In Val Pennavaire la comunità locale cresce a partire da un’aiuola… magica!
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Savona - I miracoli esistono? E se il divino non c’entra nulla, cosa rende alcuni eventi così “speciali”? Cosa permette all’impossibile – o apparente impossibile – di trasformarsi in qualcosa non solo di possibile, ma anche di facilmente realizzabile? Queste domande mi sono sorte spontanee a seguito di una combinazione di eventi apparentemente inspiegabili, accaduti le settimane scorse intorno a un’aiuola. E così ho deciso di raccontarle: un po’ per mettere nero su bianco quanto avvenuto ed evitare che finisse nel dimenticatoio, un po’ per condividerne la bellezza e la magia e sperare che possa essere di ispirazione ad altri.
GLI ANTEFATTI
Correva una primavera come tante, piena di giornate assolate che si intervallavano con forti piogge. L’aria di risveglio era ovunque e nuovi progetti e idee erano pronte a germogliare e fiorire. In una valle dell’entroterra al confine tra Piemonte e Liguria da circa un anno si incontrava periodicamente un gruppo di singoli cittadini e attività commerciali. L’intento? Confrontarsi e progettare insieme attività collettive di sviluppo sostenibile ed etico del proprio territorio.
Queste persone, convinte che il dialogo, la cooperazione fossero valori e strumenti da valorizzare, avevano aderito al progetto Val Pennavaire in rete, per progettare dal basso azioni concrete legate a temi di interesse collettivo e provare a unire un territorio che fino a quel punto si era mostrato come separato: due diverse regioni, due province, riabitanti e nativi, anziani e giovani.
Questo puzzle di anime necessitava di essere composto per delineare un’identità comune, un filo conduttore che unisse invece che separare e che facesse emergere le caratteristiche in comune, piuttosto che le diversità. Da questo percorso sono poi nate nuove collaborazioni, amicizie, relazioni e confronti rimasti fino a quel punto in attesa di essere vissuti.
OLTRE IL DIALOGO C’È DI PIÙ
Ma sappiamo tutti e tutte noi che spesso il dialogo non è sufficiente e sono necessari strumenti concreti per rendere visibile ed evidente ciò che l’intento ha già elaborato e creato. Era uno degli ultimi incontri a calendario, era sera e l’entusiasmo per ciò che era avvenuto fino a quel momento e ciò che si immaginava per il futuro era molto alto. Cristina, abitante e commerciante della valle, propone di promuovere il neonato sito di promozione della valle, progettato e realizzato grazie al contributo di ogni partecipante del gruppo, attraverso una delle manifestazioni della cittadina di fondo valle più conosciuta e grande della zona, ovvero Albenga.
La manifestazione proposta si chiama Fior d’Albenga e ogni anno espone aiuole con un tema comune – in questo caso la magia – e diverse associazioni, imprese nel settore floricolo sono chiamate a creare installazioni con fiori, piante, ma anche materiali di diverso genere e tipologia, per rappresentare e abbellire una singola area della città. Le aiuole in gara, e non solo, creano così una cornice per un un programma culturale e artistico lungo un mese, con diverse conferenze, presentazioni ed eventi in giro per la città.
Alla proposta della cara Cristina, come potrete immaginare, la risata dei partecipanti si era fatta sentire: chi proclamava l’impossibilità di partecipare per questioni di tempistiche – l’iscrizione è richiesta diversi mesi prima, e mancavano solo due settimane –, chi per questione economiche – il costo totale di realizzazione è molto alto –, chi per mancanza di tempo e disponibilità da parte dei partecipanti del gruppo, chi per inesperienza – nessuno dei partecipanti alla rete è un progettista e allestitore di aiuole floreali cittadine.
E qui la discussione finiva, passando a proposte successive, senza sapere che a distanza di poche ore sarebbe stata ripresa per nuovi elementi inaspettati. La mattina successiva infatti, nella chat collettiva un messaggio scatenava l’incredulità: “Gli organizzatori della manifestazione Fior d’Albenga hanno un’aiuola non assegnata, fuori gara, che ci danno gratuitamente come supporto al progetto della rete di valle”.
Tutti i dubbi emersi il giorno prima erano ancora lì pronti a bussare, ma questa volta la fiducia in qualcosa di inatteso stava richiamando l’attenzione e cambiando la percezione delle persone. In pochi minuti, compresi quali fossero gli impegni previsti, il gruppo si è suddiviso tra chi avrebbe costruito la base dell’aiuola con i materiali messi a disposizione dall’organizzazione – sabbia, mattoni, terriccio ed erba –, chi avrebbe progettato e realizzato i pannelli, chi le grafiche e chi cercava aziende floricole a cui chiedere un supporto.
LA COOPERAZIONE DI CONOSCIUTI E NON
In pochi giorni professionisti con diverse competenze, saputo del progetto e dell’opportunità, si erano fatte avanti: diverse aziende floricole mettevano a disposizione piante e fiori – in tutto circa 200 –, una progettista floricola metteva un’intera mezza giornata a disposizione per progettarne la realizzazione con i fiori disponibili, un falegname e due meravigliose artiste creano i tre pannelli grafici previsti.
In pochi giorni è stato enorme il supporto pratico ricevuto, tanto da rendere evidente anche agli spettatori più distratti la magia del perfetto e inaspettato incastro di supporti ricevuti. Ad ogni difficoltà emersa, una soluzione non prevista bussava per poter essere presa in considerazione e venir riconosciuta come la migliore. Come tutto è stato possibile? L’unica risposta possibile fino ad ora validata dal gruppo della rete della Val Pennavaire è che quando qualcosa nasce con un grande desiderio, in un clima di cooperazione e non competizione e gioia di fare, l’unica risposta possibile è realizzare l’impossibile. Parola di una rete di cittadini neonata e molto grata.
Qui il sito di Val Pennavaire in Rete.
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