Rete Mamma: famiglie e professionisti uniti per una cultura condivisa della genitorialità
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Cuneo - Si fa presto a dire culle vuote. Chi è genitore o chi si occupa di genitorialità con onestà e cognizione di causa sa che mettere al mondo e crescere dei figli è sì meraviglioso, ma tutt’altro che semplice. Al di là delle sfide prettamente economiche – che ben si intrecciano con una nutrita varietà di altre problematiche, esacerbandole a puntino – spesso il tessuto sociale fallisce nel fornire il supporto necessario.
Finiti i tempi della famiglia allargata in cui generazioni di donne, parenti e vicine di casa partecipavano nell’accoglienza di una nuova vita, fin dalla gravidanza molte neomamme si trovano a sperimentare solitudine, inadeguatezza e confusione. Spesso sono coadiuvate da partner che, a loro volta, possono subire la mancanza di risorse, esperienza e strumenti necessari a vivere la genitorialità in modo pieno e appagante. Proprio qui, nei vuoti e nelle pieghe di quello stesso sistema, fioriscono le opportunità. Tante, variegate, tutte capaci di stupire per la loro bellezza e per il calore umano che profondono.
Proprio qui, ad esempio, trova spazio Rete Mamma, network di sostegno, conforto e orientamento che opera nel cuneese con un triplice obiettivo: fare da tramite tra le esigenze dei neo-genitori e le competenze di professionisti, capaci di fornire alle famiglie l’ascolto empatico di cui hanno bisogno; creare consapevolezza attorno al tema grazie a eventi, conferenze e appuntamenti appositamente studiati, a partire dalle necessità rilevate; costruire o rinsaldare legami reali tra mamme e famiglie che si trovano a vivere le stesse difficoltà.
Nata inizialmente come evento annuale, nel 2023 Rete Mamma diventa un’associazione, allo scopo di valicare i confini temporali dell’appuntamento e proporsi come punto di riferimento permanente sul territorio. Il direttivo è tutto al femminile, composto da cinque mamme e professioniste, che insieme hanno concretizzato il sogno di una rete di sostegno per le famiglie. Per saperne di più mi rivolgo a Valentina De Ciechi e Fabiana Graglia, rispettivamente presidente e consigliera di Rete Mamma.
«Ognuna di noi nel suo modo ha operato una metamorfosi, imboccando una strada che proprio la maternità ci ha messo di fronte. Seguendo le nostre passioni, rivalutando le priorità e cercando di conciliare il lavoro con la famiglia, ci siamo reinventate sia singolarmente che come associazione», spiega Valentina. «Ex assicuratrice, io sono ora consulente babywearing, insegnante di massaggio infantile e di danza cuore a cuore. Chiara Bernoco – vicepresidente – si occupa di cucito creativo e sostenibile. Serena Gennero – tesoriera – è diventata fotografa per famiglie. Fabiana – consigliera – è social media manager per progetti sul territorio. Lorena Beccaria – segretaria di Rete Mamma – è una interior designer e home stager».
Rete Mamma: quando, come, perché e per chi. Qual è stata la scintilla che vi ha fatto passare dal desiderare supporto al trovare il modo di offrirlo alle famiglie?
Rete Mamma trae origine da un bisogno e da un desiderio. Dopo la nascita del mio primo bimbo, ormai più di sette anni fa, mi sono sentita sola e persa, senza nessuno con cui confrontarmi. Era come se quello che stavo provando fosse solo mio. Di qui, un senso di inadeguatezza che non avrebbe avuto ragione di esistere se avessi potuto condividere i miei problemi, scoprendo quanto fossero comuni e diffusi. Allora mi sono chiesta: come posso io essere d’aiuto ad altre famiglie? È così che è nata Rete Mamma.
Il primo passo è stato quello di diventare consulente babywearing e di creare un gruppo di mamme in cui ogni giorno ci si confronta senza giudizio. Un gruppo che è stato importantissimo in epoca di Covid e ci ha fatto sentire unite, nonostante la distanza forzata. Proprio dalla condivisione di esperienze nel gruppo è nata un’amicizia, che ci ha portato al desiderio di creare qualcosa di più grande: l’associazione, basata sulla connessione tra famiglie e con professionisti che noi stesse avremmo voluto al nostro fianco.
Quali riscontri ricevete dalle famiglie?
Le famiglie ci comunicano proprio un gran bisogno di rete, condivisione, conoscenza, sostegno e supporto. E un gran conforto nel riceverli, il che ci dà energia per proseguire in questa direzione. Come associazione, crediamo fermamente che investire nelle mamme significhi investire nel benessere delle famiglie e nella costruzione di una società più equa e inclusiva. Quando una mamma si sente sostenuta e apprezzata, può trasmettere ai suoi bambini un senso di sicurezza e stabilità che li accompagnerà per tutta la vita. Ecco perché ci impegniamo a dare informazioni per supportare mamme/genitori nel prendere decisioni utili a garantire una maggiore serenità familiare.
Come rispondono gli uomini?
Gli uomini sono sempre più coinvolti e uno dei nostri obiettivi è proprio quello di arrivare a tutta la famiglia, consce che quando nasce un bimbo nascono anche una mamma, un papà e, in generale, un nuovo nucleo familiare, con equilibri tutti nuovi da ristabilire.
Chi sono i professionisti appartenenti alla rete e cosa li accomuna?
Dalle realtà che offrono servizi o spazi alle famiglie, agli operatori sanitari, ai professionisti esperti di genitorialità e del materno-infantile. Si tratta di organizzazioni private e pubbliche (nell’ultima edizione dell’evento siamo riuscite a coinvolgere l’ASL, e speriamo di poter ripetere). Persone il cui obiettivo primario non è farsi pubblicità, ma fare rete affinché le famiglie abbiano tutte le informazioni utili a compiere le loro scelte. Caratteristiche che le contraddistinguono- preziose e non scontate in ogni ambito – sono l’empatia e l’ascolto, elementi che in periodi delicati come la gravidanza, il puerperio e i primi anni di vita dei bambini sono essenziali.
Ricomincio da me: maternità, lavoro e diritti della donna.
Tra le iniziative in programma, ad aprile e a maggio Rete Mamma organizza a Cherasco (CN) tre incontri gratuiti per parlare di conciliazione tra lavoro e famiglia, educazione finanziaria, crescita personale e professionale al femminile, con l’aiuto e la partecipazione di professioniste ed esperte. Nodi cardine non districati che, implacabilmente anche se in sordina, contribuiscono ad alimentare giorno dopo giorno il gender gap nel mondo del lavoro e non solo.
Fabiana, perché avete deciso di organizzare questi appuntamenti, e con quali speranze?
La maternità è un momento di trasformazione per molte donne, eppure questo cambiamento viene spesso giudicato negativamente dall’esterno. In realtà, diventare madre scatena una serie di riflessioni e adattamenti che possono portare a riconsiderare priorità e obiettivi di vita. Troppo spesso la società ci impone modelli poco realistici e sostenibili. Di conseguenza molte donne provano emozioni contrastanti e spesso si sentono “sbagliate”.
I tre incontri “Ricomincio da me” sono rivolti alle donne, ma anche ai loro partner, agli risorse umane e agli imprenditori interessati a comprendere meglio le sfide che le donne devono affrontare nel mondo del lavoro e della maternità. L’obiettivo non è fornire una “ricetta segreta” per il successo, ma piuttosto creare consapevolezza e fornire strumenti pratici per prendere decisioni e affrontare le sfide con maggiore sicurezza e autenticità. Speriamo che questi incontri possano contribuire a creare un futuro in cui ogni donna possa sentirsi libera di scegliere il proprio percorso di vita e di lavoro, senza essere vincolata a stereotipi e aspettative, trovando il proprio equilibrio.
Rientro al lavoro dopo la maternità, con un approfondimento sulle possibilità di carriera per le mamme. Che bagaglio emotivo dietro questo macrotema!
Visti i dati sull’occupazione femminile, soprattutto dopo la pandemia, emerge chiaramente che c’è qualcosa che non funziona. È un fatto che molte donne desiderino lavorare e contribuire economicamente alla propria famiglia, eppure spesso si trovano – costrette o per scelta – a rimanere a casa. Perché nel 2024 una donna deve essere limitata in questa scelta? È possibile che non esistano alternative? Bisogna imparare a riconoscere che il lavoro di una donna apporta non solo benefici economici alla famiglia, ma anche una maggiore ricchezza in termini di soddisfazione personale, realizzazione professionale e contributo alla società.
Nell’incontro del 19 aprile desideriamo affrontare il tema: una madre può fare carriera, raggiungere posizioni di leadership o avviare un’attività propria? Ne parleremo con la psicologa e scrittrice Alessandra Bortolotti, che ci aiuterà a riflettere grazie anche alle testimonianze di imprenditrici locali. Inoltre, la manager risorse umane Annalisa Spedicato parlerà di come reinserirsi nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività. Quest’ultimo è un aspetto cruciale da affrontare, poiché molte donne si sentono emarginate o poco sicure delle proprie capacità dopo un lungo periodo lontano dal mondo del lavoro. Il nostro obiettivo è quello di fornire sostegno, risorse e fiducia a tutte le donne che desiderano realizzarsi professionalmente.
Violenza economica. Cosa vi ha spinto a scegliere questo tema?
È partito tutto ascoltando podcast e leggendo libri su crescita personale e professionale e ci è rimasta impressa una domanda: perché le donne spesso evitano di parlare di denaro? Si tratta di un argomento che, al contrario, dovrebbe essere affrontato senza vergogna. Parlando con le relatrici che interverranno nella terza serata, abbiamo scoperto che la violenza economica è un tema estremamente vasto, ma spesso sottovalutato. Molte persone pensano che non le riguarderà mai, ma la realtà è diversa. È fondamentale che le donne, lavoratrici e non, comprendano l’importanza di possedere gli strumenti necessari per affrontare eventuali difficoltà finanziarie, anche all’interno di una relazione. Questi incontri saranno un’opportunità non solo per informarsi, ma anche per formarsi.
Gli obiettivi della serata quindi sono…
Aumentare la consapevolezza finanziaria: abbattere il “tabù dei soldi” per le donne e comprendere quanto sia importante per loro lavorare, interessarsi della gestione economica-finanziaria personale e familiare per poter essere autonome e indipendenti e quindi davvero libere di compiere scelte sia finanziarie sia di vita. Fornire strumenti concreti: un glossario economico-finanziario basilare, insieme ai pro e contro dei principali strumenti finanziari di uso comune, così che le donne possano prendere decisioni più informate. Promuovere la necessità di una pianificazione finanziaria personale e familiare: l’incertezza del futuro può essere affrontata grazie a un progetto personale, che consenta di gestire ogni aspetto della vita in modo più sicuro e preparato.
Come la scelta di quest’ultimo tema si colloca all’interno della vostra visione di rete per le famiglie?
Rete Mamma si impegna a offrire sostegno e informazioni ai genitori non solo nella cura dei figli, ma anche nel promuovere il benessere dei genitori stessi. La nostra visione è quella di una famiglia in cui i ruoli sono alla pari. Dove entrambi i genitori cooperano in modo attivo e partecipe alla crescita dei bambini, superando il tradizionale stereotipo che debba occuparsene solo o in prevalenza la madre. L’educazione finanziaria è essenziale, poiché aiuta tutta la famiglia a gestire in modo efficace il budget a disposizione e a garantire una maggiore sicurezza economica per tutti i suoi membri, anche nel caso in cui la convivenza o il matrimonio dovessero finire.
In perfetto stile Rete Mamma, per agevolare la partecipazione agli incontri, è previsto un servizio di accudimento bimbi, disponibile su prenotazione. Maggiori informazioni sono presenti sulla locandina o sui canali social – Facebook e Instagram – dell’associazione.
Sul tema della genitorialità condivisa leggi anche il nostro articolo su Family Support.
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