L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria
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Savona - Alzi la mano chi di voi non si è mai svegliato la mattina pensando a cosa volessero dire immagini e dialoghi sognati la notte appena trascorsa. “Ricordandoci i nostri sogni possiamo avere accesso a parti di noi inconsapevoli”: ma quanti di noi ricordano i sogni che fanno e pongono loro la giusta attenzione? Ne ho parlato nei giorni scorsi con la dottoressa Marcella Maria Spirito, psicologa e psicoterapeuta, analista transazionale certificata, originaria di Genova che da qualche anno vive a Castelbianco (SV). Ed è proprio qui che la incontro per farmi raccontare il suo lavoro e le attività sul sognare che porta in giro per la Liguria e non solo.
LA FUNZIONE DEI SOGNI
Come mi spiega la dottoressa Spirito «da sempre l’essere umano dà al sogno un’importanza significativa: nei tempi antichi ci si trovava in cerchio la mattina per raccontarsi i sogni fatti durante la notte. Si credeva infatti che i messaggi celati al loro interno fossero di rilevanza per la persona che li aveva fatti, ma comunicassero messaggi utili anche per l’intera comunità, non essendo atti individuali ma collettivi1».
La psicoterapeuta Spirito mi racconta così che da sempre lei ricorda ogni mattina i sogni che fa durante la notte e proprio da questo dialogo consapevole interiore nasce la sua passione per il mondo onirico e la funzione di supporto che può avere nelle nostre vite. Spirito, dopo aver conseguito il titolo di psicoterapeuta, si è poi specializzata tra le altre cose, sull’uso dei sogni in psicoterapia attraverso un master di perfezionamento condotto da Tangolo e Vignozzi2, le autrici del libro Analisi Transazionale dei sogni (2023), guida principale per le sue attività legate al mondo dei sogni.
Ma non solo: Marcella Maria Spirito ha una formazione specifica in psicotraumatologia e psicoterapia dei disturbi psicotraumatici. Non è dunque un caso che sia proprio lei, insieme alla collega dottoressa Olga Tartarelli, ad affiancare al suo lavoro da psicoterapeuta e di ricercatrice in campo scientifico, un lavoro di studio e supporto per comprendere e vivere a pieno il proprio mondo onirico.
Ma che funzione hanno i sogni nella nostra vita? «Quello dei sogni è un campo ancora in fase di studio. Grazie ad alcune ricerche sappiamo che il 95% dei sogni fatti riguarda interazioni umani, per lo più conflittuali3, ma sappiamo anche che i sogni hanno diverse funzioni: una di queste è proprio quella di essere curativa, ovvero di funzionare come azione di problem solving della mente. A volte, ad esempio, i sogni servono per riuscire a rielaborare emozioni vissute durante il giorno».
«Per esempio capita che si provi rabbia verso qualcuno, ma non si è in grado di esprimerla o non si possa o voglia farlo. Tale rabbia è possibile che si esprima ed emerga durante uno dei sogni notturni per andare a risolvere e terminare un processo emotivo avviato». È però fondamentale riuscire a dare il giusto spazio ai nostri sogni, senza dare loro a tutti i costi un significato preconfezionato e un’etichetta.
GLI INCUBI: SOGNI NON SOGNI
Ciò però non varrebbe però in caso di incubi: «Si tratta sempre di sogni, ma un po’ particolari. Durante la terapia poniamo sempre una particolare attenzione a come lavoriamo con gli incubi, perché questi ultimi ci forniscono un indizio importante da non sottovalutare, ovvero che la persona in questione non è riuscita a elaborare e a superare una situazione, un vissuto e ciò viene comunicato attraverso angoscia, paura e terrore».
Quindi se non siamo riusciti a elaborare da soli una determinata emozione, una sensazione, una situazione, attraverso l’incubo essa riemerge. Ciò che alcuni terapeutici, tra cui la Spirito, propongono è di provare a recuperare i ricordi dell’incubo e concludere il sogno in un modo diverso, ovvero creando noi un finale positivo.
INTERPRETARE I SOGNI
Il significato che diamo ai nostri sogni cambia a seconda della persona che lo fa e del momento preciso della vita che sta vivendo. «Detto questo però – aggiunge Spirito – ci sono degli archetipi che fanno parte dell’immaginario collettivo e a cui tutti noi facciamo riferimento, indipendentemente dal luogo in cui viviamo. Alcuni studi infatti ci dicono che alcuni sogni sono comuni in tutte le culture e rimangono gli stessi nel tempo anche se le società di appartenenza cambiano notevolmente nell’arco del tempo».
Quindi indipendentemente dal contesto socioeconomico e culturale, ci sono sogni che si ripetono per tutti. Alcuni di essi sono ad esempio la caduta dei denti o uno scivolone dalle scale del protagonista del sogno o ancora di muoversi attraverso mezzi di trasporto diversi, come aerei o macchine oppure sognare amici e parenti defunti.
L’approccio dell’Analisi Tansazionale e del Metodo Performat, usati anche dalla dottoressa Spirito, prevede che non sia il terapeuta a fornire un significato al sogno, ma l’esatto opposto, ovvero aiutare la persona in un processo di co-costruzione ed elaborazione per comprendere il significato specifico in quel determinato momento. Come? Si ripercorre il sogno, raccontandolo più e più volte, usando il tempo presente, per poterci entrare dentro.
«Spesso i sogni che le persone ci portano all’inizio di un percorso insieme di terapia sono molto diversi da quelli che ci portano verso la fine. In alcuni casi i loro sogni anticipano la loro guarigione, cioè attraverso il sogno si vedono in una posizione diversa da quella precedente, che somiglia molto a quella futura che poi sceglieranno di prendere».
RICORDA I SOGNI: SÌ, MA COME?
Purtroppo non tutti siamo come la dottoressa Spirito e non ci ricordiamo la mattina i sogni fatti o almeno non sempre. Ci sono persone che dichiarano di non ricordarli mai, altre di farlo in maniera sporadica. Di una cosa la scienza è sicura4: sogniamo tutti, anche se non ce ne ricordiamo. Ma sappiamo anche che il ricordare o meno i sogni che facciamo dipende molto dal momento in cui abbiamo il risveglio5: se ci svegliamo infatti in fase NREM (sonno profondo) è più difficile che ricordiamo i sogni piuttosto che se ci svegliamo in fase REM.
Ma com’è possibile quindi a ricordare i propri sogni, quando questo non avviene in maniera naturale e spontanea? Esercitarsi a farlo non è scontato e alcune tecniche possono aiutare, come il tenere sempre sul comodino un quaderno e una penna per poterli annotare appena svegli o il condividerli con altre persone può essere un inizio di un percorso di autocomprensione.
SOCIAL DREAMING
Marcella, insieme a Olga Tartarelli, organizza incontro collettivi di social dreaming – il cui ideatore è Lawrence –, in cui condivide con le persone alcune tecniche per ricordare i sogni e poterli interpretare, ma soprattutto dove invita le persone a portare e condividere i sogni fatti con gli altri partecipanti. «Riuscire a raccontare e a condividere ciò che si sogna è un primo importante passo di autocomprensione e di confronto con le esperienze di sogno degli altri. Questi eventi che organizziamo, sia in presenza che online, hanno l’obiettivo di aiutare le persone a ricordare i propri sogni e sapere che lì ci sono delle informazioni importanti per loro stesse, che possono imparare ad ascoltare e comprendere».
Per iscrivervi all’evento previsto a Castelbianco il 27 aprile clicca qui.
Note:
1 Rotondo, A., & Bertolini, G. (2008). Il social dreaming a terrenuove. Quaderni Di Psicologia, Analisi Transazionale e Scienze Umane, 50.
2 Tangolo, A.E., Vignozzi, F. (2023). Analisi transazionale dei sogni. PerFormat. Edizione inglese: Tangolo, A. E., Vignozzi, F. (2024) Working with Dreams in Transactional Analysis: From Theory to Practice for Individuals and Groups (Innovations in Transactional Analysis: Theory and Practice). Routledge
3 McNamara P. (2019). The neuroscience of sleep and dreams. Cambridge University Press.
4 Herlin, B., Leu-Semenescu, S., Chaumereuil, C., & Arnulf, I. (2015). Evidence that non-dreamers do dream: A REM sleep behaviour disorder model. Journal of Sleep Research, 24(6), 602-609. https://doi.org/10.1111/jsr.12323
5 Dement, W.C., & Kleitman, N. (1957), The Relation of the Eye movements during sleep to dream activity: an objective method for the study of dreaming. Journal of Experimental Psychology, 53(5), 339-346. https://doi.org/1
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