La storia di Rosario Balestrieri: il primo ornitologo del Dohrn racconta le sue difficoltà di DSA
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Campania - Dallo scorso dicembre 2023 la stazione zoologica Anton Dohrn – tra i più importanti enti di ricerca al mondo nei settori della biologia marina e dell’ecologia, fondato a Napoli nel 1851 dall’omonimo scienziato tedesco – ha inserito una nuova figura all’interno del suo organico: un ornitologo, con il compito di studiare gli uccelli marini, finalmente riconosciuti come fauna del mare. L’incarico è stato affidato a Rosario Balestrieri, che ha accettato di raccontarci un po’ della sua storia e del suo lavoro.
Rosario, oltre a essere il primo ornitologo assunto presso la SZN, è consigliere del CISO – Centro Italiano studi Ornitologici e Presidente dell’Associazione di Tutela Ambientale ARDEA, che si occupa della tutela dell’avifauna in Campania. Appassionato e dedito ai suoi studi, ha fatto del divulgare una missione, ed è spesso ospite in diverse trasmissioni TV e radiofoniche. Eppure, la strada che ha percorso per arrivare a svolgere un lavoro che ama e che gli regala enormi soddisfazioni non è stata priva di ostacoli.
LE DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE DI ROSARIO E IL DESIDERIO DI RISCATTO
Rosario Balestrieri è un DSA. In età adulta gli sono state diagnosticate dislessia e disortografia e durante la scuola ha combattuto a lungo contro un sistema educativo che non riusciva a comprenderlo. «Quando ho frequentato le elementari, negli anni Novanta, bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento non venivano riconosciuti, ma semplicemente bollati come incapaci. È quello che è successo a me, che sono stato preso di mira e molto spesso deriso da alcune insegnanti per le mie difficoltà».
Quando arrivò il momento di scegliere le scuole superiori, i professori suggerirono ai genitori di Rosario di iscriverlo a un corso professionalizzante per parrucchieri ed estetisti ma lui, che nutriva già una forte passione per la zoologia, scelse invece di frequentare l’Istituto per l’agricoltura e per l’ambiente. «Per fortuna alle superiori ho incontrato un’insegnante che ha creduto molto in me e, anche grazie al fatto che avevano preso il sopravvento le interrogazioni orali, in cui le mie difficoltà da dislessico si mimetizzano, ho iniziato a prendere bei voti».
L’AMORE PER L’AVIFAUNA E LE ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO
Rosario, fin da bambino, sognava di diventare uno zoologo, ma è stato tra i 15 e i 16 anni che la sua passione precisa per l’avifauna è esplosa. Durante quel periodo, ha iniziato a dedicarsi al volontariato presso il centro di recupero degli Astroni, occupandosi di rapaci e di altri uccelli. Quando è arrivato il momento di scegliere la facoltà universitaria non ha avuto dubbi. «Mi sono laureato in Scienze Naturali, ho conseguito un dottorato e poco dopo ho iniziato a lavorare nell’ambito ornitologico, prima per l’ISPRA e poi al CNR».
Ma quand’è che Rosario Balestrieri ha capito di avere dei disturbi specifici dell’apprendimento? «Dopo diversi anni al CNR, il mio contratto non fu rinnovato. Avevo fatto spesso corsi educazione ambientale nelle scuole e il rapporto con gli studenti mi era sempre piaciuto molto, così decisi di provare la strada dell’insegnamento». Tornato a scuola da insegnante, Rosario scoprì il significato di DSA e riconobbe nelle difficoltà di alcuni ragazzi le stesse che tanto a lungo avevano tormentato lui. Decise così di sottoporsi a una visita neuropsichiatrica dalla quale ebbe ufficialmente la diagnosi di dislessia e disortografia.
Rosario ha scelto di condividere la sua storia perché ancora forti sono i pregiudizi sui disturbi dell’apprendimento e, sebbene siano stati già fatti molti passi avanti, c’è ancora strada da percorrere. Con la sua testimonianza vuole diffondere consapevolezza e allo stesso tempo infondere speranza a chi ancora si sente definire “incapace” o “svogliato” e che rischia di iniziare a sentire vera quest’etichetta.
IL LAVORO DI ROSARIO BALESTRIERI ALL’ANTON DOHRN
Rosario è riuscito a coronare il suo sogno di bambino e ci racconta del suo lavoro presso il Dipartimento di Ecologia Marina Integrata dell’Anton Dohrn con voce appassionata. «Quando pensiamo agli uccelli solitamente li consideriamo come animali terrestri che sorvolano il mare. In realtà, la presenza di uccelli è determinante nel sistema marino. Le gazze marine possono immergersi fino a 100 metri di profondità e un cormorano può mangiare anche 300 grammi di pesce al giorno, incidendo notevolmente sulle reti alimentari in mare. Nel Golfo di Napoli durante l’inverno passano tra gli ottocento e i mille cormorani, che hanno un impatto importante sulla fauna marina».
Rosario si occupa proprio di studiare come gli uccelli si inseriscono nell’ecosistema marino e come vengono influenzati dalle alterazioni ambientali condotte dall’uomo. «Il mio contratto è particolarmente orientato a studiare l’impatto degli impianti eolici off-shore sulla migrazione degli uccelli e sulle aree di foraggiamento degli uccelli marini, ovvero sulle aree in cui gli uccelli marini si nutrono. In Italia cinque specie di uccelli marini nidificanti sono considerate di interesse prioritario per la Comunità Europea. Questo significa che è di vitale importanza garantire che il loro status di conservazione, già in declino, non peggiori ulteriormente».
I PROBLEMI AMBIENTALI E LA CRISI CLIMATICA
Un paio d’anni fa, è stata rilevata la presenza di gazze marine nel Golfo di Napoli, una specie mancava a Napoli da quasi cent’anni. Il loro ritorno è stato attribuito a fenomeni atmosferici estremi, incontrollati, che hanno colpito le coste dell’Atlantico, spingendo questi esemplari ad attraversare lo stretto di Gibilterra per raggiungere il Mediterraneo e successivamente il Tirreno. Addirittura alcuni individui, sebbene in numero minore, hanno raggiunto la Grecia.
«I fenomeni atmosferici estremi sono aumentati a causa dell’emergenza climatica e complicano parecchio la vita degli uccelli. Basti pensare agli uccelli migratori che attraversano il Mediterraneo: se si trovano a volare controvento sul Canale di Sicilia, soprattutto se sono piccoli passeriformi senza capacità di nuotare e privi di un manto impermeabile, possono cadere in mare e perdere la vita».
Un altro problema di grande rilevanza è quello delle microplastiche, che sono state rinvenute negli organi degli uccelli marini. Questo fatto è stato evidenziato da uno studio, che sarà pubblicato a breve, che mostra un mare sempre più inquinato e dannoso non solo per le specie marine, ma anche per l’intero ecosistema.
Se Rosario avesse dato ascolto ai suoi professori, se si fosse arreso e avesse scelto di non seguire i suoi sogni, tutto questo non sarebbe stato possibile. «DSA sta per Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma io non mi sento per niente disturbato», ha concluso Rosario. «Il termine “disturbo” rimanda a una malattia, ma la condizione di DSA è un modo di essere, di cui sicuramente bisogna tener conto per premettere alla persona di studiare e di apprendere, ma che non ha nulla di patologico. Da DSA, mi piacerebbe che in futuro l’acronimo cambiasse in Diversità Specifiche dell’Apprendimento, perché credo sia un modo meno ghettizzante per dire la stessa cosa».
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