13 Mar 2024

Con Se.Po.Pass. il futuro dei ragazzi si costruisce partendo dall’autostima

Scritto da: Claudia Moschetti

Dare ai giovani che hanno abbandonato la scuola le giuste cure e gli strumenti per affrontare il futuro professionale si può. Coinvolgendo tutor, assistenti sociali e le famiglie dei ragazzi, Se.Po.Pass. ha dimostrato che è possibile aiutarli a trovare loro stessi e la propria strada, riscoprendo nel mentre anche la voglia di imparare facendo.

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Campania - Dopo due anni di intensa attività, si è concluso il progetto Se.Po.Pass. per i giovani a rischio di abbandono scolastico. Il fenomeno, ancora assai frequente in Italia e in special modo nel Sud dello Stivale, ci posiziona dietro ad altri paesi europei per tasso di dispersione scolastica, che stando ai dati dell’ISTAT del 2022 coinvolge l’11,5% dei giovani italiani. Con Se.Po.Pass., progetto finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini e patrocinato dal Comune di Napoli insieme all’Associazione Quartieri Spagnoli Onlus, ragazzi che avevano interrotto il loro percorso scolastico hanno potuto intraprendere una nuova strada, ampliando gli orizzonti su tantissimi fronti e mettendosi alla prova nel mondo del lavoro con diversi tirocini.

UN PERCORSO PENSATO PER I GIOVANI NEET

Il percorso di formazione offerto da Se.Po.Pass ha permesso a 38 ragazzi NEET – acronimo di Not in Education, Employment or Training che indica le persone tra i 15 e i 29 anni che non sono né occupate né inserite in un percorso di istruzione o di formazione – provenienti da Napoli, Messina e Reggio Calabria, di formarsi per acquisire le competenze necessarie a svolgere un mestiere e costruire la propria autostima in modo da poter affrontare le sfide poste dal mondo del lavoro.

Se.Po.Pass.

«Avevamo l’obiettivo di aiutare questi ragazzi, che negli anni di scuole elementari e medie si sono biasimati, a formarsi grazie all’aiuto di alcune attività che collaborano con noi da anni», ha raccontato Giovanni Laino, vicepresidente nazionale dell’Associazione Quartieri Spagnoli Onlus. «E i ragazzi sono cresciuti bene. Alcuni sono già stati assunti». Il progetto naturalmente non è nato con l’intento di produrre lavoro, ma di insegnare a camminare con le proprie forze in preparazione ad esso. Le ore di formazione svolte sono servite sì ad alcuni degli studenti coinvolti per trovare un mestiere, ma hanno anche spronato altri a riprendere gli impegni scolastici.

GLI INGREDIENTI DEL SUCCESSO DI SE.PO.PASS.

Il percorso costruito dall’Associazione Quartieri Spagnoli Onlus ha permesso ai ragazzi di esplorare diversi ambiti professionali – dalla cucina al giardinaggio, dalla sartoria alla lavorazione della ceramica – per mettere a fuoco i loro talenti e le competenze passate inosservate, sviluppando nel contempo nuove abilità, prontamente certificate per inserirsi nel mondo del lavoro. In un tragitto biennale in cui “s’impara facendo”, Se.Po.Pass. ha fornito una seconda opportunità a molti studenti, creando sinergie e connessioni tra loro, tra le famiglie e gli altri enti che hanno supportato il progetto fin dalla sua nascita. 

Se.Po.Pass.

«Il progetto non si è basato soltanto su un solo modo di operare – ha dichiarato l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese – ma ha dato ai giovani la possibilità di mettersi alla prova, viaggiare, di conoscere la città, dando alla fine un risultato eccellente».

E i risultati si sono visti presto, tanto da far parlare di un futuro con orizzonti più ampi, con possibili manifestazioni di interesse da parte di enti commerciali disposti a formare giovani tirocinanti che si affacciano nel mondo del lavoro. «Questa potrebbe essere una risposta per l’occupazione nazionale, perché i numeri ci dicono che i posti di lavoro ci sono, ma non c’è il match», ha spiegato Luca Trapanese. «Non si riescono a incontrare offerte e possibilità e questo invece in Se.Po.Pas è stato fatto con successo».

I ragazzi sono cresciuti bene. Alcuni sono già stati assunti

L’approccio del progetto è stato senza dubbio innovativo, poiché si è distaccato dai metodi di insegnamento teorici, puntando invece alla pratica e permettendo così ai ragazzi, segnati dai metodi più tradizionali, di aprirsi alla formazione con un nuovo atteggiamento e una maggiore predisposizione e voglia di imparare.

Fondamentale per la riuscita è stata anche la figura dei tutor, che avevano l’arduo compito di decostruire le vecchie abitudini all’apprendimento, sollecitando il piacere dello studio, lavorando nel contempo sull’autostima dei ragazzi e sulle loro modalità di relazionarsi con gli altri. «Per molti è stato un percorso di crescita e socializzazione che ha portato a significativi cambiamenti in termini di frequenza, partecipazione e condivisione di azioni e di spazi», ha detto Marco Rossi Doria, insegnante e politico italiano. «Auspico che il progetto Se.Po.Pas. diventi un modello replicabile e adattabile in altri contesti, facendo diventare le metodologie innovative sperimentate ad altri enti e organizzazioni che si occupano di NEET».

Se.Po.Pass.
IL FUTURO NON SPAVENTA SE SI FA RETE

Trovare la propria strada oggigiorno è particolarmente difficile, basti pensare all’alto tasso di studenti che abbandonano le scuole superiori. Ma superare gli ostacoli e chiarire i dubbi è più facile se si ha una comunità a cui fare riferimento e su cui contare nei momenti di sconforto. Ecco perché il lavoro di Se.Po.Pass. è fondamentale per dare ai ragazzi la giusta sicurezza e la spinta necessaria a tirare fuori il meglio.

Che siano un memento le parole di Luca Trapanese: «I giovani hanno bisogno di essere curati, li vedo come dei nostri figli a cui garantire non solo sostegno nell’istruzione ma anche le esperienze pratiche che creano uno sbocco lavorativo». La speranza dunque è che mettendo in campo i tutor, gli assistenti sociali e nuovi fondi per questa tipologia di progetto si possano aiutare i giovani a trovare se stessi e la propria strada, riscoprendo nel mentre anche la voglia di imparare facendo.

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