Il forno di Vincenzo: un progetto di comunità è la risposta alla X Fragile
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Salerno, Campania - Vincenzo è un ragazzo con la sindrome della X Fragile, una delle maggiori cause di disabilità intellettiva e relazionale che conosciamo in questo momento. La sua sindrome è l’elemento chiave per questo progetto: nato all’interno di una famiglia in cui le tradizioni erano ancora molto vive, Vincenzo ha imparato a infornare il pane insieme al nonno. Ha frequentato l’istituto alberghiero Ancel Keys di Vallo della Lucania e durante la sua formazione scolastica che Vincenzo ha (ri)scoperto la sua passione per i prodotti da forno. Ed è proprio grazie al suo trasporto che si è dato vita a Il forno di Vincenzo, dapprima come realtà associativa e ora come ente del terzo settore.
QUANDO E COME NASCE IL FORNO DI VINCENZO
Attorno alla figura di Vincenzo e al suo forno vi sono tanti amici, tra questi spicca Scolastica Aresu, amica e presidente dell’associazione Il forno di Vincenzo: «Ho conosciuto Vincenzo per caso – racconta – e di lì a poco abbiamo scoperto di essere quasi vicini di casa. All’epoca mi occupavo di musicoterapia e ho ricevuto dai suoi genitori la richiesta di intraprendere con lui un percorso. Inizialmente lui era in relazione con gli strumenti soltanto e parlava molto poco, man mano il nostro rapporto è divenuto sempre più stretto e ora siamo amici, veri amici. E il progetto del forno è nato proprio a seguito di questa grande affezione che si è venuta a creare tra di noi».
La prima esperienza reale con il pane è avvenuta nel 2011 quando a Vincenzo vennero regalati 80 chili di grano Carosella ed è qui che inizia la grande rete solidale: Vincenzo ha cominciato a essere aiutato da Michele Sica della Residenza Rurale Incartata di Calvanico e da Carmelo Vignes. Insieme sfornavano oltre 60 pezzi di pane: Carmelo insegnava a Vincenzo i segreti dell’impasto e lui ricambiava insegnando a Carmelo quanto importante fosse inseguire i propri sogni sempre e comunque. Nel 2018 è nata l’associazione e nel 2019 è avvenuta la consegna da parte del Comune di Eboli delle chiavi dei locali che ospitano il forno; il 3 dicembre 2023 si è avuta l’apertura de Il Forno sociale di comunità.
IL PANE COME FAUTORE DI RELAZIONI
«Dopo i due anni di lavoro con Michele e Carmelo – prosegue Scolastica Aresu – si è instillato ancor di più in Vincenzo il pensiero che fare il pane da solo non avesse molto senso. Lui voleva che il pane fosse facilitatore di relazioni. Man mano attorno a lui erano sempre di più le persone interessate alla panificazione e a realizzare il suo sogno: tra di noi si è creata un’amicizia il cui fulcro è questo ragazzo». Complice in questo sogno è la famiglia di Vincenzo, una famiglia speciale che ha cercato in tutti i modi di accompagnarlo fin dal principio nella realizzazione dei suoi desideri, tenendo sempre conto però dei suoi bisogni.
I lavori al forno sono iniziati poco prima della pandemia del Covid, la ristrutturazione è stata molto lenta e dispendiosa, ma grazie a una campagna di crowdfunding online è stato raggiunto l’obiettivo di stanziare un budget che permettesse di avviare i lavori. Hanno ricevuto grande sostegno dalla loro comunità, quella più prossima, ma gli aiuti sono arrivati da tutta Italia: non solo aiuto di forza lavoro, ma anche aiuti economici.
Rendere un ambiente alla portata di tutti ha richiesto grossi investimenti: «L’esperienza precedente che abbiamo vissuto con Vincenzo ci ha permesso di far tesoro di tante piccole cose: rispetto a prima adesso utilizza un forno elettrico di ultima generazione. Abbiamo fatto questa scelta perché è molto più facile da utilizzare in autonomia e richiede un impegno, sia fisico che intellettivo, più alla portata di Vincenzo e degli altri ragazzi che frequentano l’ambiente. Ora abbiamo a disposizione, professionalmente parlando, un laboratorio più attrezzato».
CONOSCERE AIUTA A CRESCERE
«Grazie all’esperienza di Vincenzo tutta la comunità sta traendo beneficio. Si è venuto per l’appunto a creare una comunità, che mette al servizio del prossimo le proprie competenze: lo scorso 30 aprile in occasione della Notte del Lavoro Narrato abbiamo istituito una piccola festa con amici e conoscenti, ognuno si è dedicato alla propria passione: qualcuno ha impastato pizze, altri hanno suonato, altri si sono occupati di allestire un impianto audio… Maggiore è la consapevolezza, maggiore è la qualità della partecipazione. Non c’è mai stato un caso in cui Vincenzo si sia trovato da solo, la risposta alle sue richieste è sempre più grande delle nostre aspettative».
Durante la crescita del loro progetto non hanno riscontrato alcuna resistenza da parte del prossimo, le uniche problematiche si sono palesate per via della burocrazia, spesso ancora troppo esigente e silente nei confronti del diverso. Adesso Vincenzo lavora cinque giorni a settimana, tutte le settimane. Ora comincia a desiderare di poter condividere anche con gli altri quello che ha imparato e vorrebbe fare dei corsi per insegnare alle persone a rigenerare il lievito madre e a fare il pane. «Nel forno di Vincenzo c’è un laboratorio aperto a tutti, ai bambini e alle famiglie, ed è un luogo dove il lievito madre è un dono sempre presente per chiunque vuole portarne un po’ nella propria abitazione».
COS’È LA SINDROME DELLA X FRAGILE?
Come spiega l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, “la sindrome della X Fragile, anche conosciuta come sindrome di Martin-Bell, è una rara condizione genetica ereditaria caratterizzata da un ritardo globale dello sviluppo – ritardo neuropsicomotorio –, disabilità intellettiva più o meno grave, disturbi dell’apprendimento e della capacità di relazionarsi con gli altri”.
Ma come si affronta la sindrome della X Fragile? «La determinazione di Vincenzo ha permesso a questo progetto di andare avanti; questo percorso, che non è di tipo assistenziale, differisce completamente da quelli che sono le esperienze istituzionalizzate che ci sono in giro. Siamo partiti da zero e negli anni c’è stata una grande crescita di Vincenzo: bravo già lo era prima, ma ora è assolutamente eccezionale, soprattutto nel mantenere certi ritmi, nel relazionarsi con gli altri e nell’aprirsi all’accoglienza. Vorremmo che la sua esperienza fosse da esempio e da monito per tanti come lui vivono la sindrome; vorremmo replicare questa esperienza e renderla fruibile anche ad altri ed è esattamente questo il passo immediatamente successivo della nostra associazione».
Le difficoltà rilevate nel corso di questa esperienza sono state molto formative: il forno di Vincenzo è un’occasione anche di orientamento al lavoro, in particolar modo per i giovani adulti con disabilità. «Vincenzo in questo percorso è stato affiancato da un ingegnere, genitore di un bambino con la X Fragile. Si è quindi curato tutto nei minimi particolari in maniera tale che venisse rispettata la sicurezza del luogo di lavoro». Ecco che ritorna la rete solidale, la rete attorno alla quale e grazie alla quale la conoscenza della problematica ha reso possibile e più fruibile un ambiente di lavoro a chi mai avrebbe potuto avere un’opportunità del genere.
«È importante conoscere la diversità e con essa anche le sue ombre», conclude Scolastica. «Attorno ai ragazzi vi sono non solo le famiglie, ma anche volontari e operatori che costantemente vengono formati: ciò che è importante è far comprendere che i ragazzi e gli adulti che vivono una condizione di disabilità vanno trattati da persone adulte e hanno bisogno di esperienze alla loro altezza. Hanno bisogno quindi che qualcuno punti su di loro». Su Vincenzo e il suo forno una comunità intera ha puntato e continua costantemente a puntare.
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