24 Apr 2024

Perché Federica Romeo ha scelto il metodo gentile per educare cani felici

Federica Romeo, educatrice cinofila, ci ha parlato del "metodo gentile", uno stile educativo basato sul rispetto dei bisogni del cane e sulla comprensione del suo linguaggio. Più che a educare il cane, Federica mira a costruire una relazione di fiducia reciproca tra lui e il suo umano, considerandola la base di una convivenza serena.

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Campania - Sarà capitato a molti di adottare un cane con le migliori intenzioni, consapevoli dell’impegno e della responsabilità che avrebbe comportato accogliere un nuovo membro peloso nella propria famiglia, ma di sentirsi ugualmente persi e scoraggiati davanti a tutti quei mobili rosicchiati, alle abbaiate notturne o al tiro alla fune con il guinzaglio. In questi casi può essere utile chiedere aiuto a un educatore cinofilo, specializzato in tutto quello che riguarda l’educazione del cane e, in alcuni casi, anche alla riabilitazione comportamentale.

Ma qual è il modo migliore di educare un cane? Ne abbiamo parlato insieme a Federica Romeo, educatrice cinofila e direttrice dell’asilo per cani Newdogs di Licola, che nella sua esperienza decennale ha sperimentato vari metodi educativi, fino a scegliere quello che più si adattava alle sue idee e alla sua sensibilità. Federica, ha scelto di usare un metodo gentile chi si basa sul rispetto dell’animale e dei suoi bisogni.

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IL METODO GENTILE PER CRESCERE CANI FELICI

«Molti metodi educativi si basano sul concetto di stimolo e risposta, per cui si tende a premiare il comportamento “positivo” del cane e a punire il comportamento che giudichiamo “negativo”, in modo che non sia più messo in atto», mi ha spiegato Federica. «Non sono metodi che amo molto, perché per me il cane è una creatura che, come tutti, può avere delle difficoltà, per cui io preferisco aiutare un cane in difficoltà, piuttosto che inibire comportamenti che mi sono sgraditi».

Per questo, il metodo scelto da Federica non prevede coercizione, né l’inibizione dell’animale. «Il mio obiettivo è quello di migliorare la relazione tra il cane e chi se ne prende cura, insegnando agli umani a comprendere il modo in cui i cani comunicano e diventare, per loro, un punto di riferimento». Infatti le attività educative portate avanti da Federica si svolgono sempre con il cane e il suo umano. L’obiettivo dunque non è quello di rendere il cane “ubbidiente”, ma sereno. «Se il mio cane al guinzaglio abbaia a un altro cane, è perché ha paura, non perché è maleducato».

«Quando succede, io mi metto tra il mio cane e l’altro, facendo in modo che il mio cane si senta protetto, e lo tengo stretto al guinzaglio per fargli capire che non sta affrontando quella situazione da solo. Vado oltre e quando la situazione di pericolo sarà finita non lo sgrido per aver abbaiato, ma mi congratulo per aver superato insieme quel momento difficile. In questo modo, il mio cane tornerà ad avere un umore positivo e a poco a poco non assocerà più l’incontro con un altro cane a una situazione di pericolo. Al contrario, se lo sgridassi, lo manterrei in agitazione e questo lo porterà ad abbaiare ancora».

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INIBIRE UN COMPORTAMENTO NON SIGNIFICA EDUCARE

Spesso viene consigliato di lasciare abbaiare il cane senza dargli quello che vuole finché, per sfinimento, non smetterà di farlo o di strattonarlo ogni volta che abbaia. «Se il cane sa di essere punito quando agisce in un determinato modo, finirà di mettere in atto quel comportamento, ma a patto di sopprimere quello che prova. Non smetterà di avere paura o di essere a disagio in una determinata situazione, smetterà solo di abbaiare».

Questo, tuttavia, può avere ripercussioni pericolose, ha spiegato ancora Federica: «Un cane che smette di comunicare un disagio potrebbe “esplodere” improvvisamente quando tale disagio sarà diventato troppo grande per lui e comportarsi in maniera imprevedibile e aggressiva». Imparare ad ascoltare e a comprendere il proprio cane è dunque fondamentale per prevenire situazioni di pericolo ed è proprio quello che il metodo gentile si propone di fare.

Il cane non entra in casa per essere al nostro servizio, ma per diventare il nostro compagno

LO SPORT COME METODO GENTILE PER RAFFORZARE IL RAPPORTO TRA UMANO E CANE

Federica si occupa anche di insegnare ai cani discipline sportive. Nel mondo della cinofilia ne esistono tantissime. Un esempio può essere l’agility, dove il cane impara ad affrontare una corsa a ostacoli, o l’obedience, che consiste in una serie di esercizi di obbedienza dove contano la precisione e la velocità di esecuzione. «Lo sport è un ottimo modo per affiatare il cane e il suo umano e lo si può praticare anche se non si è interessati a partecipare alle gare, che possono essere stressanti. Questo perché lo sport migliora la relazione con il cane e lo stimola sia fisicamente che mentalmente. Un cane che acquisisce abilità migliora la propria autostima e supera paure e insicurezze».

NEWDOGS, L’ASILO PER CANI LIBERI E SPENSIERATI

Da poco Federica ha aperto il suo asilo, Newdogs, che si trova a Licola. «Nel mio asilo i cani sono in un ambiente recintato, dal quale non possono scappare, e liberi dai guinzagli possono fare un po’ quello che vogliono: correre, giocare, cercare le lucertole o anche o rilassarsi sul prato. A un certo punto della giornata li coinvolgo in alcune attività che stimolano le loro capacità e li fanno sentire gratificati». L’obiettivo di Newdogs è quello di creare uno spazio dove i cani possono passare una mattinata gioiosa, coinvolti in attività divertenti e stimolanti, e ritornare a casa sereni.

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IL METODO GENTILE INSEGNA AD ACCETTARE I LIMITI DEL PROPRIO CANE

Insomma, il metodo gentile che usa Federica non è un addestramento, ma un percorso che mira a creare una relazione serena tra il cane e il suo umano. Il cane non entra in casa per essere al nostro servizio, ma per diventare il nostro compagno. La fiducia, reciproca, va costruita nel tempo come in qualsiasi altra relazione.

«Credo che la cosa più importante sia accettare il proprio cane per quello che è, senza provare a trasformarlo a tutti i costi. Se ho un cane fobico e lo porto a spasso in città all’una del pomeriggio, quando i bambini escono da scuola, esso si affaticherà e esternerà il suo disagio. Invece se accetto le sue difficoltà e lo porto fuori alle sei del mattino, la passeggiata sarà un’esperienza positiva, starà meglio e di conseguenza si comporterà bene in casa. Capire il proprio cane e accettarlo è fondamentale, e solo così il percorso insieme sarà positivo», ha concluso Federica.   

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