Noi altri: a Cagliari la prima gastronomia inclusiva, un’opportunità per tutti – Io Faccio Così #404
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Cagliari - L’inclusione vien mangiando. Ma anche costruendo spazi in cui il diritto al lavoro non viene messo in discussione dal pregiudizio abilista e l’accessibilità è portata principale di un menù fisso che guarda alla partecipazione di tutta la comunità; come nella gastronomia inclusiva Noi altri.
A Cagliari in via Pergolesi esiste infatti un progetto con due obiettivi che contemporaneamente vengono portati avanti. Il primo è quello di offrire alla città un punto vendita di piatti pronti che rispondano alle esigenze alimentari individuali; il secondo, ma non per importanza, è invece promuovere allo stesso tempo l’inserimento lavorativo di persone con disabilità.
DAL CENTRO DIURNO AL LUOGO DI LAVORO
«Siamo un’opportunità per tanti». Descrive così, nella video-intervista che trovate qui sotto, la gastronomia William Salis, presidente della cooperativa Controvento ideatrice del progetto di Noi altri. Controvento è infatti una cooperativa sociale che nasce nel 2019 ad Assemini, a qualche chilometro da Cagliari. Le finalità dell’organizzazione sono quelle di fornire a categorie marginalizzate.
In questo modo anziani, persone con disabilità, persone in condizione di emarginazione sociale possono usufruire di nuove opportunità e spunti di crescita personale, oltrepassando limiti e barriere imposti dalla società. Questo negli anni ha dato il via alla creazione di progetti e piccole realtà interattive che sostengono i valori di mutuo aiuto e solidarietà nonché l’inclusione in tutti i contesti di vita.
Controvento gestisce inoltre il Centro Diurno, una struttura semi-residenziale e socio-educativa che ha l’obiettivo di aiutare le persone che la attraversano a potenziare le loro competenze e mantenere le autonomie, puntando a migliorare la qualità di vita e l’autodeterminazione della persona. Il Centro Diurno, per il progetto Noi altri, è stato laboratorio di formazione e palcoscenico di prova per la nuova vita lavorativa.
LIBERI DI LAVORARE E DI SBAGLIARE
«Abbiamo cercato di fare noi degli inserimenti lavorativi e di creare noi il nostro luogo di lavoro, perché negli anni abbiamo provato ma senza riuscirci: abbiamo collezionato un sacco di porte in faccia. Per questo è nato il progetto Noi altri, una realtà lavorativa dove facciamo lavorare i ragazzi in un contesto tutelato, dove ovvero tutti quelli che lavorano qua hanno avuto esperienza al centro diurno quindi le persone si conoscono e hanno quella sensibilità utile a evitare il pregiudizio», spiega Salis.
«Le leggi per l’inserimento lavorativo ci sono – aggiunge – ma non vengono sfruttate. Quando abbiamo cercato di fare degli inserimenti lavorativi ci siamo scontrati con la poca disponibilità di alcune aziende, anche alla presenza dell’educatore». Il pregiudizio abilista, oltre a negare l’accesso alle opportunità, secondo Salis «non da valore al lavoro che può offrire la persona».
«I nostri ragazzi oggi si svegliano con un qualcosa da fare, si svegliano con un obiettivo», prosegue Salis. «Qua sono liberi, di lavorare e anche eventualmente di sbagliare. I ragazzi hanno iniziato con dei tirocini, hanno dei turni ma stiamo lavorando per arrivare a coprire l’intera settimana lavorativa: nel centro diurno continuiamo in una sala apposita a fare formazione per la gastronomia».
L’inclusione non riguarda però solo l’inserimento lavorativo: la gastronomia è buona per tutti. «Ci piace dire che siamo una realtà inclusiva a 360 gradi non solo perché luogo accessibile e attento, ma anche perché abbiamo l’ausilio di due cucine: questo ci permette di gestire in una la produzione di alimenti classici, nell’altra il senza glutine e senza lattosio, con particolare attenzione anche per i piatti vegani e vegetariani. Siamo un punto vendita quindi prediligiamo l’asporto, anche se ci sono alcuni tavoli anche qua nella gastronomia». L’attenzione è anche per la sostenibilità: «Siamo molto attenti alla differenziata, a evitare gli sprechi alimentari e poi il 90% del nostro packaging è riciclato: anche questa è inclusione», spiega Salis.
LA GASTRONOMIA APRE LE PORTE AL MONDO
«Per me è una cosa bella ma soprattutto una cosa nuova, non avevamo le porte aperte del mondo del lavoro». Valentino Lecca da Noi altri si occupa della sala. È una delle persone con disabilità che grazie al progetto di inserimento lavorativo hanno iniziato «da un mese» a lavorare nella gastronomia. «Mi piace il contatto con la gente: qua ho la possibilità di interagire con persone diverse, di conoscere. Il mio lavoro consiste nell’ascoltare e accogliere i clienti, facendoli sentire i benvenuti: apro e chiudo loro la porta, sistemo i tavoli e do supporto in sala».
«Prima avevo tentato altre esperienze lavorative ma questa è la prima in cui ho effettivamente un ruolo», aggiunge. Durante le attività di formazione, tra gli aspetti sui quali i futuri lavoratori e lavoratrici hanno potuto soffermarsi c’è anche l’importanza del lavoro di squadra, della brigata. «Qua non c’è uno più bravo o migliore degli altri – spiega sempre Valentino Lecca – siamo come una squadra dove ognuno ha il suo compito e tutti insieme lavoriamo per la gastronomia». Un consiglio? «Di venire a trovarci e provare i dolci!».
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