Carla e Francesco: “Il nostro Stardust* loft, uno spazio creativo dove si incontrano arte e talenti”
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Trapani - In una Sicilia che cambia, tra innovazione e prospettive, la fluidità delle forme e della sostanza rendono superficiale la definizione e la catalogazione di alcuni progetti multidisciplinari. Ecco perché andare a incasellare l’attività di Stardust* è davvero complicato. E lo è ancora di più perché Carla e Francesco, anima di questo spazio creativo e interdisciplinare, nato a in Spagna ma oggi di base a Marsala, sono due sorgenti di creatività, genio e talento difficili da contenere.
Ma andiamo con ordine, perché la storia di Stardust* è, essa stessa, un’amalgama di creatività e professionalità. Nata a Barcellona nel 2008, questa realtà è frutto dell’accostamento di competenze, arti e attività di Carla Athayde, fotografa, manager culturale ed esperta in turismo brasiliano-spagnolo, e Francesco Ducato architetto, artista ed educatore siciliano nato in Emilia. I due, dopo anni di esperienze in giro per il mondo – tra cui quella di Francesco da Bob Wilson a New York che li ha ispirati molto –, hanno messo insieme le loro vocazioni.
«Abbiamo deciso di realizzare qualcosa di nostro per lavorare sempre in una scala internazionale e in differenti campi dell’arte con la voglia di sviluppare uno studio non preoccupato di definirsi e non dedicato alla specializzazione, ma concentrato sulla costruzione di nuove realtà e in grado di instaurare relazioni», spiegano. È nato un progetto che, da subito, si è inserito nel campo delle arti contemporanee, dell’architettura, del design, del turismo e della comunicazione.
STARDUST, DA BARCELLONA A MARSALA UNO SPAZIO CREATIVO SEMPRE IN CERCA DI CONNESSIONI
«Consideriamo Stardust* – dicono – il risultato di un’intuizione e una fabbrica di intuizioni. Creatività e produzione lavorano insieme per realizzare progetti che vanno dall’architettura al design, passando per la comunicazione, fino alle arti visive, sceniche, cinematografiche, la musica e tanto altro». Ma se l’idea di uno spazio visionario e avanguardistico di creatività era già vivida alla sua nascita, 16 anni fa, è stato con l’approdo a Marsala che la storia di Stardust* ha assunto una connotazione ancora più inclusiva.
«Qui a Marsala – racconta Francesco –, dove da bambino venivo a trovare i miei nonni, c’era una splendida cantina di famiglia e quando l’università di Barcellona, dove lavoravo, mi offrì la possibilità di seguire un progetto sulla mia isola, dopo dieci anni da girovago per il mondo, pensai che fosse un’occasione unica». A quel punto comincia la ristrutturazione. «Abbiamo ristrutturato questo antico edificio costruito agli inizi del secolo scorso e quella che, quando ero bambino, era una vecchia cantina abbandonata, oggi è un loft totalmente ristrutturato e uno spazio creativo dove viviamo e dove prendono vita le nostre residenze e si attivano le connessioni tra artisti, arti e progetti».
Proprio nel loft infatti è stato realizzato il laboratorio della prima edizione di Ephemeral Arts Connection nel 2010, il workshop internazionale che è poi diventato un appuntamento annuale e che – senza alcun finanziamento pubblico – ha permesso di mettere in rete progetti e artisti dal mondo. «L’EAC è stata una bella espressione del nostro modo di intendere la visione globale di questioni e temi intorno all’arte contemporanea applicata alle risorse architettoniche e paesaggistiche nel dibattito artistico internazionale contemporaneo».
NELLO SPAZIO CREATIVO DI STARDUST SI INCONTRANO ARTISTI E PROGETTI INTERNAZIONALI
E proprio nell’ottica della connessione interdisciplinare, internazionale, interculturale, il loft di Stardust* è oggi un crocevia di progetti e una vera e propria fucina internazionale di idee. «Qui prendono forma progetti di architettura, design, comunicazione ma anche arti sceniche, street art, installazioni effimere – che in Sicilia si sviluppano sempre di più come nei progetti di Igor Scalisi Palminteri o la realtà di Farm Cultural Park – fino ad approdare alle produzioni cinematografiche e alle coreografie delle performance artistiche, jam session musicali e momenti di meditazione individuale e di gruppo, con un approccio etico anche all’alimentazione condivisa», sottolineano Carla e Francesco.
«Per noi – aggiungono – è uno spazio creativo che risponde a varie esigenze. Innanzitutto mostrare come dalla Sicilia e da luoghi come Marsala, dove la qualità della vita a ritmo più lento permette di godersi certi aspetti dell’esistenza, si possano comunque sviluppare progetti internazionali e visionari. Ma è anche un modo per attrarre qui investitori e interessi di chi cerca proprio quella qualità della vita e un rapporto più intimo con le tradizioni o con le proprie radici».
E con l’idea che l’oro di Sicilia, in fondo, sia proprio nella tradizione, nelle radici, nel silenzio e nella calma, i progetti di questo tipo si moltiplicano. «In questi anni – spiegano Carla e Francesco – abbiamo sperimentato tanti tipi di collaborazioni e meravigliose residenze, come quella con Mike Allen, regista americano che ha origini siciliane per parte di nonno materno e che è venuto qui da noi per la prima volta per girare parte di un film di viaggio a puntate, raccontando un’altra Sicilia senza usare mai la parola mafia e narrando di un’Isola fatta anche di gente che la ama e che follemente torna».
«Nel nostro spazio creativo – continuano – oggi vengono artisti da tutto il mondo che collaborano con artisti isolani, come nel caso di Anita Pomario, attrice co-protagonista del film Stranizza d’amuri di Beppe Fiorello che ha collaborato, appunto, con Mike e tutti noi per un cortometraggio girato interamente qui nel nostro loft. Siamo convinti che entrare in contatto con altri artisti dal mondo e condividere le proprie visioni e idee artistiche sia una scommessa vincente per il futuro».
«Le opportunità – concludono – qui sono costanti e crediamo che ci sia anche bisogno di accogliere questa massa di persone alla ricerca delle loro radici o della pace necessaria per creare e immaginare futuri possibili. Per questo la scelta di stare qui, di ristrutturare e rifunzionalizzare questo spazio storico della cantina, trasformandolo in uno spazio per l’arte e per il talento non solo siciliano ma in relazione con il talento internazionale si rivela davvero una grande opportunità».
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