Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?
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«Nulla consuma il corpo quanto l’ansia». Con queste parole Gandhi definiva un sentimento dalle radici lontane ed esploso definitivamente nel periodo pandemico. La stessa ansia può essere associata a diverse cause e fenomeni, tra cui anche la tecnologia e, nello specifico, l’innovazione del futuro nel contesto lavorativo ovvero l’intelligenza artificiale in azienda.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AZIENDA E PAURE DEI LAVORATORI
Nel Regno Unito riguarda il 32% degli adulti in generale, mentre in Germania è la generazione Z a temere maggiormente l’intelligenza artificiale. E in Italia? Il 77% dei professionisti vede nell’innovazione un nemico. Eppure, puntando sulla formazione, sull’inserimento di un AI expert e sulla condivisione di regolamenti ad hoc da seguire alla lettera, «l’AI ci dischiuderà opportunità straordinarie e, alla fine, il saldo del suo impatto sulla società sarà positivo, ma la condizione necessaria perché sia così è che tutti siano posti nella condizione di usarla in maniera consapevole», afferma Guido Scorza, componente del Collegio del Garante della Privacy.
QUALCHE STUDIO
Le prime conferme in merito giungono dal portale Scientific American, che di recente ha lanciato un vero e proprio alert denominato AI Anxiety, focalizzando l’attenzione soprattutto sull’universo lavorativo. A questo proposito, emerge un altro approfondimento elaborato da Business Insider, secondo cui un lavoratore su tre negli Stati Uniti al momento è terrorizzato dall’idea che l’intelligenza artificiale in azienda diventi parte integrante della quotidianità lavorativa.
I motivi? Innumerevoli: dalla paura che la tecnologia del momento possa sostituirli al timore che i loro leader o datori di lavoro ne sfruttino le potenzialità senza rispettare le normative vigenti, fino alla preoccupazione di non essere formati a sufficienza per poter applicare l’intelligenza artificiale in azienda day by day. Questo è ciò che emerge da una serie di ricerche condotte da Espresso Communication per l’AI Week.
Il trend non coinvolge però solo gli Stati Uniti, bensì anche l’Europa. Conferme in merito giungono da un recente approfondimento realizzato da The Independent: solo nel Regno Unito infatti, l’AI Anxiety coinvolge il 32% dei lavoratori. Mentre in Germania, stando a quanto riportato da Yahoo Finance, l’intelligenza artificiale è l’incubo soprattutto della generazione Z.
LA SITUAZIONE ITALIANA
E in Italia? L’ultimo Osservatorio elaborato dal Politecnico di Milano non lascia spazio a dubbi: il 77% dei lavoratori made in Italy è seriamente preoccupato dalla diffusione e dall’applicazione della tecnologia del momento. Ora una domanda sorge spontanea: esistono delle soluzioni, utili in particolar modo a supportare manager e leader d’impresa, per invertire il trend e calmare le acque in azienda?
La risposta è sì e arriva proprio da esperti del Bel Paese come Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week, evento di punta del settore, che si è svolto nei giorni scorsi presso il Palacongressi di Rimini, che nasce con l’obiettivo di fare cultura sull’AI e di avvicinare le aziende alle sue incredibili potenzialità, soprattutto in ambito lavorativo: «Considerando la velocità con cui l’AI si sta diffondendo in tutto il mondo e in tutte le principali industrie operative, è assolutamente normale che ci sia della preoccupazione o addirittura dell’ansia tra i cittadini e i professionisti di tutto il mondo», hanno detto.
«Non è normale però lasciare tutto così come stanno senza provare a cambiare le cose», proseguono gli esperti. «In primis, è importante conoscere l’intelligenza artificiale, quindi promuovere delle sessioni di training o dei corsi di formazione in azienda per fare cultura risulta di assoluta rilevanza. Ma non solo: una delle figure lavorative più richieste nel corso dell’anno corrente sarà quella dell’AI expert che consigliamo d’inserire all’interno di ogni workforce di valore e approccio futuristico. Il messaggio principale che dev’essere diffuso consiste nel fatto che la tecnologia non è e non sarà mai un sostituto dell’uomo in quanto tale, bensì un supporter capace di perfezionare e velocizzare l’operatività quotidiana».
Fanno seguito alle parole di Viscanti e Fiore ulteriori indicazioni provenienti da un altro esperto del settore, ovvero Guido Scorza, Garante della Privacy che pone l’attenzione sull’importanza dei regolamenti e delle normative vigenti, da rispettare a 360°: «Come affermato da Stefano Rodotà, quando le regole non arrivano in tempo, la tecnologia diventa essa stessa regolamentazione e plasma la vita delle persone più delle leggi che escono da Parlamenti e Governi. È un rischio che va scongiurato. Dobbiamo governare l’AI, non vietarne l’uso, e, di conseguenza, non lasciarci governare dalla stessa intelligenza artificiale».
CONSIGLI PRATICI SU COME GESTIRE LA AI ANXIETY
A seguito di quanto espresso da Scorza, risulta fondamentale anche spronare la forza lavoro, ponendo alla loro attenzione casi di successo che possono fungere d’ispirazione per il gruppo coinvolto. In questo modo, ansia e preoccupazioni “AI related” diventeranno solo un ricordo in poco tempo. Ecco quindi cinque consigli degli esperti del settore per cancellare l’AI anxiety e tranquillizzare i dipendenti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in azienda:
• Assumere un’AI Expert: sarà una delle figure più ricercate nel mondo del lavoro nel corso dell’anno corrente e, proprio per questo, risulta indispensabile all’interno di ogni workforce di successo;
• Fare cultura sull’intelligenza artificiale: grazie a corsi di formazione ad hoc è possibile diffondere conoscenze AI centered e allenare i singoli professionisti con cases pratiche da applicare nella quotidianità;
• Invitare l’AI a fare da segretaria: l’intelligenza artificiale non è stata progettata per essere un sostituto dell’uomo in carne ed ossa, bensì un aiutante in grado di perfezionare l’operatività. Questo è il messaggio da diffondere nelle aziende;
• Rispettare le normative vigenti: i regolamenti e le normative promulgate vanno condivise con l’intero team operativo e rispettate alla lettera al fine di evitare spiacevoli rischi e conseguenze;
•valorizzare case study di successo: per far capire ai singoli dipendenti le potenzialità dell’AI si consiglia di porre all’attenzione della workforce anche dei casi in cui l’artificial intelligence è stata fondamentale per ottenere risultati di estrema importanza economica ed operativa.
Su questo tema puoi guardare anche la rassegna stampa speciale di Daniel Tarozzi e leggere l’articolo di Fabrizio Cracolici sull’utilizzo dell’AI e quello di Paolo Piacentini sul rapporto fra AI e natura.
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