Salviamo il fiume Sarno: continua la lotta per la bonifica del fiume più inquinato d’Europa
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Salerno, Campania - Sono nata e cresciuta all’ombra del Vesuvio in una terra che, seppur florida, è sempre stata martoriata: la zona dell’agro Nocerino sarnese, ai tempi una delle perle della Campania, vive da quasi un secolo una situazione di stasi, una condizione di grave e grande sfruttamento. E il suo fiume principale –non per lunghezza, ma per fama –, il fiume Sarno, è re indiscusso della lotta alla camorra e alla cattiva politica. Lungo il suo corso son state ritrovate carcasse di animali e di automobili e cosa ben più grave è che esso è lo sfogatoio di sostanze chimiche e nocive per la flora, la fauna e l’essere umano.
Nel suo corso, con un bacino ideografico di 520 chilometri quadrati, i rilievi evidenziano sempre valori di benzene, solventi e metalli pericolosi oltre la soglia massima: utilizzando una griglia da sufficiente a cattivo, il solo punto in cui il fiume Sarno risulta in un buono stato è alla sorgente; contrariamente, alla foce di Castellammare di Stabia risulta in cattivo stato costantemente. Gli unici momenti in cui la soglia di inquinamento si è abbassata drasticamente riguardano il periodo Covid, un lontano miraggio ormai. I cittadini del bacino idrografico sono soli, le istituzioni sono assenti e lungo il suo corso si continua a morire sempre più spesso di problemi cardio-respiratori e di tumori.
CONTROCORRENTE, DI NOME E DI FATTO
Controcorrente è una di quelle associazioni che la politica non riesce a fermare, è l’associazione per il Sarno che verrà. Abbiamo avuto modo di chiacchierare e intervistare Nicola, uno dei soci fondatori. Il fiume Sarno è inquinato e “le conseguenze dell’inquinamento sia sull’ambiente che sulla salute umana sono devastanti. «L’inquinamento del fiume Sarno interessa le acque, le falde acquifere e anche l’esalazione di metalli pesanti tramite evaporazione distrugge tutta la filiera agroalimentare a causa dell’utilizzo di essa quotidianamente», ci spiega.
«Non è un caso che nella nostra zona si registrino alti tassi di malattie rare, tumori, sarcomi e altre patologie particolari, che colpiscono anche le fasce più giovani della popolazione. A tal proposito segnaliamo la mancanza dell’aggiornamento del registro tumori da più di dieci anni». L’associazione si impegna, fin dai suoi primi giorni, nella sensibilizzazione: uno dei mali più grandi è l’indifferenza, la mancata o la cattiva informazione sui fatti.
Controcorrente ha organizzato e continua a organizzare attività a contatto con la popolazione come sit-in, proteste, azioni di volantinaggio ed eventi di sensibilizzazione nelle piazze e soprattutto nelle scuole dell’agro-Nocerino sarnese. A oggi il lavoro dell’associazione si è anche spostato su tavoli istituzionali, perché da soli i cittadini non ce la fanno.
IL FIUME SARNO, UN FIUME INQUINATO. MA DA COSA E DA CHI?
«Le fonti di inquinamento possono essere distinte in due canali: quello urbano/civile e quello industriale. Partendo dal primo, il fascio di problemi proviene da un grave e storico deficit impiantistico che riguarda il sistema fognario dei Comuni lungo il Bacino del Fiume Sarno. In particolar modo, si segnala la mancanza di collettori ai sistemi depurativi di diverse città, tra cui per esempio Nocera Inferiore. Questo ha portato, sulla base dei dati ARPAC, alla presenza nelle acque del Fiume Sarno di grosse percentuali del batterio fecale di Escherichia coli. Sul punto, va detto che da due anni sono in atto i lavori per il completamento della rete fognaria».
«Dal punto di vista industriale – prosegue Nicola –, la questione è più complessa e chiaramente più pericolosa, dal momento che nelle acque del Fiume Sarno è rilevata la presenza ingente di metalli pesanti quali cadmio, mercurio, cromo. Questo è dovuto principalmente all’insistenza del Polo Conciario di Solofra, ma al tempo stesso alla presenza combinata di industrie conserviere, piccole-medie lavanderie e industrie chimiche. Il sistema depurativo completo viene regolarmente bypassato tramite sversamenti illeciti».
SFIDE, MA ANCHE TANTI PICCOLI TRAGUARDI RAGGIUNTI
In un territorio così martoriato non è facile farsi strada tra i problemi, ma Controcorrente – nonostante sia una realtà associativa giovane – ogni giorno raggiunge dei piccoli traguardi. La sfida principale è sicuramente aggregare altre realtà e istruire la cittadinanza affinché venga fatta sempre più pressione su questo tema: «Ci siamo sempre posti con un sentimento di forte critica nei confronti delle istituzioni, ma mai è venuto a mancare il nostro desiderio di collaborazione. Abbiamo cercato di dialogare, ma la risposta non sempre è stata di grande apertura, anche perché soprattutto a livello regionale, dove si annidano le reali competenze delle istituzioni, vi è timore di assumersi le proprie responsabilità».
Quotidianamente questi giovani cercano di essere al passo con quelli che sono gli investimenti e le piccole conquiste per la bonifica del fiume Sarno. Ora, soprattutto lungo le rive del corso d’acqua, i cittadini, in particolar modo le fasce più giovani, sembrano essere più preparate rispetto a prima. La loro presenza ha favorito maggiore attenzione soprattutto sul fronte dei controlli e delle sanzioni per le aziende che infrangono la legge. Inoltre si segue passo passo quello che è il completamento della rete fognaria che dovrebbe abbattere il problema sul fronte civile.
«La reale soluzione è parlarne», sostiene Nicola. «Una cittadinanza informata può essere solo un vanto e un vantaggio per l’amministrazione. Sogniamo un Sarno pulito fino all’ultima goccia. C’è bisogno di accendere i riflettori anche sulla biodiversità nel fiume: difatti si registra una quasi totale assenza di flora e di fauna, la poca ancora vivente è fortemente contaminata. I dati dell’Arpac parlano chiarissimo!».
STRATEGIE INNOVATIVE PER COMBATTERE L’INQUINAMENTO
In maniera indiscussa uno dei problemi della nostra burocrazia, a tutti i livelli e non solo a quello comunale o regionale, sono la lentezza e la poca chiarezza. «I suggerimenti che ci sentiamo di dare è quello di rendere le procedure più snelle e più chiare, c’è bisogno di più facilità nella suddivisione delle competenze ed è necessaria una maggiore informazione e apertura al pubblico». Delle pratiche sostenibili e perfettamente efficienti sono possibili: nel settore industriale, in gran parte colpevole dell’inquinamento del Sarno, vi sono aziende che sono dei veri e propri esempi da seguire.
Nonostante negli anni siano stati fatti tanti passi in avanti, le azioni di forte impatto sono ancora troppo lontane: «Vi sono delle politiche ambientali che potrebbero essere migliorate per affrontare l’inquinamento del fiume Sarno, quali contratti di fiume già applicati in altre zone del territorio italiano. Altro punto sul quale noi ci battiamo da anni è che si parli di bonifiche del fiume Sarno e non solo di lavori per il dissesto idrogeologico: questo è fondamentale se si vuole davvero risolvere il problema in maniera definitiva».
L’Arpac Campania ha la competenza a effettuare prelievi periodici nelle acque del fiume Sarno tramite diverse centraline che monitorano la qualità, «diversamente ciò non avviene con lo stato delle falde acquifere». Il Comune di Nocera – con il quale il dialogo è cresciuto notevolmente come dimostra la convenzione firmata in data 21 maggio 2024 per la riapertura della villa comunale – non è l’unico destinatario delle loro e nostre lotte: «Il problema ha dimensione nazionale e deve interessare le più alte sfere della governance italiana, in toto», conclude Nicola.
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