Nel Giardino delle Giuste e dei Giusti gli alberi intitolati agli aiutanti dell’umanità
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Catania - C’è l’albero dedicato a Rita Atria e c’è quello per Piersanti Mattarella, c’è l’ulivo intitolato a Ilaria Alpi e ci sono i due melograni, dalle radici ormai intrecciate, intitolati a Elena e Giuseppe Fava. Sono solo alcuni degli alberi destinati a crescere nutrendosi della cura delle ragazze e dei ragazzi delle scuole e della memoria delle “persone” cui sono dedicati. Sono le piante del progetto Un Giardino delle Giuste e dei Giusti in ogni scuola, organizzato dalla Fnism-Catania, la Federazione Nazionale Insegnanti della Scuola.
Un progetto nato dal basso, nel 2015, grazie all’intraprendenza di un’insegnante e attivista catanese, Pina Arena, ora presidente della Fnism-Catania, e ispirato dalle suggestioni legate a due progetti cui stava lavorando al liceo Vaccarini di Catania, dove insegna lettere. «Eravamo coinvolti in un progetto sulla Sostenibilità ambientale e un altro sulla Parità di genere», dice Pina, che soprattutto rispetto alla seconda tematica è ormai un punto di riferimento in città grazie ai tanti progetti e le iniziative.
LA NASCITA DEL PROGETTO DEL GIARDINO DELLE GIUSTE E DEI GIUSTI IN OGNI SCUOLA
«Nell’ambito di questi progetti sulla parità – spiega –, un momento sempre importante è quello dedicato alla memoria delle donne e soprattutto al vissuto spesso cancellato. Avevamo cominciato a creare a scuola, nel centro della città, un piccolo angolo verde con l’idea di dedicare alberi alle donne che la storia aveva obliato. Nove anni fa non parlavamo ancora di “giuste” ma di valorose o grandi madri, insomma di tutte le donne a cui dobbiamo riconoscenza. E l’idea cresceva sempre, alimentata dalla connessione virtuosa tra alberi che danno frutti e donne che creano, nonché dai i concetti di cura, dono, ritorno, ciclicità».
Sin dall’inizio il progetto Un Giardino delle Giuste e dei Giusti in ogni scuola s’ispira al Giardino dei Giusti tra le nazioni creato nel 1960 presso il museo Yad Vashem di Gerusalemme, dove ai Giusti che nel mondo si sono opposti ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi viene dedicata la piantumazione di alberi, poiché tale pratica nella tradizione ebraica indica il desiderio di ricordo eterno per una persona cara e di valore. «Man mano quindi, mentre cresceva l’idea di pensare al giardino delle Giuste, abbiamo pensato di mettere insieme le Giuste e Giusti, perché la centratura sul femminile non deve escludere il maschile», aggiunge Pina.
Da un’idea semplice – “piccolina”, come ama definirla la sua ideatrice – il progetto è diventato sempre più grande e ogni anno sono decine le scuole che piantano alberi con tanto di targa e alimentano il proprio Giardino delle Giuste e dei Giusti. Da Lampedusa a Siracusa, da Costanza a Stoccolma, passando per tante scuole e piazze siciliane, con epicentro ovviamente a Catania, come ad esempio nella scuola Italo Calvino. «All’inizio del percorso mi sono imbattuta per caso in Gariwo, onlus di Milano che con l’acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide lavora dal 1999 per far conoscere i Giusti», sottolinea.
«Ho scritto loro, che appunto si occupano di creare Giardini dei Giusti in tutto il mondo, raccontando la peculiarità del nostro progetto, ovvero che si tratta di giardini che promuovono anche la parità di genere e che nascono dentro le scuole, e abbiamo cominciato a collaborare». Oggi il progetto continua a crescere e si avvia verso il decennale. Nel tempo si sono aggiunti a sostegno le Associazioni UDI-Catania, AEDE –Svezia, Fildis-Catania e Orione per l’Ambiente, il gruppo Le Siciliane e la Fondazione Giuseppe Fava.
Quel che resta un punto fermo è la promozione tra le e i giovani della cultura della parità e della “memoria riconoscente”, valorizzando e facendo emergere le storie e il contributo offerto dalle donne giuste e dagli uomini giusti alla costruzione di un mondo di libertà, pace, uguaglianza, giustizia e inclusione, sorellanza e fratellanza. «Proponiamo percorsi didattici dedicati alla ricerca storica e alla memoria delle donne e degli uomini che hanno operato per il bene dell’umanità».
«Quel che è importante – continua Pina Arena –, ancora prima di arrivare alla piantumazione e intitolazione dell’albero, è la scoperta di queste donne e uomini non più viventi, che si sono distinti per il loro impegno, anche a rischio della propria incolumità, sia per la salvezza di persone oggetto di oppressione, persecuzioni e di discriminazione, sia per la loro lotta e denuncia di soprusi e ingiustizie, in difesa di un alto ideale di dignità umana».
IL PROGETTO UNISCE CENTINAIA DI SCUOLE IN ITALIA
Oggi il progetto, che con la sua proposta di cittadinanza attiva e agita, può essere accolto tra i percorsi di educazione civica negli ambiti della parità di genere e della sostenibilità ambientale di ogni scuola, si arricchisce sempre di più anche dell’importanza degli alberi per la salvezza della Terra e comincia ad accogliere anche il filone delle e dei viventi. «Abbiamo pensato che non si debba per forza aspettare la morte di una persona per riconoscerne il valore e indicarla come “aiutante” dell’umanità».
Partecipare al progetto è semplicissimo. Per aderire basta rivolgersi alla professoressa Pina Arena scrivendo al suo indirizzo e-mail. Il progetto è diviso in due fasi: nella prima la classe, gruppo di lavoro o singolo soggetto proporranno almeno due nomi, di una Giusta e di un Giusto, e in loro memoria si pianterà un albero nel giardino o nel cortile della scuola o in una piazza, giardino o area verde limitrofa che verrà adottata dalla scuola.
La metà degli alberi piantumati dovrà sempre essere dedicata alle giuste e le scuole che hanno già aderito alle precedenti annualità potranno sia aggiungere alberi da intitolare nel loro Giardino delle Giuse e dei Giusti già innestato, sia trovare nuovi spazi di memoria in aree limitrofe alla scuola. C’è anche una seconda fase facoltativa che riguarda maggiormente la creatività, con tanto di opere artistiche o di scrittura creativa o ancora video ma sempre ispirati alla storia delle Giuste e dei Giusti a cui sono dedicati gli alberi.
«E ogni anno – conclude Pina – ad aprile organizziamo una bella giornata di condivisione in cui premiamo le scuole e alimentiamo la rete tra studentesse, studenti e insegnanti di ogni istituto che ha aderito al progetto. Un progetto semplice, come mi piace dire, ma che contribuisce a mantenere viva la memoria di coloro che si sono distinti nell’impegno per il Bene comune».
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