24 Apr 2024

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

Scritto da: ISDE

Spesso non ci rendiamo conto di quanto inquinano gli aerei, anche perché in termini percentuali il contributo dell'aviazione alle emissioni globali non è ancora preponderante. Eppure, soprattutto in prospettiva futura, è fondamentale ragionare sull'impatto ambientale del traffico aereo e degli aeroporti. Francesco Romizi di ISDE Italia ci presenta un quadro esaustivo che prende in considerazione i più recenti dati scientifici, il contesto normativo e alcune possibili soluzioni.

Salva nei preferiti

L’inquinamento causato dagli aerei è un tema rilevante, soprattutto nel contesto della crescente attenzione pubblica verso l’impatto ambientale dei trasporti. Ma quanto inquinano gli aerei? L’aviazione è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di anidride carbonica prodotte dall’attività umana. Questo dato può sembrare piccolo in percentuale, ma in termini assoluti è significativo, considerando che l’aviazione ha raddoppiato le sue emissioni di CO2 dal 1990 al 2019.

QUANTO INQUINANO GLI AEREI E COME?

Oltre alla CO2, gli aerei emettono ossidi di azoto (NOx), vapore acqueo e particolato fine e ultrafine (PM) che intensificano l’effetto serra e promuovono il riscaldamento globale. Le emissioni di un volo transatlantico, ad esempio, possono eguagliare la quantità di CO2 prodotta da alcune persone in un anno intero. Altro fattore di notevole importanza riguarda l’inquinamento acustico causato dagli aerei poiché questo influenza pesantemente la qualità della vita delle persone che vivono vicino agli aeroporti e degli ecosistemi circostanti.

Quanto inquinano gli aerei

Uno studio promosso da Transport & Environment svela che l’esposizione a queste particelle può correlarsi a malattie gravi. Circa 52 milioni di europei vivono a meno di 20 chilometri dai maggiori aeroporti, esponendosi a particelle che possono causare ipertensione, diabete e demenza. Inoltre, l’analisi condotta attorno all’aeroporto di Amsterdam Schiphol collega l’esposizione a 350.000 casi di ipertensione, 420.000 di diabete e 23.000 di demenza.

Per dare un’idea di quanto inquinano gli aerei, un altro dato rilevante è quello relativo alle particelle ultrafini, quelle con un diametro inferiore a 100 nanometri, che possono penetrare profondamente nei tessuti umani, raggiungendo persino il cervello e la placenta. Nonostante l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità più di quindici anni fa, non esistono ancora regolamentazioni sui livelli sicuri di PM ultrafine.

IMPATTI LEGISLATIVI E REGOLAMENTAZIONI

L’Unione Europea ha proposto normative severe per limitare le emissioni dell’aviazione. Il Pacchetto Clima ed Energia 2030 stabilisce obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni, inclusi quelli specifici per il settore aeronautico. Le leggi nazionali degli Stati membri spingono ulteriormente per l’adozione di tecnologie sostenibili e pratiche operative più verdi, ma ancora nessuna decisione vincolante è stata presa e il settore continua a inquinare liberamente e senza alcun tipo di controllo. 

Quanto inquinano gli aerei
IL RUOLO DELLE ONG E DELLE INIZIATIVE COMUNITARIE

Organizzazioni non governative come ISDE, Greenpeace e il WWF giocano un ruolo cruciale nella sensibilizzazione pubblica e nella pressione verso politiche più sostenibili. Queste organizzazioni conducono campagne informative per spiegare quanto inquinano gli aerei e mobilitano l’opinione pubblica per sostenere regolamenti più stringenti. Le iniziative comunitarie come i programmi di monitoraggio dell’inquinamento locale attorno agli aeroporti, contribuiscono a una maggiore consapevolezza e a un coinvolgimento attivo delle comunità locali nell’affrontare questi problemi. 

«Già nel 2010, durante un incontro tra ISDE e la Commissione Europea – dichiara Antonella Litta,  responsabile del gruppo di studio sugli effetti dell’inquinamento aereo per l’Associazione Medici per l’Ambiente, ISDE – abbiamo sottolineato come il trasporto aereo contribuisca in modo significativo ai cambiamenti climatici e all’inquinamento ambientale, rappresentando un rischio per la salute delle popolazioni residenti in prossimità di strutture aeroportuali e per i lavoratori degli aeroporti».

«È stata evidenziata quindi l’importanza di promuovere forme alternative di mobilità a minore impatto ambientale e una maggiore tassazione sul cherosene, nonché la necessità di razionalizzare e ridurre i voli, in particolare quelli low cost che potrebbero essere sostituiti da collegamenti ferroviari, soprattutto in Italia e in Europa. È stata anche discussa l’urgenza di regolamentazioni più stringenti per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico generati dal settore aereonautico», aggiunge Litta.

Circa 52 milioni di europei vivono a meno di 20 chilometri dai maggiori aeroporti, esponendosi a particelle che possono causare ipertensione, diabete e demenza

COSA FARE?

Vi è dunque l’urgente necessità di ridurre il trasporto aereo per rendere concreto e fattibile il raggiungimento anche dell’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale media entro i 2° C, rispetto ai livelli di temperatura globale del periodo preindustriale e contrastare così concretamente i cambiamenti climatici. Lo ribadisce, fra le tante voci, anche Pulire l’aria. La vergogna di volare, pubblicazione che ospita rilevanti contributi scientifici fra cui quello della dottoressa Litta.

Mentre l’aviazione continua a essere una fonte significativa di inquinamento globale e di rischio per la salute pubblica, le iniziative legislative potrebbero darci una mano nel tutelare l’ambiente e la salute. Occorre però che le decisioni vengano prese e soprattutto che si cerchi di sostenere forme diverse di trasporto, meno impattanti e più sostenibili. 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
50.000 morti all’anno per gli allevamenti intensivi, in particolare in pianura padana
50.000 morti all’anno per gli allevamenti intensivi, in particolare in pianura padana

Forni crematori: sappiamo davvero quali sono i loro effetti ambientali e sanitari?
Forni crematori: sappiamo davvero quali sono i loro effetti ambientali e sanitari?

I dati dicono che la qualità dell’aria di Taranto è migliore, ma la realtà è un’altra
I dati dicono che la qualità dell’aria di Taranto è migliore, ma la realtà è un’altra

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(9) "nazionale"