Val Pennavaire in rete: la nuova e inaspettata zuppa di sasso
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Cuneo, Savona - Seduta fuori casa, con gli occhi chiusi, rivolgo il viso verso un sole particolarmente generoso del suo calore per questa stagione. I pensieri fluiscono e in questo momento di pace mi assale una grande gratitudine: ho iniziato in compagnia di tante e tanti abitanti della valle in cui vivo, la Val Pennavaire, un percorso di messa in rete del territorio e l’epilogo è stato più ricco, colorato ed entusiasmante di quanto potessi immaginare quando è stato avviato.
Il progetto, iniziato lo scorso anno e realizzato grazie al contributo di Fondazione Compagnia San Paolo e Fondazione De Mari, aveva un obiettivo preciso: creare momenti di incontro e progettazione collettiva per facilitare il confronto e la messa in rete degli abitanti e commercianti della valle. Le tematiche scelte due: turismo e salute. E qui, in questo momento di silenzio una domanda sorge spontanea: “Ma cosa è avvenuto davvero in questi mesi?”.
Mentre la mia mente prova a ricostruire in maniera lineare gli ultimi incontri, le persone conosciute, le iniziative realizzate, il cuore saltella di emozione in emozione per collegare in maniera apparentemente casuale i momenti più significativi. Ed è qui che mi torna in mente un libro letto e riletto a mia figlia, che mi aiuta a comprendere e a dare un nome, una definizione a ciò che è appena avvenuto intorno a me. Ciò che infatti abbiamo creato in Val Pennavaire in questi mesi si può definire come “una zuppa di sasso”.
LA NARRAZIONE: UNA STORIA, TANTE STORIE
La storia è semplice e al tempo stesso simbolica: una notte d’inverno un lupo vecchio e senza denti si ritrova in un villaggio abitato da altri animali e, con il suo sacco contenente solo un grosso sasso, bussa alla porta della prima casa invitando l’animale proprietario di casa – una gallina – a preparare insieme una zuppa di sasso. La gallina è spaventata, ma è anche molto curiosa e forse un po’ annoiata. Decide così di aprire al lupo e dedicarsi alla preparazione di questa ricetta così particolare.
Molti animali avendo sentito la voce del lupo si avvicinano e man mano entrano nella casa curiosi: ognuno di loro però non vuole solo partecipare alla preparazione, vuole apportare anche il proprio contributo, proponendo così di volta in volta un ortaggio nuovo da aggiungere alla zuppa. Il risultato è una meravigliosa zuppa di tanti ingredienti diversi scelti insieme e condivisi, che viene assaporata e mangiata insieme. I commensali non sono abituati a mangiare insieme, così si promettono di farlo più spesso. Il lupo, a fine storia, riprende il suo sasso e se ne va.
IL LUPO E LA PAURA DEL NON CONOSCIUTO
Quando ho inviato gli inviti al primo incontro di progettazione collettiva in valle, a settembre scorso, mi sono sentita un po’ come il lupo. Dal mio metro e mezzo di altezza e la mia corporatura esile sapevo di non incutere alcun timore con la mia presenza, ma comprendevo e potevo sentire i pensieri di chi dall’altra parte riceveva l’invito a partecipare: conoscevo poche persone dei paesi limitrofi al mio. Inoltre non era mai stata fatta alcuna azione dal basso che coinvolgesse l’intera valle.
E cosa voleva dire progettazione collettiva? Facilitazione? La paura e la diffidenza per ciò che non conosciamo è sempre alla porta e in territori più frammentati e diffusi, forse lo è ancor di più. Ma la curiosità dei primi interpellati e invitati – i cosiddetti pionieri – ha avuto la meglio e le prime porte hanno iniziato ad aprirsi, alla scoperta di nuovi strumenti proposti. Il sasso rappresenta perfettamente propri questi ultimi, ovvero gli strumenti, i quali possono essere mezzi per innestare cose inaspettate, come una zuppa improvvisata o un percorso di progettazione di valle, ma da soli rimangono utensili sterili, in attesa di essere usati e accompagnati ad altro.
LA GALLINA: LA VERA PROTAGONISTA DEL CAMBIAMENTO
All’interno della storia presa come filo conduttore di questa narrazione c’è una vera protagonista, che viene presentata come secondaria ma che riveste un ruolo centrale e fondamentale per l’intera storia, ovvero la gallina. Allo stesso modo, gli abitanti della valle che, spinti dal coraggio e voglia di mettersi in gioco, hanno superato le loro resistenze e zone di comfort e hanno partecipato ai primi incontri hanno permesso che il processo proposto potesse esistere.
I primi partecipanti erano diversificati per paese di provenienza, età – da trentenni a ultrasessantenni –, professione – molti i commercianti, ma anche i privati cittadini –, ma anche per il motivo per cui partecipavano. Alcuni erano lì per mera curiosità, altri attratti da possibili sviluppi economici di valle, altri ancora per conoscere e appoggiare iniziative sul territorio. Il gruppo di partecipanti è cambiato moltissimo da incontro a incontro, facendo emergere una fluidità e conseguente difficoltà di continuità di mese in mese.
Ciò però, gestite le difficoltà del caso, ha permesso di avvicinare un numero vasto di persone che, non sentendosi vincolate e potendo partecipare senza imposizione e vincoli, per passa parola si sono avvicinate al percorso collettivo. Gli incontri, organizzati inizialmente nei diversi Comuni per facilitare gli spostamenti, hanno trovato appoggio in sale messe a disposizione dalle diverse amministrazioni, per poi spostarsi in luoghi privati che si sono aperti per accogliere i successivi incontri. Da questi incontri sono nate nuove amicizie, collaborazioni per altri progetti e attività. Ma soprattutto sono nate nuove relazioni umane, di abitanti che, nonostante vivessero lo stesso territorio, non si erano mai seduti intorno a un tavolo per dialogare insieme.
LA ZUPPA: TANTI SAPORI E INGREDIENTI DIVERSI
Durante il percorso, di incontro in incontro, accompagnati dagli strumenti della facilitazione ci siamo confrontati sull’identità della valle e dei suoi abitanti, abbiamo indagato su cosa volesse dire vivere e avere un’attività commerciali qui. Ma anche su quali fossero gli aspetti unici del territorio, le sue ricchezze e peculiarità che meritavano essere raccontate e valorizzate. Dai confronti sono emersi racconti di chi vive sul territorio da sempre, che attraverso aneddoti e ricordi ha raccontato di come è cambiato nei decenni il modo di vivere, le sue abitudini e gli antichi mestieri.
Condividendo problemi e difficoltà abbiamo scoperto che sono sensazioni percepite anche da altre persone. Ma non solo: agli incontri hanno partecipato professionisti nello sport che vivono qui ma che lavorano altrove, oltre a componenti delle single amministrazioni comunali, apportando informazioni significative sul territorio di competenza. Ma anche referenti di aree limitrofe, sostenitori della valle, per appoggiare la rete e permetterci di raggiungere con più facilità contatti utili.
A metà degli incontri, per facilitare e velocizzare il lavoro, abbiamo creato dei gruppi suddividendo i compiti e le responsabilità a seconda di competenze, interessi e necessità. Ciò che è uscito da questo lungo e denso processo è un sito internet di promozione e conoscenza della valle in cui viviamo, che offre strumenti utili sia a chi arriva da fuori a visitare il territorio – con indicazione delle attività commerciali ad oggi attive o le tracce GPX dei sentieri percorribili a piedi o della posizione delle principali pareti di arrampicata – sia per gli abitanti, come una bacheca per lo scambio di beni e servizi, informazioni sugli eventi organizzati a calendario da proloco, associazioni e realtà locali.
I PROSSIMI PASSI, USCITO DI SCENA IL LUPO
Come gruppo neonato ci siamo interrogati su quali potessero essere i prossimi passi da compiere, per evitare che tutto questo lavoro e fermento non decada. Le idee sono molte e siamo alla ricerca di risorse e proposte per poterle concretizzare. Ci piacerebbe poter proseguire con incontri periodici, ampliando i temi di confronto e coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone.
Insieme al Istituto Internazionale di Studi Liguri stiamo imbastendo un lavoro di ricerca su nozioni storiche della valle, andando a studiare i testi pubblicati. Ma stiamo anche allacciando nuove partnership con associazioni sportive e culturali della zona. Insomma, tutto si muove e noi ci facciamo trasportare volentieri da questo nuovo vento di cambiamento che sembra proprio avere un ottimo retrogusto di zuppa di sasso collettiva!
Visita il sito internet dedicato alla Val Pennavaire qui!
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