Cascina Rapello, un angolo di bellezza naturale dove scrivere una nuova storia comune
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Lecco, Lombardia - Nel rileggere la storia di Cascina Rapello ci sembra di raccontare dieci anni di progetto, invece ne sono passati solo tre… pare incredibile! La sensazione è quella di aver vissuto più vite in poco tempo, con tante emozioni, incontri ed esperienze diverse. Tanta abbondanza e pienezza in un solo luogo che continua a evolversi con l’evolversi delle stagioni e della comunità che cresce, interagendo con questa cornica meravigliosa. E pensare che molti associano la ricchezza al consumismo perverso, nocivo e mortifero dei supermercati e dei centri commerciali, un paesaggio che percepiamo come asettico e uniforme, dove tutto è già previsto da altri. Ci dispiace per loro…
La bellezza e la gioia stanno invece nelle cose semplici, dove ogni vita e relazione è autentica e unica ed è portatrice di continuo stupore e meraviglia. Dove non tutto è acquistabile con una carta di credito. Forse è proprio questa oggi la nostra forma di Resistenza: mantenere le menti e i cuori aperti, non incattivirci, Restare Umani – Vittorio Arrigoni è nato e cresciuto in un paese qui vicino –, tornare alle origini, coltivare un dialogo con la natura con rispetto e umiltà, tenere vive l’immaginazione e la speranza, farci sorprendere dalla biodiversità di ciò che ci circonda..
Nel mese di ottobre, girando nel bosco con gli amici micologi, in un raggio di circa un chilometro da Cascina Rapello abbiamo scoperto 130 specie di funghi diversi, caratterizzati da una festa di forme, profumi e colori. Ci ha colpito anche ascoltare i maestri che con molta umiltà ci hanno spiegato che alcuni esemplari non erano classificabili perché la natura si evolve e contamina con ritmi ed esiti che l’uomo, per quanto provi a dominare tutto, non può riuscire a prevedere, inquadrare e classificare ogni cosa.
Forse per liberarsi da un sistema totalitario, omologante e mortifero c’è bisogno di provare a guardarsi e guardare intorno a sé con occhi diversi, cogliendo la ricchezza e le infinite possibilità che la natura e il pianeta ci offrono. Fa strano pensare che la maggior parte dei fungaioli si ostina a cercare un solo tipo di funghi.
Allo stesso tempo continuare a vivere considerando che a guidare le nostre vite siano paradigmi ovvi e scontati come la ricerca del profitto, l’efficienza e il controllo cartesiano della pianificazione e della misurabilità di ogni cosa, la legge della domanda e dell’offerta, come se la dimensione economica fosse l’unica e principale dimensione della nostra esistenza – Illich parlava di homo oeconomicus – ci porta a perdere di vista tante altri dimensioni di noi stessi, ad atrofizzare altre capacità e parti di noi, spesso innate, altri modi di guardare il mondo. L’intelligenza artificiale prende il posto di quella ecologica, con tutto quello che ne consegue.
Cascina Rapello è invece un luogo reale e insieme meraviglioso. Un luogo di esperienze, di incontri, di disintossicazione sensoriale e culturale, uno spazio di sperimentazione, un interstizio di ritorno alla terra, all’amicizia e alla vita. Teniamo a condividere alcuni insegnamenti e buone pratiche che stiamo apprendendo da questa esperienza perché possano essere di spunto anche per altri gruppi e comunità, vive o in divenire. Ingredienti essenziali per un percorso generativo e comunitario.
- Un nucleo stabile e certo di persone che, a partire da relazioni di fiducia, credano tanto nel progetto, siano pronte a mettersi in gioco insieme o almeno con consenso dei rispettivi partners e famiglie e siano predisposte ad affrontare sulla propria pelle problemi, ostacoli e imprevisti
- Una comunità o una rete di gruppi e persone eterogenee concretamente attive nel supportare il progetto in tanti diversi tempi, modi e forme, ognuna delle quali merita spazio e rispetto
- Un luogo fisico reale, bello e accogliente che possa essere di riferimento per tutti
- Convivialità del fare insieme, ma anche della tecnologia che deve essere al nostro servizio e non il contrario: centralità del corpo e dei sensi. Testa, cuore, mani
- Non tutto organizzato e previsto (malattia del nostro tempo): la cornice è generativa se lascia spazio all’invenzione e all’azione non sempre pianificata a tavolino e prevista in toto. Il vuoto è generativo. Perdere il controllo. Lasciarsi sorprendere.
- Tanta biodiversità fuori ma anche dentro la comunità: età, culture, storie diverse. Più ci si incontra e si interagisce più si è forti e si cresce
- Fare, ma anche riflettere, sognare; attività pratiche e immaginazione, scienza e poesia, arti e mestieri, tanti saperi e discipline che si intrecciano e contaminano
- Non fermarsi e irrigidirsi davanti a ostacoli e costi proibitivi o escludenti. Immaginare sempre con creatività possibili soluzioni e, quando possibile, promuovere anche forme di scambio non monetario, benefit e possibilità di crescita e mutuo aiuto informali al di fuori del mercato che mercifica ogni cosa e della burocrazia che paralizza e preclude tante possibilità
- Autenticità e spontaneità in quello che si fa: essere sinceri con se stessi e con gli altri, senza alienarsi e lasciarsi avvelenare e infettare dal virus dell’apparenza e del marketing, dagli stereotipi e dai modelli standardizzati e codificati della comunicazione di massa
A Cascina Rapello vorremmo continuare a tessere e dipanare una narrazione con tante voci, quanto lo è la biodiversità che ci circonda, lasciando spazio ai sogni, agli incontri, alle evoluzioni di questa bella storia comune. Una storia ancora tutta da scrivere. Un’avventura vera, con tante tappe, ostacoli, sorprese e con una fine non scontata.
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