18 Mar 2024

Le comunità energetiche di Napoli Est danno inizio alla rivoluzione ecologica in Campania

Scritto da: Claudia Moschetti

Le periferie del meridione stanno diventando sempre più protagoniste di una vera e propria rivoluzione ecologica grazie alla nascita di alcune comunità energetiche e solidali che promettono di contrastare la povertà e abbattere i costi - economici, sociali e ambientali - del consumo di energia.

Salva nei preferiti

Campania - In questi tempi di transizione ecologica e crisi energetica sempre più regioni italiane stanno puntando al raggiungimento di una produzione di energia senza sprechi e di un allontanamento dalle fonti fossili istituendo comunità energetiche. In Campania la prima comunità energetica solidale è nata nel 2021 a San Giovanni a Teduccio con un progetto promosso da Legambiente in partenariato con la Fondazione Famiglia di Maria e la Fondazione Con Il Sud.

Realizzato in attuazione del Decreto Milleproroghe 2020, che ha recepito la Direttiva 2001/2018 sulle comunità energetiche per progetti fino a 200 kW, il progetto coinvolge circa quaranta famiglie del quartiere di San Giovanni a Teduccio che condividono l’energia rinnovabile prodotta grazie a un impianto fotovoltaico di 53kW posto sul tetto della Fondazione Famiglia di Maria.

Comunità energetiche
FUNZIONI E COSTI DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE

Gli appartamenti limitrofi alla Fondazione, allacciati alla stessa cabina elettrica, ricevono l’energia prelevata dai dispositivi installati presso le abitazioni. L’energia viene considerata dal gestore dei servizi energetici come condivisa e pertanto è incentivata. L’impianto fotovoltaico installato sul tetto della Fondazione Famiglia di Maria – il cui costo è al 42% sostenuto con le detrazioni fiscali previste dal bonus ristrutturazioni – permette l’autonomia energetica di ogni casa, mentre l’immissione in rete dell’energia rimane a favore delle famiglie beneficiarie. 

Si stima che nell’arco di venticinque anni, corrispondenti alla durata della garanzia dei moduli fotovoltaici, il totale degli incentivi ricevuti, detratte le spese di gestione, ammonterà a più di 200mila euro, senza contare che il risparmio di energia elettrica consumata arriverebbe intorno ai 300mila euro. 

I territori coinvolti passeranno a un modello di consumo energetico decentrato, secondo cui i cittadini diventano prosumers

PERCHÉ PARTIRE DA NAPOLI EST

Il progetto è stato fin da subito di un’importanza rivoluzionaria date le condizioni di povertà energetica in cui versano ancora milioni di famiglie italiane. Con interventi mirati è infatti possibile ridurre i costi delle abitazioni, autoproducendo e condividendo energia e valorizzare il territorio proprio utilizzando con coscienza ecologica ciò che la comunità e l’ambiente hanno da offrire.

È stato un atto d’amore quello di costituire una comunità energetica nella periferia di Napoli, spesso ingiustamente associata alla noncuranza e al degrado, un atto d’amore che ha donato speranza alla comunità di San Giovanni a Teduccio e non solo, dimostrando che si può fare del bene per il quartiere ed è possibile educare alla cura dell’ambiente e delle risorse disponibili.

Comunità energetiche
LA RIVOLUZIONE ENERGETICA COMINCIA DALLE PERIFERIE

Il successo del progetto di San Giovanni a Teduccio ha aperto le porte a nuove installazioni da effettuare non solo nella periferia di Napoli, ma anche in altre regioni del meridione in cui il fenomeno della vulnerabilità economica e della difficoltà di accesso all’energia è particolarmente diffuso.

Fondazione Con Il Sud ha infatti deciso di finanziare con oltre 1,3 milioni di euro nove comunità energetiche e sociali nei quartieri Poggioreale, Barra, Ponticelli, San Giuseppe Vesuviano e nel rione beneventano Ferrovia in Campania; nella periferia di Messina e Regalbuto in Sicilia; nel rione Candelaro e a San Severo in Puglia; infine in Basilicata ad Anzi, nella provincia di Potenza.

Coinvolgendo 525 famiglie e circa 50 enti tra organizzazioni di volontariato, parrocchie, cooperative sociali e consorzi, imprese, istituti di ricerca, istituzioni locali, comuni e università, i territori coinvolti passeranno a un modello di consumo energetico decentrato, secondo cui i cittadini diventano prosumers, dunque non più consumatori passivi ma partecipanti attivi nel processo di produzione e gestione dei flussi energetici ed economici prodotti dalla comunità.

Comunità energetiche

Ciò implica ovviamente anche un certo grado di educazione di comunità ai nuovi modelli di sfruttamento delle risorse naturali e di responsabilizzazione dei membri coinvolti nel progetto tramite percorsi di sensibilizzazione e formazione pensati non solo per le nuove generazioni ma anche per gli adulti che sono poco avvezzi a certi tipi di consapevolezze e non conoscono fino in fondo il valore sociale, economico e ambientale legato all’utilizzo delle energie rinnovabili.

INSIEME CONTRO LA POVERTÀ ENERGETICA

Il progetto di Con Il Sud sarà cofinanziato dalla Fondazione Banco dell’Energia, che con un impegno di 300mila euro permetterà di costruire gli impianti di energia rinnovabile e di educare agli aspetti tecnici che riguardano gli impianti e il modello adottato per le comunità energetiche.

Una parte delle risorse disponibili sarà infatti destinata alle iniziative della cittadinanza attiva, per sensibilizzare alla sostenibilità, al risparmio energetico e al consumo critico, ma anche alla rigenerazione territoriale; al potenziamento delle iniziative socio-assistenziali e dei legami di comunità. Fare rete resta sempre uno degli step fondamentali per solidificare un progetto di tale portata nel lungo tempo.

Clicca qui per leggere il nostro approfondimento sulle comunità energetiche.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Speculazione energetica, bocciato il progetto di mega-centrale di Uta: vincono ambiente e archeologia
Speculazione energetica, bocciato il progetto di mega-centrale di Uta: vincono ambiente e archeologia

Speculazione energetica: perché i mega-impianti non sono “solo un problema estetico”
Speculazione energetica: perché i mega-impianti non sono “solo un problema estetico”

Servono spazi “laici” per parlare al tempo stesso di transizione energetica e tutela del territorio
Servono spazi “laici” per parlare al tempo stesso di transizione energetica e tutela del territorio

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(6) "napoli"