molti i progetti di cui il Comune è capofila e che noi gestiamo anche con altri partner», mi spiega Lorenzo. «Ad esempio stiamo facendo il progetto Tempo, un progetto per i ragazzi dai 16 ai 29 anni che sono in un momento di pausa dal lavoro o dallo studio. Questo progetto è figlio di un altro progetto che abbiamo realizzato due anni fa, il progetto Mappe, quello da cui è nata la Ciclofficina sociale che si unisce ai locali, area verde e pollaio sociale di Spazio 4. Anche con le biblioteche nascono progetti: l’anno scorso c’è stato il cammino su sentieri d’autore in Val Tidone».
«Chiaramente – specifica Giovanni – si cerca di trovare delle attività di supporto per i nostri ragazzi, laddove non si riesca ad avere un inserimento continuativo in un settore non particolarmente favorevole e tradizionale». Una vera fucina di idee e solidarietà, un operare – quello delle Officine Gutenberg – che rispecchia gli ideali di condivisione, aggregazione, inclusione e sostenibilità. Infatti la Ciclofficina Pignone, oltre a essere un luogo di aggregazione, vuole incentivare una mobilità cittadina sostenibile.
Il Pollaio Sociale promuove il rispetto per la natura e vuole sottolineare l’importanza di consumare del cibo sano. Il Caffè Sociale è un luogo etico e solidale nel quale si possono acquistare solo prodotti che provengono da realtà impegnate nel sociale; dal caffè della Coop Lazzarelle, la torrefazione aperta nel carcere femminile di Pozzuoli, alle birre del Birrificio artigianale Articioc Copp. Sociale, cooperativa sociale di inserimento lavorativo di Noceto.
Inoltre in quanto casa editrice di Piacenza, Officine Gutenberg sono un punto fermo di fondamentale importanza nel panorama culturale piacentino. «Nel 2013 c’è venuta l’idea di fare questo primo libro – mi spiega Giovanni – io avevo fatto un corso di scrittura con Gabriele Dadati [autore piacentino e consulente editoriale, ndr] e da quel corso è nato il primo di una lunga serie di libri, soprattutto di autori locali».
Le pubblicazioni di Edizioni Officine Gutenberg sono suddivise in alcune collane: oltre le Guide, ci sono i Pescegatti le pubblicazioni legate a temi di attualità, cronaca e politica locale, tra cui il loro primo libro “Il Dizionario Biografico Fantastico dei Piacentini Illustri”; gli Elefanti, che sono i testi storici e scientifici, sempre dedicate a temi locali, come “Chissà quando finirà questa guerra”, una raccolta di lettere di soldati al fronte; le Salamandre sono libri di narrativa con romanzi di autori piacentini; infine i Pesciolini, che è l’editoria per i bambini.
LOW
Da tutta questa esperienza a ottobre 2023 nasce Low Edizioni, casa editrice indipendente che vuole fare libri per il territorio nazionale. «Low perché è il nome della mia band preferita!», scherza Giovanni. «Vogliamo rappresentare una voce che viene dal basso, perché noi ci siamo fatti una discreta gavetta. Non sapevamo farle libri, nessuno arrivava da una casa editrice e infatti Gabriele Dadati ci dà una mano e ci ha dato una mano in passato. C’è questa idea che Piacenza sia una città di passaggio. Da qua passa di tutto, c’è immagazzinato qualunque cosa, e l’intenzione è far girare anche un po’ di cultura. Infatti la collana principale, Low Lands, è di una narrativa che sa unire letteratura e fragilità».
Sono potenti le voci ricercate da Low, voci libere e capaci di raccontare quelle storie marginali, periferiche, ma colme di umanità. Esattamente quell’umanità che si ritrova in uno dei loro libri d’esordi, “Ripartire da qui. Da Barbiana a Gorizia, da Ivrea a Cinisi: dov’è finita l’Italia Migliore?”. Il libro è la storia di un viaggio di un gruppo di scrittori unitosi per raccontare la Barbania di Don Milani, l’Ivrea di Adriano Olivetti, la Cinisi di Peppino Impastato, la Genova di Don Gallo, per un totale di dieci realtà prese come esempio, come punto di partenza per costruire un futuro migliore.
«Ripartire da qui sono tre parole che raccontano dieci lezioni del passato che sarebbe meglio recuperare nell’Italia che sta cambiando», sottolinea Giovanni. «Cambiamento è una parola pericolosa, nel nostro paese le cose stanno cambiando, ma non sempre in meglio. Dovremmo interrogarci su cosa vorremmo cambiare e cosa vorremmo che non cambiasse. L’Italia per cambiare deve guardarsi anche indietro».
L’ITALIA MIGLIORE
Low, come parte di un grande organismo che è Officine Gutenberg, si presenta al nostro paese con una domanda netta, diretta e senza scampo: “Dov’è finita l’Italia migliore?”. Ecco, forse spesso si cercano le realtà eclatanti, quelle che hanno fatto la storia, quelle che hanno fatto la differenza, quelle realtà che sicuramente devono essere un esempio e uno stimolo per tutti noi che auspichiamo un futuro più roseo. Ma forse l’Italia migliore è anche molto più vicina di quanto si possa pensare.
L’Italia migliore, a mio avviso, si può trovare in una cooperativa sociale che lotta per unire due mondi distanti, che costruisce cultura e aggregazione, che parla ai giovani e che sa creare spazi collettivi da utilizzare e condividere. L’Italia migliore è in una realtà che cerca il modo per dare spazio anche ai soggetti più fragili, inventando e creando opportunità laddove altri vedrebbero solo limiti. L’Italia migliore è tangibile nei locali di Officine Gutenberg e nel lavoro costante di chi attraverso la cultura sa valorizzare le diversità e unire mondi che, se visti in un’altra prospettiva, non sono poi tanto distanti.
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