Alberi monumentali, in Sicilia sono 311 i tesori vegetali da tutelare
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Dal castagno dei Cento Cavalli a Sant’Alfio in provincia di Catania al Ficus di Villa Garibaldi di Palermo, passando per la sughera di Niscemi in provincia di Caltanissetta e il carrubo di Cammaratina in provincia di Ragusa. Gli alberi monumentali sono i tesori di un museo a cielo aperto che raccontano la storia del luogo in cui sono sopravvissuti superando intemperie, incendi e persino “avidità” umana. Un patrimonio di beni da tutelare non solo per il valore naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, ma anche per l’opportunità di sviluppo turistico ed educativo che rappresentano.
In Sicilia oggi – secondo l’ultimo aggiornamento del 25 settembre 2023 – sono 311 gli alberi monumentali iscritti nell’elenco regionale istituito ad hoc. Ma come fa una pianta a essere riconosciuta come albero monumentale? Quali sono gli iter da seguire e com’è messa la Sicilia con la tutela di questi patriarchi vegetali? Proprio vent’anni fa infatti, la Regione Siciliana, in collaborazione con il Dipartimento di Botanica dell’Università degli Studi di Palermo, avviò la prima campagna di censimento degli alberi monumentali forestali e coltivati. Il risultato dell’indagine condotta fu pubblicato nel volume I Grandi Alberi di Sicilia.
L’ELENCO REGIONALE SICILIANO DEGLI ALBERI MONUMENTALI
Quasi dieci anni dopo, nel 2013, con l’approvazione della Legge nazionale 14/01/2013 n.10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” e il relativo Decreto attuativo del 23/10/2014 “Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento”, anche in Sicilia arrivano le norme per una definizione univoca dell’albero monumentale. La legge infatti ha anche istituito l’elenco degli alberi monumentali d’Italia stabilendo una sanzione amministrativa in caso di abbattimento o danneggiamento di questi importanti alberi.
Ma come entra un albero nell’elenco delle piante monumentali? Cosa possono fare i cittadini per salvaguardarle e cosa prevede la legge per la tutela o quali sanzioni per chi li danneggia? «La segnalazione per la candidatura di un albero monumentale può essere fatta da cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti, direttamente al Comune nel cui territorio si trova l’albero», spiega Salvatore Vinciguerra, dottore forestale che, come volontario, si occupa da sempre di scovare questi tesori e segnalarli ai Comuni o di aiutare i cittadini proprio ad avviare la pratica.
«A seguito della segnalazione – continua – , il Comune procede al censimento dell’albero utilizzando l’apposita “Scheda di identificazione albero o formazione vegetale monumentale” prevista dal decreto interministeriale e avvia gli adempimenti di competenza. In particolare, i Comuni redigono una proposta di elenco comunale degli alberi monumentali corredata dalle schede di identificazione e provvedono a inviarla al Servizio 5 del Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana».
Dopo questo passaggio, l’iter prosegue fino all’organo statale. «Acquisita la verifica dei parametri di monumentalità da parte dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste competente per territorio, il Servizio 5 provvede entro 30 giorni all’iscrizione nell’elenco regionale degli alberi censiti. L’elenco regionale a quel punto confluisce in quello nazionale nel rispetto delle procedure previste dal MIPAAF».
ALBERI MONUMENTALI, MINACCIATI DA INCENDI E TAGLI DI RAPINA
Purtroppo le tempistiche non sono sempre molto celeri. «Se le persone avessero rispetto per gli alberi questa lungaggine, di fatto, potrebbe non essere un grande rischio», dice Salvatore Vinciguerra, che proprio qualche settimana fa durante un sopralluogo nel Bosco di Ciancio, in provincia di Catania, per poter segnalare alcuni esemplari, ha fatto la triste scoperta di alcune di queste splendide piante, che non erano ancora state segnalate, abbattute.
«Il problema – continua – è che la Sicilia e i suoi boschi continuano a essere preda di tagli di rapina. Ricordo infatti che ogni intervento in un’area boschiva del demanio deve sempre essere autorizzato dall’ente di riferimento per cui, quando ci troviamo di fronte a uno scempio come quello che abbiamo visto noi, di certo non si tratta di tagli o di gestione legale».
«Purtroppo – conclude – mi capita spesso di assistere a questi scempi e si tratta di abbattimenti e danneggiamenti che, nel caso fossero identificati i responsabili, comporterebbero non solo una sanzione pecuniaria ma anche guai penali. Sanzionare e punire in modo esemplare chi compie questi atti farebbe comprendere che non si scherza con la sopravvivenza di questi tesori già messi a rischio dai continui incendi durante le nostre estati». A luglio dello scorso anno infatti la Regione è stata devastata dagli incendi.
In ogni caso, ad oggi l’Elenco regionale siciliano comprende 311 esemplari di alberi monumentali, distribuiti nel territorio di 71 Comuni, di questi 76 ricadono in ambito urbano. La provincia con più alberi censiti è quella di Palermo (133), seguita da Catania (54) e Agrigento (37). Alberi protetti per la cui cura vanno seguite le indicazioni delle Linee guida per gli interventi di cura e salvaguardia degli Alberi Monumentali sul sito istituzionale del MIPAAF.
«Si tratta – conclude Salvatore Vinciguerra – di un documento rivolto soprattutto ai proprietari/gestori dei grandi alberi, ma anche alle imprese specializzate addette alla loro cura, che è stato redatto proprio per divulgare buone pratiche di gestione e fornire un riferimento preciso sui procedimenti relativi agli interventi di manutenzione. Più si conoscono le leggi, più è possibile diffondere l’importanza della tutela di questi tesori».
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