Come si fa una comunità energetica (per davvero): ne parliamo con Gianluca Ruggieri – Meme! #47
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Milano, Lombardia - Abbiamo incontrato e intervistato spesso Gianluca Ruggieri in questi anni. ènostra, di cui è cofondatore, è una delle realtà a noi più care e i temi che Gianluca affronta sono sempre per noi di grande interesse: efficienza energetica, energie rinnovabili, produzione diffusa dell’energia stessa, CER – Comunità Energetiche Rinnovabili. Già, comunità energetiche. Ultimamente si parla moltissimo di questo tema, in seguito all’approvazione degli ultimi decreti. Ed ecco salire tutti sul “carro” del vincitore. Un carro che va a energia rinnovabile ovviamente.
C’è chi però di questi temi parla da anni, ne scrive, li propone, le costruisce e le divulga. Tra questi, appunto, ènostra e anche – nel nostro piccolo – Italia che Cambia che lo scorso anno, prima del battage di questi mesi, ha realizzato un dossier dedicato proprio alle CER. Pochi giorni fa, comunque, ho incontrato Gianluca a Fa’ la cosa giusta! e non potevo non fermarlo per intervistarlo sul suo nuovo/vecchio libro: Come si fa una comunità energetica (per davvero!), un testo scritto in realtà a molte mani, alcune delle quali visibili e altre meno. L’editore è Altraeconomia. Ora interrompete un attimo la lettura di questo articolo e guardate – se volete – la video-intervista realizzata con Ezio Maisto.
COME SI FA UNA COMUNITÀ ENERGETICA (PER DAVVERO)
Non posso non partire dal titolo del libro. Mi chiedo e gli chiedo come mai questo “per davvero” Il mio lato malizioso pensa che sia in riferimento alle tante speculazioni di questo ultimo periodo intorno al tema che “va di moda”. E invece no. Gianluca mi spiega che il titolo deriva dal fatto che questo testo era stato scritto in parte poco prima del Covid ed era già uscito, con un altro titolo. Ma nel 2020 mancavano le regole, mancavano i decreti e quindi molte cose erano ancora “là da venire”. «In quella prima edizione – mi spiega Gianluca – raccontavamo come si mettono insieme le persone per parlare di energia e realizzare progetti collettivi».
«Adesso che finalmente le regole le abbiamo tutte, dopo quattro anni di sistema provvisorio, possiamo parlarne per davvero!», prosegue. «Nel frattempo con ènostra abbiamo comunque lavorato alla costituzione di alcune CER di prima generazione, quelle che si potevano fare con le regole che c’erano fino adesso, in Sardegna, Puglia e Lombardia. Ora siamo inondati di richieste e partiranno moltissimi progetti».
MENTRE IN ITALIA CI DIVIDIAMO SU TUTTO, LE CER UNISCONO
Oggi il tema energetico è divisivo. Un po’ per interessi economici, un po’ per ignoranza, un po’ per la nostra atavica capacità di dividerci su tutto. Ed ecco che la transizione ecologica che sembrava qualcosa di condiviso da tutti è tornata al centro di dibattiti spesso sterili su auto elettriche, allevamenti intensivi e altri temi fondamentali. Per fortuna però le CER piacciono a tutti, destra e sinistra. «Dopo due anni di crisi energetica pesante, abbiamo finalmente uno strumento che cerca di dare una risposta sia alle esigenze “climatiche” di lungo termine che a quelle economiche e di bolletta di breve termine».
Chiariamoci subito: «Se fai una CER non smetti di pagare la bolletta, ma hai indubbiamente dei benefici. Perché piace a tutti? Una serie di fattori circostanziali fa sì che molti partiti le vedano parte della propria identità: i Cinque Stelle le sentono un po’ una loro creatura, essendo state fortemente volute dall’allora deputato europeo Dario Tamburrano; i partiti di destra, sovranisti o localisti, le vedono funzionali al tema dell’autosufficienza e del localismo, del “padroni a casa nostra; la galassia ecologista vede gli impatti climatici e ambientali e la sinistra né evidenzia i possibili benefici sociali».
Storie e strumenti utili per le energie rinnovabili |
Inoltre, mi spiega Gianluca, «le comunità energetiche rinnovabili coinvolgono le persone e hanno una ricaduta diretta sulle comunità locali, qualcosa di opposto al modello energetico classico, che prevede che qualcuno da fuori investa e “porti via” i benefici di una determinata infrastruttura».
I VANTAGGI DI UNA COMUNITÀ ENERGETICA RINNOVABILE
Persino la norma in questo ambito è affascinante. Mi spiega infatti Gianluca che la normativa afferma che chi realizza una CER non deve essere mosso dal profitto come prima motivazione ma deve perseguire benefici economici sociali e ambientali su scala territoriale con ricadute positive sui progetti territoriali. Ogni CER potrà declinare queste ricadute in modi diversi.
Il beneficio economico – come anticipato – c’è ma non è enorme: siamo nell’ordine dei 150 euro l’anno per utenza domestica anche se si può arrivare anche a un terzo della bolletta. C’è poi chi è più attento ai benefici sociali: ci sono CER che rinunciano a tutti gli incentivi alimentando così un piccolo tesoretto utile a offrire dei servizi sociali o di altro tipo al territorio su cui si incide.
Inoltre, «partecipare a una CER innesta un aumento della consapevolezza delle persone rispetto ai propri usi energetici, alla propria impronta ecologica in senso ampio spingendo le persone nel tempo a distinguere i consumi inevitabili da quelli che possiamo considerare evitabili». Chi fosse interessato alla costituzione di una CER può andare sul sito di ènostra e “spulciare” la sezione dedicata, compilando eventualmente un modulo per essere poi contattato e avviare la collaborazione.
Prima di salutare Gianluca gli chiedo, visto il contesto in cui ci troviamo, quale sia la “cosa giusta” che possiamo fare ora, mentre leggiamo questo articolo: «Dobbiamo smettere di dare le cose per scontato e riprenderci un po’ di responsabilità rispetto alle cose che facciamo, riprenderci un po’ di potere, ma anche di “sbattimento”. Costruire un percorso di consapevolezza con altri è fondamentale».
Per saperne di più leggi anche il nostro approfondimento sui costi energetici e ascolta la puntata di A tu per tu con Gianluca Ruggieri.
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