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Cesena, Emilia-Romagna - Ho sempre ammirato – e un po’ invidiato – le persone lineari, che nascono e crescono già conoscendo il loro sogno, il percorso che vorranno intraprendere nella vita e lì investono tutte le energie e il tempo a disposizione con un focus preciso e sicuro. Ho imparato nel tempo a comprendere però quanto le “non sicurezze” arricchiscano, permettano al nostro cammino lavorativo e personale di essere più ricco e sorprendente di quanto avessimo mai potuto immaginare.
La storia di Stefano Berlini ne è la conferma. Lo conosco e intervisto durante il ritiro di digiuno cosciente presso la Fattoria dell’Autosufficienza – di cui vi ho parlato qui – e ne rimango colpita: la sua preparazione nel campo della nutrizione e della salute in generale è completa e spazia da nozioni scientifiche all’avanguardia a informazioni su scuole di pensiero più olistiche. Ad avermi colpito in particolare è stato l’approccio sicuro e al tempo stesso umile con cui mette a disposizione le sue conoscenze, riuscendo a trasmettere un sano ed equilibrato modo di vivere la propria salute, con nozioni approfondite e argomentate, ma mantenendo un punto di vista sempre ampio.
VI PRESENTO STEFANO BERLINI
Stefano inizia il suo percorso di studi molto giovane: «A 16 anni – mi racconta – ho ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide giovanile. Avevo notato che i dolori tendevano ad aumentare in alcune circostanze. Ho iniziato così a studiare come incidere sulla mia salute attraverso l’alimentazione. Passavo ore ad approfondire il tema e ho iniziato a capire quali alimenti esacerbavano e quali diminuivano il mio stato infiammatorio, come il glutine, le carni lavorate e i derivati animali». Gli studi poi prendono uno sbocco universitario: «Ho iniziato fisioterapia con grande passione per la materia, ma poi mi sono accorto che ciò che stavo studiando non rispondeva alle necessità di occuparmi di salute. Notavo all’interno del corso che seguivo una fragilità intellettuale drammatica».
GLI STUDI E L’APPROCCIO SCIENTIFICO
A quel punto Stefano valuta di lasciare, ma viene invitato dagli insegnanti a proseguire e affiancare al percorso di laurea studi aggiuntivi come quelli sulla terapia manuale e la nutraceutica. Ma non solo: negli anni Stefano ha studiato in India e Sri Lanka medicine più antiche, approfondendo la base della medicina ayurvedica e di quella macrobiotica attraverso gli insegnamenti di Ohsawa e affiancando ad esse formazioni sull’Ipnosi Rapida Medica e uno studio sistematico su Reich, Calligaris, Jung e Steiner.
Nel frattempo consegue una laurea in Fisioterapia e si specializza in Manipolazione Fasciale per le disfunzioni viscerali secondo il metodo di Luigi Stecco. «Ho valutato di prendere dei titoli specialistici, ma ogni qual volta mi trovavo a confrontarmi con persone formate nel settore della nutrizione, non riuscivano a rispondere e spiegare elementi di cui stavo facendo esperienza diretta e avevano informazioni assolutamente frammentarie. Quindi ho deciso di scartare gli studi sia di biologo nutrizionista che di scienze degli alimenti e di abbracciare un percorso didattico di letteratura scientifica nuda e cruda».
Stefano Berlini infatti mi racconta di come nel suo percorso abbia avuto la fortuna di «essere affiancato da persone devote al metodo scientifico, ma nel senso più nobile e spirituale del termine, ovvero il non appoggiarsi mai su nessuna certezza, incorporando le conoscenze più coerenti con ciò che già si conosce». Da allora Stefano dedica ogni giorno almeno due o tre ore allo studio, consapevole dei limiti che oggi la ricerca scientifica possiede.
«Mi capita di imbattermi in ricerche pubblicate a distanza di tempo in contrasto tra loro e in quelle occasioni la credibilità della scienza vacilla, perché dovrebbe essere una scienza se non esatta, quasi esatta, cioè avvicinarsi alla verità la maggior parte delle volte». Come è possibile dunque che ciò accada? Secondo il parere di Stefano la causa è da ricercarsi nella nostra preparazione: non siamo alfabetizzati in termini scientifici. Ovvero bisognerebbe padroneggiare la ricerca scientifica attraverso una disciplina personale di ricerca quotidiana e con una preparazione mirata, e le fonti sono fondamentali.
Ma come fa un fisioterapista ad avere le basi per comprendere e approfondire ricerche su un tema come quello dell’alimentazione? La risposta è sincera e diretta: «Penso di essere stato particolarmente fortunato in questa vita. Buona parte delle mie attitudini e miei talenti riguardano le interazioni con le persone. Ho goduto di una serie di legami di fiducia e di una quantità di incontri straordinari, che mi hanno fatto godere di una serie di opportunità non da poco».
«Da un punto di vista empirico l’esempio della nutrizione è molto semplice. Io ho “solo” studiato centinaia di testi e un migliaio di articoli, che è comunque più della preparazione universitaria, se vuoi, dal punto di vista contenutistico, ma non ha eguale valore. Ho la fortuna di aver avuto, tramite la fisioterapia, la possibilità di toccare migliaia di corpi e di possedere una buona capacità di ascolto. Ho conosciuto da vicino in questi anni più di 3000 pazienti e li ho osservati per tre anni: un’esperienza che pochissimi studiosi della materia possiedono. Ciò mi ha permesso di studiare sui testi, ma anche trovare riscontro di ciò che leggevo e comprendere connessioni».
LA SALUTE BENE COLLETTIVO
Secondo la visione di Stefano Berlini il nostro corpo ha necessità oggigiorno di essere guidato, in quanto l’intelligenza che prima possedeva è stata inquinata: «Non credo che il corpo sappia fare tutto, come molte scuole sostengono. Il nostro corpo si sa orientare in un bosco, con una dieta ordinata e con un buon riposo. Nel mondo moderno invece lo stress prende il controllo di gran parte delle secrezioni ormonali, il sonno è limitato e l’alimentazione non è equilibrata. Ma non solo: gli aspetti sono molti e complessi e possiamo dire di occuparci davvero della nostra salute solo se li teniamo tutti in considerazione».
Mi racconta così della sua visione di salute, che oltre ad abbracciare la responsabilità individuale fa un ulteriore passo avanti: «La nostra Costituzione è dotata dell’idea straordinaria del bene comune e credo che la salute rientri appieno tra questi beni. Mi spiego: la mia salute è parte di un bene complesso, dove ognuno di noi è una parte che gode della sommatoria di benessere e malessere causati da tutti, di azioni e non azioni», spiega Stefano Berlini.
Secondo infatti questa visione la salute è il risultato della somma delle nostre interazioni e delle nostre scelte, da come produciamo gli alimenti e i nostri abiti a come gestiamo i corsi d’acqua e i boschi, ma anche come scegliamo di spostarci per andare al lavoro. Ognuno di noi possiede quindi una responsabilità non solo individuale, ma anche collettiva nei confronti dell’intera popolazione.
CAMBIO DI MAREA
Da queste basi prende vita il progetto Cambio di Marea, che nasce da un gruppo di persone con l’intento condiviso di restituire il concetto di salute come bene comune e lo fa rivolgendosi e coinvolgendo intere comunità di grandezze diverse a seconda dei casi. Attraverso un percorso aperto a gruppi di persone appartenenti a territori diversi in tutta Italia vengono infatti organizzati incontri per affrontare temi legati al benessere con un approccio collettivo.
Durante questi incontri, preparati e scelti a seconda del territorio e delle esigenze specifiche, si divulgano informazioni scientifiche su argomenti come la salute del corpo fisico ed emotivo per produrre un cambiamento sistemico nelle comunità. Ma non solo: il percorso prevede diversi step, andando a lavorare sempre più in profondità della singola persona e delle interazioni con gli altri. I risultati analizzati a fine di ogni percorso in questi anni sono stati incredibili: riduzione delle prescrizioni di farmaci – concordati con i medici di base –, migliaia di chili di peso persi in totale e il raggiungimento di migliori equilibri emotivi e fisici.
«L’idea era proprio questa: accendere una scintilla che, per quanto piccola, fosse talmente buona, centrata e nutriente per l’umanità da avere la forza di innescare un cambiamento significativo. Abbiamo cominciato a ricevere richieste dagli ospedali, domande da alcune università e aziende che ci occupano di salute», conclude Stefano Berlini.
L’intervista è giunta al termine, avrei ancora molto da chiedere e approfondire con lui, ma il tempo a nostra disposizione è terminato. Ne esco con la mente piena ma soprattutto con il cuore ricolmo: non capita tutti i giorni di incontrare persone che dedicano il proprio tempo a interrogarsi, studiare e ricercare come migliorare la vita di altri esseri umani con una visione singola e al tempo stesso sistemica. Se volete incontrare Stefano Berlini e seguire le sue lezioni, lo potete fare nel prossimo appuntamento di Ritiro di Nutrizione Cosciente e agli altri incontri programmati a calendario. Buon cammino!
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