4 Apr 2024

Come va l’agricoltura in Sardegna? Ecco una fotografia scattata da chi lavora “sul campo”

Scritto da: Helis Blog

Proseguiamo la nostra collaborazione con gli attivisti indipendentisti di Helis Blog, che questo mese propongono un'intervista di Franciscu Pala ad Alberto Di Felice. Imprenditore agricolo e consulente aziendale, Di Felice sostiene la cooperazione tra piccoli imprenditori nel settore dell'agricoltura e dell'allevamento su modelli internazionali, adottando sistemi di produzione foraggera sostenibili e sintonizzati con il nostro contesto ambientale.

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Gli imprenditori agricoli, in Sardegna e in Europa, fanno i conti con cambiamenti e situazioni sempre più articolate e complesse che presuppongono un ripensamento delle prassi verso quella che potremmo definire fattoria del futuro. La nuova Politica Agricola Comune europea si prefigge di garantire il futuro dell’agricoltura, in connessione con il Green Deal, e obbliga a un doveroso aggiornamento per restare al passo con le innovazioni.

Ne parliamo con Alberto Di Felice, imprenditore agricolo e consulente aziendale, secondo il quale «il settore sente fortemente il problema del mercato unico europeo perché il tessuto socio-economico e la morfologia del territorio non consentono di competere sui prezzi. In questo senso è doveroso adottare politiche agricole di cooperazione e valorizzazione delle specificità locali».

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FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DAL BASSO

Sul territorio sardo si stanno organizzando piccole dinamiche di base che mirano alla creazione di un circuito culturale dell’agroalimentare fatto di eventi, corsi di formazione e convegni che hanno come punto focale la divulgazione in agricoltura e zootecnia. «In particolare – spiega Alberto – si mira all’organizzazione di eventi sullo stato dell’arte dell’agricoltura, per la valorizzazione dei prodotti, la compartecipazione e la creazione di microcircuiti di promozione di filiere e linee di produzione».

Nell’ottica di garantire una produzione sintonizzata con la sostenibilità ambientale ed economica, la missione è quella di assicurare la qualità dei foraggi, la conoscenza dei sistemi delle nuove tecnologie, il ricambio delle semenze e la scelta di nuove coltivazioni alternative a quelle tradizionali.

IL TERRITORIO VISTO IN OTTICA GLOBALE

Alberto Di Felice vive e lavora ai piedi del Montiferru, nell’Alto Campidano, tra Milis e Bauladu. È un giovane imprenditore agricolo che ha fondato Ruminàntzia Plus, con cui si occupa di consulenza gestionale e finanziaria per le aziende zootecniche di piccoli e grandi ruminanti. È specializzato nel miglioramento delle catene di foraggiamento. Collabora con tecnici, docenti universitari e centri di ricerca per analizzare gli indicatori economici, gli standard di sostenibilità ambientale e di salute animale per offrire nuove opportunità agli imprenditori agricoli, assisterli nella programmazione delle attività e negli investimenti a lungo termine.

Si mira alla valorizzazione dei prodotti, alla compartecipazione e alla creazione di microcircuiti

«Nell’ottica della diversificazione delle produzioni e della collaborazione tra piccole realtà, i progetti di Ruminàntzia tengono sempre ben presente le peculiarità dei nostri territori e i loro microclimi. Senza dimenticare che tutti gli studi convergono sul fatto che la scelta di allevamenti non intensivi porta al miglioramento della qualità di vita e della longevità degli animali, aspetto che chiude il cerchio della scelta qualitativa consentendo anche un vantaggio economico per gli imprenditori che riescono ad ammortizzare nel tempo gli investimenti».

FARE IMPRESA NELL’ALTO CAMPIDANO

L’azienda agricola di Alberto Di Felice si estende su circa 100 ettari, vende foraggi di alta qualità e dal 2013 alleva capre murciane da stalla. «La gestione degli animali è completamente informatizzata e gestita secondo modelli matematici precisi», spiega Alberto. «Produciamo foraggi di altissima qualità che consentono di abbattere i costi di acquisto dei mangimi, usiamo foraggi ad alta digeribilità ottenuti studiando i tempi dei tagli anticipati e l’utilizzo delle più avanzate tecniche di conservazione in balle fasciate».

«Facciamo ricerca anche sui fieni secchi che vengono tagliati prima della fase di fioritura per garantire un alto apporto nutrizionale. Il fattore imprescindibile del nostro allevamento è il benessere degli animali: alimentazione di qualità, lettiere sempre sanificate, utilizzo di spazzole, di ventole per l’areazione e una densità di capi molto bassa. Inoltre, in termini gestionali, diamo importanza all’analisi dei dati che gli animali ci forniscono».

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INNOVAZIONE NELL’AGRICOLTURA

Recentemente gli agricoltori e gli allevatori del territorio hanno elaborato un progetto di innovazione nelle coltivazioni locali in collaborazione con Agris – l’agenzia regionale sarda per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica nei settori dell’agricoltura, agroindustriale e forestale – la cui missione è favorire lo sviluppo rurale sostenibile, tutelare e valorizzare le biodiversità. Il progetto propone la coltivazione della Sulla, una pianta erbacea foraggera, che cresce spontanea nel bacino del Mediterraneo e che ha notevoli proprietà nutritive. Questa pianta consente di aumentare la redditività delle aziende agricole e garantisce in modo sostenibile la biodiversità dei territori.

Per Di Felice, «la Sulla è tra le più importanti piante per la foraggicoltura grazie ad alta produttività e persistenza. In alcune aree dell’Isola cresce spontanea e rappresenta la base del sistema foraggero delle aziende ovine da latte. Queste stesse aree sono rinomate per l’allevamento di arieti riconosciuti come miglioratori della razza sarda da latte. Un latte di qualità e quantitativamente degno di nota. Con il progetto Sem4Sar cerchiamo di creare la filiera della Sulla da seme per il miglioramento dei pascoli delle zone interne dell’Isola, mirando alla qualità con l’utilizzo della fasciatura dei foraggi per una conservazione ottimale, con essenze che si adattano a tagli frequenti e a poter entrare in campo grazie a tecniche di agricoltura conservativa».

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Fiore e foglie di sulla
COOPERAZIONE TERRITORIALE

Di Felice scommette sull’affermazione del concetto di cooperazione tra piccoli imprenditori agricoli locali, dinamica che spesso è di difficile realizzazione, ma che rappresenta la soluzione ideale in varie parti del mondo, quindi anche per territori come quello sardo. È stato tra i promotori dell’Associazione Allevatori Bauladesi, una realtà preziosa «risultato della coesione della comunità. L’unione fa la forza, grazie all’impegno e ad un lungo lavoro siamo riusciti a mettere assieme varie realtà dell’agricoltura e dell’allevamento che hanno la volontà di operare all’insegna dell’innovazione».

Una delle prime iniziative è stata quella della creazione di un gruppo d’acquisto delle sementi che ne ha consentito l’abbattimento del prezzo. L’associazione, che mette assieme allevatori ovini, caprini e bovini, «consente il miglioramento collettivo della conoscenze e delle competenze. La cooperazione e la coesione dei gruppi porta all’innovazione e al superamento dell’agricoltura e della zootecnia tradizionale, trasformando i singoli in pionieri di sperimentazioni agronomiche e rinnovando la stessa mentalità».

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AGRICOLTURA, ECOSOSTENIBILITÀ ED ESEMPI INTERNAZIONALI

Nella sua attività Alberto Di Felice pone come punto di partenza il «non sottovalutare l’ecosostenibilità dei progetti. Grazie a scelte opportune e a pianificazione pluriennale è possibile garantire un ridotto impatto ambientale: minori passaggi di lavorazione del suolo consentono l’arricchimento della terra, minore inquinamento e notevoli risparmi economici per l’allevatore che potrà vedersi garantite produzioni agricole senza alcun intervento meccanico. Con la scelta di colture miglioratrici del terreno, con la sapiente alternanza tra leguminose e cereali e con l’apporto di sostanza organica possono essere sostituiti i concimi chimici ottenendo un minor impatto ambientale».

In poche parole, sintetizza Alberto Di Felice, «le aziende zootecniche dei nostri territori hanno bisogno di migliorare la gestione veterinaria di base, alimentare correttamente gli animali e creare il proprio business plan. Le esperienze in tutta Europa ci insegnano che al giorno d’oggi bisogna centralizzare le produzioni dei micro territori e valorizzarle in filiere controllate. I margini di guadagno sono sempre più risicati ma l’unica scelta saggia è quella di ottenere una redditività aziendale inscindibilmente legata alla sostenibilità ambientale».

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