Valentina Armani e il ponte fra animali e umani, dalla zooantropologia alla spiritualità
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Da quando sono piccolo “mi occupo” degli animali – degli altri animali, perché lo siamo anche noi, non mi stancherò mai di ripeterlo. Anzi, diciamola tutta. Da quando sono piccolo, gli animali si occupano di me. Sia quelli umani che i quadrupedi, in particolare, lupetti, cani, gatti. E sempre da quando sono piccolo mi occupo di spiritualità, ricerca, “misteri”, “saperi altri”. I miei genitori infatti sono due grandi studiosi di queste discipline e non è un caso se poi crescendo ho co-ideato con mia madre l’Eterno Ulisse e poi ho sviluppato con mio padre un podcast che affronta questi temi, Padre Mio.
Eppure raramente – fino a pochi mesi fa – avevo unito queste mie due grandi passioni: gli animali e l’anima. Ultimamente, prima con Alessandra Monti e poi con Andrea Contri, ho cominciato a sperimentare le tante sinergie che questi due mondi propongono e sono quindi felice di trovarmi oggi qui, nella tripla veste di giornalista, educatore cinofilo e studioso di saperi “altri”, a presentarvi Valentina Armani, educatrice cinofila anche lei, operatrice in Onoterapia, Operatrice di Interventi Assistiti dagli animali e tante altre cose che potete approfondire cliccando qui.
Oggi Valentina Armani ha creato una Scuola di Formazione per Facilitatori Sistemici per Persone e Animali, il progetto Nagual e Animali un ponte tra animali e umani, tra visibile e invisibile. Di questo importante progetto parleremo nei prossimi giorni in un articolo dedicato. Oggi invece preferisco soffermarmi sul raccontarvi chi è e cosa fa Valentina.
DALLE IMMAGINI AI SIMBOLI
Cominciamo dall’inizio o quasi. Valentina alle superiori ha studiato grafica pubblicitaria. Racconta: «Ho imparato come l’anima lavori e comunichi con noi attraverso le immagini e quel percorso mi ha aiutato a leggere la comunicazione tra i simboli e quello che l’immagine. Poi ho deciso di proseguire gli studi prima in psicologia e poi in scienze dell’educazione, ho dato tutti gli esami di indirizzo e mi sono fermata. Cercavo saperi concreti e non riuscivo a trovare la mia strada. All’epoca sentivo la frustrazione di non aver completato un percorso, oggi vivo la bellezza dell’aver preso quello che mi serviva da questi studi per poi poter proseguire su altro».
Valentina Armani mi appare, dalla nostra chiacchierata e da ciò che leggo e so di lei, fuori dagli schemi. Per scelta. Non è facilmente descrivibile perché non è facilmente inquadrabile e non è facilmente inquadrabile perché si muove in quei famosi “saperi altri”, che poi “altro” non sono che saperi profondi, autentici, spesso non razionali e talvolta non razionalizzabili. Non del tutto almeno.
I PRIMI PASSI CON GLI ANIMALI
«Nel frattempo – continua Valentina Armani – ho iniziato a lavorare con i bambini nella scuola, dando supporto a quelli con difficoltà di apprendimento, cercando di aiutarli a superare i loro ostacoli nel lavoro scolastico, spingendoli a farcela da soli e trovando un canale di accesso tutto personale. Mi piaceva l’idea di coinvolgere gli animali nella scuola, sapendo quanto avevano dato a me. Ho quindi iniziato il percorso legato agli animali con un primo corso di pet therapy e di zooantropologia didattica».
L’approccio sistemico nella relazione con il cane |
Il primo impatto con la pet therapy è stato pessimo. «Mi sono detta: “Questo non lo farò mai”. Riconoscerlo mi ha permesso di trovare altre modalità come quella della zooantropologia e di trovare nuovi approcci che prevedessero interventi assistiti dagli animali, con una modalità più rispettosa. Poi è arrivata Kuma, la mia prima cagnolina… avevo già vissuto con altri cani, ma erano scelti da papà. Le difficoltà seguite al suo ingresso in famiglia mi hanno portato a seguire un percorso da educatrice cinofila».
BAMBINI E ANIMALI, MONDI VICINI
Lavorando con Kuma e con altri cani con un approccio fondato sulla zooantropologia e parallelamente con i bambini, Valentina si rende conto che gli elementi in comune sono davvero molti. In entrambi i casi infatti, più che con il soggetto portatore della “problematica” si lavora con il contesto e si interviene sul piano relazionale. Decide quindi di proseguire il percorso cinofilo e diventa istruttrice esperta in problematiche comportamentali con Siua nel 2010. Nello stesso periodo segue il corso di onoterapia – terapia applicata con la collaborazione degli asini – e in seguito fonda la sua associazione.
Valentina Armani ha anche lavorato come guida al parco Natura Viva e conduceva le scolaresche alla scoperta degli animali: «Mi piaceva portare il contributo di ogni animale, le sue caratteristiche tipologiche di specie, creando curiosità e voglia di capire. In questo periodo ho anche avuto modo di imparare tanto io. In particolare, lavorando a contatto con animali selvatici ho compreso come ogni animale abbia le sue caratteristiche e possa diventare, in modi diversi, nostro alleato nell’aiutarci a portare attenzione su parti diverse di noi».
E CHE C’ENTRANO LE TRADIZIONI DEI “POPOLI NATIVI”?
«Sono sempre stata affascinata dalle tradizioni dei nativi, fin dal tempo degli scout». La sua associazione infatti si chiama Nagual. Racconta Valentina Armani: «All’epoca non avevo molta conoscenza tecnica, storica, antropologica, ma il nome nagual è arrivato nella ricerca di una simbologia toltemica. Mi colpì la descrizione del legame che si instaura tra la persone a l’animale fin dalla nascita della persona. Secondo questa tradizione infatti la nascita del bambino coincideva con il passaggio dello spirito di un animale che diventava una sorta di suo angelo custode per tutta la sua vita».
L’approfondire l’attività cinofila inoltre ha portato Valentina a mettersi in discussione. «Non riuscivo ad accettare quelle situazioni in cui si arriva a vedere come unica possibilità per il cane il ricorso agli psicofarmaci. Certo, spesso si fa parallelamente un lavoro di recupero del cane stesso, ma difficilmente vedevo una riabilitazione totale. Volevo superare un limite che capivo essere mio come professionista e non dell’animale. Non riuscivo a comprendere quale fosse il messaggio».
Anche grazie ai fondamenti della zooantropologia e di altri approcci vicini al suo sentire, Valentina comincia quindi a prendere più confidenza con il mondo sottile, energetico e con la dimensione sistemica della relazione. Si rende presto conto di come ogni comportamento, ogni sintomo fisico del corpo si manifesti per portare un messaggio e che una volta compreso il messaggio in questione spesso le problematiche vanno a risolversi completamente.
All’animale basta che noi prendiamo consapevolezza di tale messaggio e ci mettiamo in cammino, anche se magari ci vuole tempo per portare trasformazione una situazione che stiamo vivendo. «Quello degli animali è un vero e proprio movimento di amore incondizionato nei nostri confronti. In ogni comportamento c’è sempre un movimento di amore, anche nell’aggressività, o nel “distruggere case” o creare altre difficoltà quando si esce in passeggiata».
Chiedo a Valentina Armani come evitare che questo lavoro con gli animali diventi una nuova forma di antropocentrismo. «Mi lego molto alle tradizioni dei nativi proprio per questo», risponde. «L’essere umano, come ogni animale, ha un ruolo in questa terra che è essere “custode”. Se ognuno si prende la responsabilità sulla propria vita riuscirà poi a essere armonico col tutto. Gli animali possono darci la direzione e aiutarci a ricordare come essere al meglio custodi nel nostro ruolo».
IL LAVORO DI VALENTINA ARMANI TRA UMANI E ALTRI ANIMALI
Oggi il lavoro di Valentina si muove su un doppio binario, che spesso si interseca. Propone infatti attività dirette al benessere dell’animale – spesso lavorando sul contesto familiare – e attività rivolte espressamente agli umani. Nel suo percorso di ricerca e osservazione – che è infinito e caratterizzato costantemente da nuove intuizioni e immagini – sentiva che era importante trasmettere quello che aveva visto e riconosciuto anche ad altre persone creando una scuola che potesse formare sull’ascolto profondo dei messaggi degli animali e scoprendo come questa modalità permettesse di aiutare qualsiasi animale, non solo il cane o l’asino.
«Il facilitatore – conclude Valentina – si occupa di aiutare anche la persona che non ha un animale ma che sceglie di avere un supporto attraverso gli animali guida, che sono sempre nostri alleati». Per saperne di più rimanete sintonizzati. Nei prossimi giorni pubblicheremo un nuovo articolo che ci porterà a scoprire la Scuola di Formazione Olistica Sistemica. Nel frattempo potete visitare il sito ufficiale di Valentina Armani. Buon viaggio!
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