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Gli infortuni sul lavoro in Liguria aumentano, anche quelli mortali, così come le denunce per malattie professionali. È la denuncia di CGIL Liguria, che ha preso in esame i dati del primo bimestre del 2024 recentemente pubblicati da INAIL, che – se comparati con quelli relativi allo stesso periodo del 2023 – dipingono un quadro decisamente poco incoraggiante, in regione così come nel resto del paese.
UN PO’ DI DATI SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Nel 1° bimestre (gennaio-febbraio) 2024 in Liguria si registra un aumento delle denunce di infortunio del +1,5% (2.880 di cui 1.711 a Genova, quasi il 60% del totale) e di quelle con esito mortale (4 contro le 3 del 2023, in pratica un morto sul lavoro ogni 15 giorni); in aumento del 78% sull’anno precedente le denunce per malattie professionali (269 con un aumento di 118 unità pari al +78,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, ossia 4,5 denunce di malattia professionale per ciascuno giorno del primo bimestre 2024.
“L’aumento degli infortuni sul lavoro in Liguria – sottolinea in una nota la CGIL regionale – è concentrato in prevalenza nella città Metropolitana di Genova che, nel periodo indicato, vede un aumento del + 6,5% delle denunce, fatto ancora più grave se si considera la contrazione delle assunzioni con contratti di lavoro dipendente del settore privato che nel 2023 hanno registrato un -2,8%”. Ultimo in ordine di tempo fra gli infortuni sul lavoro che hanno interessato la Liguria, la morte di un operaio che è deceduto sul lavoro in un cantiere edile di Genova Pegli dopo una caduta da diversi metri d’altezza.
UNA LOTTA DI PORTATA NAZIONALE
“Non riusciamo a prendere parola facilmente quando si parla di morti sul lavoro, ci prende soltanto quella rabbia sorda, dolorosa, quando come ieri sera è arrivata la notizia dell’ennesima tragedia sul lavoro” scrive il CALP di Genova commentando la morte, avvenuta il 23 marzo, di un loro collega portuale schiacciato da un tir durante le manovre di carico della nave su cui lavorava nel porto di Napoli, lontano – ma solo geograficamente – dal capoluogo ligure.
Questo a testimonianza della portata nazionale del problema e della rete che unisce i lavoratori e le lavoratrici di tutta Italia, solidali nel chiedere provvedimenti urgenti e immediati per contrastare gli infortuni sul lavoro. “Le responsabilità di questa strage – scrive ancora la CGIL – sono precise: mancanza di investimenti per la prevenzione, il controllo e la repressione uniti alla spasmodica rincorsa del profitto al quale sono assoggettate le imprese, gli effetti del subappalto a cascata. Per questi motivi la CGIL ha chiesto l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro”.
LA MOBILITAZIONE DELL’11 APRILE
«È ora di dire basta: il prossimo 11 aprile sarà sciopero generale dei settori privati con manifestazioni provinciali in Liguria e il 20 aprile è già in programma una grande manifestazione nazionale a Roma», ha annunciato dichiara Maurizio Calà, Segretario Generale Cgil Liguria.
Nei quattro capoluoghi liguri, per quattro ore uomini e donne che lavorano nel settore privato incroceranno le braccia con manifestazioni che porteranno i e le manifestanti sotto le finestre delle prefetture locali. «La salute e la sicurezza sul lavoro sono centrali e devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività di impresa. In Liguria nel 2023 sono morte sul lavoro 22 persone. Questo è inaccettabile», prosegue Calà.
Tante le richieste che saranno messe sul piatto, dall’eliminazione delle leggi che favoriscono il precariato al rafforzamento del personale deputato alle attività di vigilanza e prevenzione, dalla necessità di garantire una formazione adeguata e accessibile al ripristino della parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati, fino all’istituzione di una “patente a punti” per tutte le aziende, che possa bloccare le attività di quelle che non rispettano le norme di sicurezza.
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