Per il Grig la sospensiva contro l’assalto eolico ha “non poche perplessità sul piano giuridico”
Seguici su:
Difendere la Sardegna dall’assalto eolico continua a essere la priorità. Dei comitati uniti per la tutela ambientale, delle comunità in lotta contro gli espropri, degli amministratori che continuano a ribadire il loro no alle richieste di autorizzazione per la realizzazione di parchi eolici nell’Isola e ora (pare), anche della Regione Sardegna. La Giunta regionale sarda ha infatti approvato la deliberazione n. 11/3 del 30 aprile, un Disegno di legge “salva Sardegna” che dovrebbe porre un freno al cosiddetto assalto eolico, concernente Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali.
L’intenzione politica quindi di porre un freno a quelle che – al momento – sono pari a 809 richieste di allaccio di impianti di produzione di energia rinnovabile che, in caso di semaforo verde, produrrebbero 57,67 Gigawatt di una potenza che sarebbe ben sette volte l’obiettivo al 2030 stabilito in sede comunitaria pare quindi esserci, ma le critiche e la messa in discussione dei termini stessi del Disegno di legge non mancano. Anche per l’associazione ecologista del Gruppo di Intervento Giuridico, «al di là di alcuni commenti entusiasti, non si tratta di rose e fiori». Ma andiamo per gradi.
NON UNA MORATORIA MA UNA SOSPENSIVA
«In questo momento c’è un far west e un vuoto normativo, abbiamo preso del tempo per mettere delle regole e per poter negoziare con lo Stato, sia per quanto riguarda l’individuazione delle aree idonee, sia per l’apertura della revisione della paesaggistica che è competenza concorrente con lo Stato». Così la Presidente della Regione Alessandra Todde ha spiegato l’obiettivo del cosiddetto stop per 18 mesi, precisando che «non è una moratoria, ma una sospensiva» alla realizzazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Sardegna. Un blocco quindi «non tanto delle autorizzazioni, perché le istruttorie sono di competenza nazionale, quanto della loro realizzazione e messa in opera».
Per Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento Giuridico, la prima critica guarda la narrazione attorno al Disegno di legge che dovrebbe sospendere l’assalto eolico. «In realtà non c’è stato alcuno stop al far west degli oltre 800 progetti presentati c’è stata l’approvazione di un disegno di legge che dovrà seguire il consueto iter in Consiglio regionale per la sua eventuale approvazione nel testo finale che l’Aula consiliare deciderà».
“NULLA VIENE DETTO SULL’EOLICO OFFSHORE”
Il disegno di legge – spiegano dal Grig – prevede “il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo” anche per gli “impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili le cui procedure di autorizzazione o concessione sono in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge” (art. 2) in attesa dei decreti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che individuino le aree idonee e non idonee per l’installazione di tali impianti e del successivo adeguamento del piano paesaggistico regionale, non oltre 18 mesi.
«Nulla vien detto sui numerosi progetti di eolico offshore e non pare si sia tenuto adeguatamente conto della previsione dell’art. 20, comma 6°, del dlgs n. 199/2021, secondo cui “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”. La giurisprudenza costituzionale è stata estremamente chiara nell’attribuire allo Stato l’emanazione dei principi fondamentali della materia “energia”, fra cui le disposizioni in materia di individuazione di aree idonee e non per gli impianti, la predisposizione di un’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli stessi, previa intesa in sede di Conferenza Stato – Regioni – Province autonome».
SUL BLOCCO DELL’EOLICO RISCHIO AZIONI RISARCITORIE
Una norma regionale che preveda la moratoria delle procedure, «ovvero la sospensione delle autorizzazioni delle centrali eoliche e fotovoltaiche sul proprio territorio regionale, verrebbe con altissima probabilità impugnata per conflitto di attribuzioni dallo Stato davanti alla Corte costituzionale con esiti abbastanza prevedibili», spiegano dal Gruppo di Intervento Giuridico.
Ma non solo: «Lo stop proposto sarebbe “non tanto delle autorizzazioni, perché le istruttorie sono di competenza nazionale quanto della loro realizzazione e messa in opera”, come dichiarato dalla governatrice; questo significa che un progetto potrebbe esser autorizzato, ma non potrebbe esser concretamente realizzato, determinando lo scontato avvio di azioni risarcitorie nei confronti della Regione».
«Le perplessità sul piano giuridico non sono poche. Una soluzione giuridicamente percorribile appare quella della moratoria nazionale, una sospensione di qualsiasi procedura e autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. La Regione autonoma della Sardegna è coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza permanente delle Regioni e Province autonome . In quella sede può esser approvata una proposta di moratoria nazionale da portare alla Conferenza permanente Stato – Regioni e Province autonome, così da farla divenire provvedimento a efficacia nazionale. Una moratoria nazionale sarebbe più che giustificata».
Una moratoria valida su tutto il territorio italiano è infatti l’obiettivo della petizione Sì all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! promossa dal Grig. In conclusione, l’associazione sottolinea come in merito al fenomeno dell’assalto eolico: «nessun cittadino che voglia difendere il proprio ambiente e il proprio territorio, salvaguardando contemporaneamente il proprio portafoglio, può lavarsene le mani. Quanto sta accadendo oggi nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campi, prati, paesaggi storici del nostro Bel Paese. Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in assenza di pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento