Alice Pomiato, alias aliceful: “La partecipazione sociale è la cosa più sostenibile che ci sia”
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La prima volta che abbiamo conosciuto Alice Pomiato – aliceful, per chi la segue su Instagram – è stato tre anni fa, mentre il suo percorso di vita fatto di peregrinazioni in giro per l’Italia e per il mondo e di scelte anticonformiste, consapevoli ed ecologiche l’aveva portata in Sicilia. I nostri cammini si sono incrociati diverse volte da allora. Oggi Alice è un punto di riferimento per chi si occupa di sostenibilità e alterna riflessioni sistemiche a consigli pratici che aiutano chiunque voglia vivere una quotidianità a basso impatto ecologico e ad alta consapevolezza.
Quali sono a tuo avviso le resistenze maggiori che si incontrano nel modificare il proprio stile di vita e le scelte di consumo per essere più etici e sostenibili?
In primis, purtroppo noi siamo il risultato di anni e anni di povera o inesistente educazione civica, ambientale, alla sostenibilità, al bene comune. Quindi partiamo dal fatto che come persone non siamo state educate abbastanza su queste tematiche e di conseguenza non abbiamo gli strumenti personali e collettivi per affrontarle a dovere. Quindi spesso è tutto nuovo e controcorrente, richiede tempo per essere capito, provato, messo in pratica. Le persone trovano l’avere uno stile di vita (più) sostenibile qualcosa di difficile, complesso, costoso, si sentono sole nel portare avanti un cambiamento e questo le fa sentire isolate e scoraggiate. Per questo bisogna parlarne, organizzarci, renderle semplici, accessibili, normalizzarle a più livelli.
Puoi suggerire qualche consiglio molto pratico e quotidiano per ciascuno di questi ambiti utile a diminuire il nostro impatto?
Alimentazione: Mangiare il più vegetale possibile e rifornirsi da coltivatori responsabili che preservano l’agrobiodiversità e rispettano la stagionalità – anche se non so quanto ancora potremo parlare di stagionalità con i cambiamenti climatici… Come si trovano questi coltivatori? Geolocalizzatevi su Google Maps e scrivete “azienda agricola”, “azienda agricola bio”, “bio”, “vendita diretta”, “mercato contadino”, vedete chi c’è attorno a voi e contattatelo. Supportate direttamente queste persone.
Gestione del denaro: Se la decisione più responsabile che puoi prendere come consumatore consapevole è decidere come e dove spendere i tuoi soldi, allora sarà naturale scegliere di avere conto in banca, investimenti, obbligazioni in una Banca Etica. In Italia ne abbiamo solo una, difficile sbagliare! I soldi ben usati cambiano il mondo.
Rapporto con gli altri animali: Vivere il mondo togliendoci questo ego antropocentrico. Non gira tutto intorno a noi e le altre specie non sono qui per servirci e a nostra disposizione. Rispettare il resto del vivente e non cercare ogni scusa buona per legittimare quello che ancora facciamo loro – soprattutto se giustificato dalle parole “etico”, “bio”, “piccolo”, “sostenibile” – perché sono tutti termini che non fanno nessuna differenza per gli animali stessi.
Spostamenti: Ovunque possiamo, facciamoci delle gran belle camminate, biciclettate, usiamo i mezzi pubblici. Riscopriamo il turismo lento dei cammini religiosi, la bellezza dei trekking nella natura, dei borghi, delle zone interne, degli alberghi diffusi e molto altro.
Consumi energetici: Fare attenzione a come la nostra casa produce energia, valutare di fare degli investimenti per l’efficientamento energetico, pensare di affidarsi ad una cooperativa che crea e distribuisce energia rinnovabile – come ènostra – o creare una comunità energetica locale.
Cosa direbbe Alice Pomiato a una persona che non ha alcuna sensibilità rispetto all’impatto ambientale e sociale delle sue scelte di consumo per sensibilizzarla e spingerla, magari a piccoli passi, verso uno stile di vita più consapevole?
Questa è durissima. Non si può forzare le persone che non vogliono capire e non vogliono fare. Posso arrivare alle persone che sono pronte ad accogliere messaggi e mettersi in gioco, ma non posso fare i miracoli con chi non vuole ascoltare. Anzi, spesso la trovo una perdita di tempo ed energie. Molte persone vanno in sovraccarico a sforzarsi di arrivare agli “inarrivabili”, ma non credo sia mio compito o quello di nessun altra persona. Agiamo dove il terreno è fertile. Avete presente quel detto “cura il giardino e le farfalle arriveranno”? Spero sia così.
Una delle obiezioni più comuni quando si parla di “prodotti sostenibili” – dal biologico allo sfuso, dal locale all’artigianale – è che costano troppo. È vero? In questa valutazione si tiene conto dei costi occulti?
È parzialmente vero. Dovrebbe farci pensare a come questo mondo funziona al contrario. Comprare cose prodotte più sostenibilmente a livello ambientale e sociale dovrebbe essere la scelta più spinta e accessibile e invece è proprio il contrario. Il modo per risparmiare però esiste sotto tanti punti di vista: comprare meno ma meglio, scegliere e supportare ove possibile artigiani, artisti, coltivatori responsabili vicino a casa, comprare cose pensate per durare, autoprodurre, condividere, scambiare. Più che i meri oggetti in sé, anche le azioni e le scelte dietro a questi creano circoli virtuosi che fanno la sostenibilità delle buone pratiche.
Ti viene in mente qualche ambito a cui raramente si pensa – al contrario di altri ampiamente dibattuti, come l’alimentazione, l’abbigliamento o la cosmesi – che però ha un impatto forte dal punto di vista ecologico e al tempo stesso lascia spazio a comportamenti virtuosi per limitare tale impatto?
La partecipazione sociale. La cosa più sostenibile che possiamo fare è smetterla di pensarci principalmente come persone che consumano e immaginarci come cittadinanza attiva. Essere meno individui, meno individualistici e partecipare, creare movimenti dal basso nei nostri quartieri, città, territori, comunità. Abbracciare le cause che più sentiamo importanti, urgenti o vicine e portarle avanti con tante altre persone. È così che si portano avanti grandi cambiamenti, solo insieme. La forza sta nei numeri, non nei singoli disgregati e senza obiettivi comuni.
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