23 Mag 2024

Mindful eating: l’approccio a un’alimentazione consapevole promosso da Marina e Paola

Dall’amicizia e dal comune amore di Marina Mosca e Paola Iaccarino Idelson per il cibo – inteso non solo come nutrimento per il corpo, ma anche come veicolo di emozioni e idee – nasce il Centro di alimentazione consapevole, uno spazio dove imparare a costruire una relazione sana con il cibo e che promuove il nostro benessere e quello del pianeta Terra.

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Campania - La scelta di cosa e come mangiare non è mai neutra, ma riflette i nostri valori e la direzione che vogliamo dare alla nostra vita. Comprendere come l’alimentazione influisca sul nostro corpo, sulla nostra mente, sulla società e sull’ambiente è fondamentale per iniziare a fare scelte consapevoli. È proprio a questo che mira la sinergia fra Paola e Marina, co-fondatrici del Centro di alimentazione consapevole, due professioniste in ambiti differenti ma complementari, accomunate dall’interesse per l’ecologia, dall’amore per il cibo e dagli stessi principi morali, ma soprattutto da un approccio poliedrico alla conoscenza.

LA NASCITA DEL CENTRO DI ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE

Paola Iaccarino Idelson è una biologa nutrizionista esperta di mindful eating; Marina Mosca, dopo una laurea in scienze politiche e un percorso di ricerca in storia delle donne e identità di genere, ha scelto di fare della cucina il suo lavoro, senza per questo mettere da parte il proprio profondo interesse per il sociale. È stato proprio il comune interesse per tematiche sociali a farle incontrare, undici anni fa, in un progetto volto alla formazione di donne disoccupate e con bassa scolarizzazione, con l’obiettivo di fornire loro competenze sull’alimentazione per i bambini e una qualifica utile per un futuro impiego.

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«Grazie a quel progetto ci siamo rese conto che teoria e pratica, quando viaggiano insieme, riescono a dare ottimi risultati. Abbiamo scoperto un’a grande intesa: ci piaceva collaborare, condividere il nostro approccio all’alimentazione con gli altri e diffondere un rapporto gioioso e salutare con il cibo. Decidemmo di impegnarci insieme in questo percorso e trovammo un posto che ci sembrava adatto a diventare il nostro rifugio e di cui abbiamo fatto la sede dell’associazione Centro di Alimentazione Consapevole, fondata nel 2013», mi ha raccontato Marina.

In questi dieci anni di vita, al Centro di alimentazione consapevole si sono svolte tantissime attività, sia per i bambini che per adulti, tra corsi di cucina vegetale, incontri con i produttori, workshop sulla nutrizione e tantissimo altro. «Adesso abbiamo un gruppo d’acquisto, Paola svolge qui la sua attività di nutrizionista e fa consulenza individuale e lavoriamo molto con le scuole, in modo da far arrivare il nostro messaggio anche alle generazioni più giovani».

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ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE: LA PRESENZA MENTALE A TAVOLA

Lo scopo principale del Centro di alimentazione consapevole è quello di diffondere un tipo di alimentazione etico, sano e sostenibile. «Insegniamo a fare una spesa che elimini gli sprechi, incoraggiamo un consumo più accorto e organizziamo corsi di cucina e nutrizione vegetariana, per promuovere un tipo di alimentazione che abbia un impatto ambientale più sostenibile. Negli ultimi tempi abbiamo abbracciato – prima personalmente e poi professionalmente –, la mindfulness», mi ha raccontato ancora Marina.

La traduzione italiana di “mindful eating” è proprio “alimentazione consapevole”. «La mindfulness è la capacità di essere presenti a sé stessi momento per momento, senza giudizio. Applicare questa definizione al cibo significa essere consapevoli degli odori, dei gusti, osservare i colori degli alimenti, percepire le sensazioni che provengono da essi, ma anche essere presenti alle emozioni e ai pensieri che la nostra mente produce riguardo al cibo. Il Mindful eating può aiutare a farci riconoscere, ad esempio, quando mangiamo per fame emotiva e a capire quali sono i nostri reali bisogni».

Comprendere come l’alimentazione influisca sul nostro corpo, sulla nostra mente, sulla società e sull’ambiente è fondamentale per iniziare a fare scelte consapevoli

Fondamentalmente, questa è una disciplina nata per trattare il binge eating e i disturbi del comportamento alimentare in generale, ma è utile per chiunque abbia una relazione problematica con il cibo. «In realtà direi che è utile per tutti noi, perché per un’alimentazione che sia veramente consapevole bisogna essere presenti a sé stessi per molte ore della giornata, poiché non si tratta solo del momento del pasto, ma di tutto ciò che riguarda il cibo», ha spiegato Paola.

«Questi processi di consapevolezza li abbiamo messi su carta, scrivendo un libro intitolato Mindful Kitchen, in cui forniamo spunti riguardo a cosa vuol dire essere presenti senza giudizio, momento per momento. Si è consapevoli quando si prepara il cibo, sfruttando al meglio la materia prima; si è consapevoli quando si fa la spesa, quando si sceglie il cibo stando attenti alla stagionalità e alla provenienza; si è consapevoli quando si sta a tavola, da soli o in compagnia».

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LE SCELTE ALIMENTARI SONO SCELTE POLITICHE

«Comprare al supermercato senza conoscere la provenienza dei prodotti, probabilmente provenienti da multinazionali, implica una scelta politica; comprare da un produttore locale di cui si conosce il nome e il lavoro significa compierne un’altra. Sostenere realtà agricole di piccole dimensioni significa preservare realtà di grande valore sia per la biodiversità che per l’umanità intera, appoggiando una produzione rispettosa dei lavoratori e della terra».

Inoltre, dare la giusta importanza a tutti gli atti connessi al nutrimento, potrebbe aiutare a superare alcune disparità di genere. «Molto spesso, come tutti gli atti di cura, anche quelli che riguardano l’alimentazione sono affidati alle donne. La maggior parte delle persone che si avvicinano alla nostra associazione sono donne e spesso arrivano da noi disperate perché non riescono ad accontentare le diverse esigenze di ogni membro della famiglia, che per di più restituiscono poca gratitudine e molte lamentele. In questo modo, il cibo può diventare una vera e propria tortura».

Questa questione viene affrontata anche nel libro di Marina e Paola: «Se tutti i membri della famiglia sviluppassero una consapevolezza alimentare e decidessero di diventare parte attiva delle proprie scelte alimentari, il carico di lavoro sarebbe distribuito in maniera più equa all’interno della famiglia e il cibo diventerebbe un affare condiviso e non di appannaggio esclusivo delle donne», ha concluso Marina.

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