Seguici su:
Cesena, Emilia-Romagna - Per molti di noi le piante, le erbe officinali e selvatiche, restano ancora un universo sconosciuto e forse per questo poco considerato. A prima vista appaiono immobili, inerti e simili tra loro eppure, come dimostra anche la scienza, il mondo vegetale è molto più evoluto di come lo immaginiamo. Sono tanti gli studiosi, da botanici a psicologi, filosofi e antropologi che animano – per fortuna! – questa nuova prospettiva, che si discosta da una visione più antropocentrica, per dare spazio e risalto all’intelligenza del mondo vegetale e alle numerose proprietà delle piante che possono essere di aiuto anche nella nostra quotidianità.
Per scoprire il sapere antico delle piante e il loro meraviglioso contributo per il nostro benessere, da giovedì 25 a domenica 28 aprile, sarà possibile presso il Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza imparare a conoscere la flora spontanea, le erbe officinali e i loro utilizzi culinari ed erboristici sotto la guida di Giulia Sama e Annalisa Malerba. Grazie a un approccio vario e complementare, sarà possibile guardare alle piante che ci circondano con occhi diversi, riconoscerle correttamente, utilizzarle come cibo, dai piatti più semplici ad una cucina stellata, ma anche per la cura del nostro corpo. Giornate in cui si imparerà alternando teoria e pratica.
Osservazione, riconoscimento, disidratazione, fermentazione, erboristeria, fitoalimurgia sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati durante il corso “Erbe selvatiche ed officinali: riconoscimento, salute, cucina”, un percorso di consapevolezza e ri-connessione, per nutrire uno scambio tra uomo e natura. «La situazione sanitaria degli ultimi anni ci ha parecchio indebolito. Siamo chiamati a fare degli atti di prevenzione e a riappropriarci di uno stile di vita sano. Conoscere le piante e i loro benefici può essere molto utile in tal senso e non solo», commenta Giulia Sama, naturopata, erbana, custode della Fattoria dell’Autosufficienza.
«Molte di quelle che impareremo a conoscere – continua Giulia – sono piante sinantropiche, ovvero compaiono a seguito dell’intervento dell’uomo. Si trovano ovunque, da nord a sud, alcune sono universali, come l’ortica, la piantaggine, il tarassaco, la cicoria selvatica, l’amaranto selvatico, il farinaccio. Oltre ad avere una quantità elevata di sali minerali, portano anche una biodiversità in tavola aiutando il nostro intestino e quindi il nostro sistema immunitario a stare meglio e a reagire».
Un primo approccio per cominciare a comunicare con le erbe officinali e selvatiche è osservare il territorio intorno a noi – le piante infatti sono bioindicatori, quelle che chiamiamo “erbacce” non sono solo degli esseri eccezionali per vigore ed adattabilità, ma possono anche essere usate come strumenti utili nella comprensione del suolo e dell’ecosistema di cui sono parte – e riconoscerle non solo con la vista, ma anche con il tatto, l’olfatto e, solo quando si è più pratici, anche assaggiandole.
Con Giulia si sperimenterà l’uso delle piante nella fitoterapia e nella cosmetica, attraverso la produzione di oleoliti utili per la cura di piccoli disequilibri quotidiani e la cura del corpo al livello estetico e cosmetico. È importante avere coscienza di cosa è possibile autoprodurre in casa. Con Annalisa Malerba invece verrà approfondita la parte legata alla fitoalimurgia, alla fermentazione, alla disidratazione e alle altre tecniche usate in cucina, oltre a trattare un po’ di etnobotanica, di come le erbe officinali hanno forgiato l’uomo e viceversa e il riconoscimento botanico delle piante spontanee per imparare anche le precauzione necessarie.
«Da vent’anni mi occupo di formazione in ambito professionale più che divulgativo per gli chef. Erbe spontanee e cibi fermentati saranno alcuni dei temi trattati. I corsisti, dopo aver conosciuto le piante nel loro ambiente, metteranno le mani in pasta nelle varie sessioni laboratoriali previste. Saranno invitati a trasformare le piante, declinarle nei piatti della nostra quotidianità. Andranno via con un bagaglio di conoscenza che permetterà loro di cominciare a mettere in pratica quanto appreso», sottolinea Annalisa Malerba, chef, docente di cucina vegetale e ideatrice del progetto Gorgascura fermenti e flora.
Che aggiunge: «È un corso consigliato a tutti, a chi possiede delle informazioni botaniche e a chi è già chef. All’interno del gruppo le varie competenze permetteranno di osservare da più angolazioni il mondo delle erbe officinali e selvatiche. Siamo tutti chiamati a prenderci cura di noi stessi, della nostra salute che non è da intendersi solo come assenza di malattia – lo dice anche l’Oms – ma un equilibrio da costruire giorno per giorno».
Se ami sperimentare nuovi alimenti in cucina e nuove possibilità di autoproduzione per la salute e la cura della tua persona, vuoi imparare a prenderti cura attraverso cibi poco trasformati, cerchi un approccio pratico a una materia sconfinata come la fitoalimurgia, vuoi approfondire le tue conoscenze sulle piante tossiche e più in generale sui rischi collegati alla raccolta e vuoi produrre straordinari cibi e bevande fermentati partendo da fiori e bacche, questo è il corso giusto.
Svolgere gli incontri negli spazi della Fattoria dell’Autosufficienza è un valore aggiunto, permette infatti di studiare e sperimentare le erbe officinali e selvatiche direttamente sul campo, in un luogo magico, le informazioni apprese durante il corso. Osservando la natura è possibile conoscere un nuovo mondo, sta a noi decidere di aprirci per scoprire, raccogliere e riportare in uso le piante.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento