Vote for Animals! Chi aderisce alla campagna a supporto del benessere animale?
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Mancano pochi giorni alle elezioni europee e mai come quest’anno si percepisce forte e impellente il tema della tutela del benessere animale, tanto da fare capolino anche in campagna elettorale. La lotta antispecista quindi si porta avanti non solo in piazza, ma anche in seggio, accompagnando la matita copiativa sulla casella del candidato o la candidata che più si avvicina al nostro sentire.
Per orientarsi meglio, a metà maggio è stata lanciata la campagna Vote for Animals, supportata da undici organizzazioni italiane tra cui LAV, con un sito dedicato proprio ad aiutare i cittadini a fare ordine tra le proprie idee, dove è possibile visionare i programmi dei partiti e la lista dei candidati che hanno risposto positivamente alla richiesta di sostenere il benessere animale in Europa. E scegliere di conseguenza.
“L’85% degli elettori italiani desidera che la politica si impegni maggiormente nella difesa dei diritti animali, mentre il 57% preferirebbe votare per candidati che mettono al centro della loro agenda anche la tutela degli animali”, si legge sul sito della campagna.
I DIECI PUNTI
Per riscrivere il futuro degli animali rinchiusi all’interno degli allevamenti intensivi a causa del nostro sistema alimentare, riformare le leggi europee sul loro trasporto, abolire la produzione di pellicce e molto altro sono stati stilati dieci punti programmatici per chiedere alle forze politiche di impegnarsi e dare più tutele agli animali di tutta Europa. La campagna, coordinata da Eurogroup for Animals, punta molto anche sulla transizione verso un’alimentazione vegetale come strumento di salvaguardia degli animali, oltre che di tutela ambientale.
Dall’abolizione delle gabbie negli allevamenti al divieto di trasporto degli animali a lunga distanza per allevamento e macellazione, passando per una riforma significativa della legislazione europea sul benessere animale e una revisione della Politica Agricola Comune che supporti la riconversione delle aziende zootecniche.
I punti poi toccano anche la ricerca scientifica, con una richiesta di sviluppare metodi sostitutivi della sperimentazione animale e la lotta al randagismo, per combattere l’abbandono di cani e gatti. Si passa poi al divieto di produzione e commercializzazione di pellicce animali e al sostegno dei centri di recupero della fauna selvatica. Infine si chiede l’istituzione della delega alla tutela degli animali al Commissario alla Salute e Sicurezza Alimentare.
FOCUS CANI E GATTI
Sul piano animali d’affezione, poi, nel manifesto vengono toccati tanti aspetti, sia il tema del commercio di cani e gatti, correlato quindi al traffico illegale di animali, la vendita online, l’identificazione e la registrazione tramite microchip, che quello dell’abbandono. «Al momento mancano delle politiche unitarie per quanto riguarda l’Unione Europea, ogni Stato legifera per sé», commenta Alessandra Ferrari, responsabile area animali familiari LAV. «Dati alla mano, il 44% dei cittadini europei vive con un animale familiare, una percentuale alta, quindi. Il tema è caldo e ovviamente chi si candida sa bene che il benessere animale è nel cuore di chi poi va a votare».
Come supportare però non solo le adozioni, ma anche il mantenimento degli animali? Uno dei principali motivi di cessione di proprietà di cani e gatti, infatti, è proprio legato a fattori economici. «È indubbiamente una realtà che si può toccare con mano ogni giorno, non sono allarmismi delle associazioni. Ecco perché una battaglia che stiamo portando avanti a livello italiano da molto tempo, ne abbiamo parlato anche all’interno della nostra coalizione Eurogroup for Animals, riguarda il tentativo di rendere gratuite alcune prestazioni veterinarie considerate di base, come la sterilizzazione, ma purtroppo non si è mai concretizzato».
Ora LAV sta lavorando sulla richiesta di un adeguamento dell’IVA sulle spese veterinarie, sui cibi medicati per animali con patologie o in favore di alcune categorie di persone, ad esempio con Isee più basso. «Un piccolo passo però in Italia è stato fatto: per il triennio 2024-2026 un fondo è stato stanziato per sostenere il pagamento di visite veterinarie, operazioni chirurgiche e acquisto di farmaci di animali a carico di nuclei familiari in fascia Isee inferiore a 16.215 euro. Crediamo che questa sia la strada da percorrere anche a livello europeo e che possa diventare una battaglia di cui si farà carico chi arriverà in Parlamento».
I CANDIDATI CHE SI SCHIERANO A FAVORE DEL BENESSERE ANIMALE
Ad oggi ammontano a quasi 800 – ma dati sono in continuo aggiornamento – i candidati al Parlamento Europeo che hanno dichiarato il proprio impegno a difesa degli animali. Attraverso la loro adesione, qualora vengano eletti, si impegnano a fare di più per migliorarne le condizioni di vita e il benessere. I candidati che hanno sottoscritto il manifesto – possono aver aderito a tutti o solo ad alcuni punti – appartengono all’intero spettro politico e provengono dai 26 Stati membri. Italia, Finlandia e Francia sono finora gli Stati con il maggior numero di candidati aderenti.
«Il voto di ognuno di noi è la chiave per aprire le porte di un futuro più compassionevole verso gli animali allevati e ogni segno sulla scheda elettorale è una scelta per cambiare il loro futuro», sottolinea Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali di Essere Animali, una delle organizzazioni che supporta la campagna. Appuntamento sabato 8 e domenica 9 giugno in cabina elettorale. La speranza è che queste elezioni siano più partecipate… perché stavolta “anche gli animali votano!”.
Per approfondire leggi il nostro speciale sul benessere animale e quello sulle elezioni europee.
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