Al museo Poldi Pezzoli un percorso di podcast che rende le visite inclusive e innovative
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Milano, Lombardia - Il pregiudizio forse più diffuso sul mondo della cultura è quello che vede le istituzioni culturali tradizionali come luoghi chiusi che tendono a rivolgersi a un pubblico già interessato o competente; tuttavia – soprattutto negli ultimi anni – molte istituzioni stanno dimostrando il contrario. Un esempio virtuoso in tal senso è la Casa Museo Poldi Pezzoli di Milano, una casa museo situata nella centrale via Manzoni in cui sono conservate le opere d’arte collezionate dal conte Gian Giacomo Poldi.
La Casa Museo Poldi Pezzoli in verità non è mai stata un’istituzione chiusa, capace di comunicare esclusivamente a un pubblico di esperti. Tra i primi musei in Italia a immaginare un’attività educativa strutturata, il museo Poldi Pezzoli già nel 1974 offriva visite guidate, laboratori, percorsi specifici e pubblicazioni studiati per ogni tipo di pubblico, dalle scuole di ogni ordine e grado agli adulti.
Negli anni, il Poldi Pezzoli non ha mai smesso di sperimentare con progetti educativi e sociali sempre più ambiziosi. In questo quadro si colloca il progetto AscoltaMI, un audio-tour culturale del Circuito delle Case Museo di Milano, realizzato in collaborazione con l’impresa culturale creativa Aedo. Sperimentare culture e pensato per i nuovi cittadini e costruito per un livello di competenze linguistico-comunicative di livello italiano A2.
Il progetto AscoltaMI è nato circa un anno prima del lancio ufficiale nel marzo 2023, all’interno del più ampio progetto podcast Listen to MI che racconta la città Milano in un viaggio tra arte, design, letteratura, musica e moda. Finanziato da Fondazione Cariplo e in collaborazione con il Comune di Milano AscoltaMI è stato sviluppato in risposta a una richiesta di creare un programma di apprendimento della seconda lingua per i nuovi cittadini.
Il tour culturale diviso in sei puntate di podcast è stato progettato per accompagnare i partecipanti attraverso la città passando per quattro Case Museo Milanesi: Museo Poldi Pezzoli, Museo Bagatti Valsecchi, Casa Boschi di Stefano e Villa Necchi Campiglio. Oltre al podcast è stato creato un toolkit didattico per rafforzare le competenze linguistiche e lessicali attraverso attività di apprendimento.
Il target principale del progetto sono coloro che studiano italiano e hanno difficoltà nell’accesso alla cultura. «Molti dei partecipanti e visitatori non erano mai entrati in un museo prima e i feedback sono stati tanto positivi che molti di loro hanno richiesto di tornare», racconta Maddalena Camera, co-founder di Aedo. Il progetto ha coinvolto cooperative, CPIA – Centri provinciali per l’istruzione degli adulti – e docenti di italiano, nonché gruppi di ragazzi e ragazze con un livello di lingua italiana A2.
«La collaborazione con Aedo e con le altre case museo è stata vincente. Il Museo Poldi Pezzoli ha condiviso per la prima volta un progetto di accessibilità con altre Case Museo, aprendosi a un settore nuovo», racconta Stefania Rossi, responsabile promozione e progetti di inclusione sociale del Museo Poldi Pezzoli. La creazione di un circuito che connette le diverse Case Museo ha contribuito a fornire un’esperienza più integrata e completa, superando l’approccio isolato di molte istituzioni culturali.
«L’integrazione è arrivata da tutte le parti, i ragazzi hanno contribuito al museo tanto quanto il museo ha contribuito a loro. L’obiettivo è replicare il progetto in futuro. L’obiettivo è coinvolgere ulteriori istituti e realtà, rendendo parte attiva anche i genitori dei ragazzi partecipanti», continua la responsabile dei progetti educativi del Poldi Pezzoli.
Il percorso dei podcast è stato progettato strategicamente, con tappe che includono la stazione centrale e le quattro case-museo. «Abbiamo cercato di capire quali fossero i lughi della città che queste persone già frequentano all’interno del perimetro delle case museo e da lì abbiamo costruito un tour a tappe partendo dalla stazione centrale, punto di arrivo e di partenza, per poi coinvolgere non solo le quattro case museo, ma anche luoghi familiari come parchi, bar e vie dello shopping» spiega la co-founder di Aedo.
La sfida principale è stata adattare il linguaggio culturale delle istituzioni alle competenze linguistiche degli apprendenti. Al contrario di molti approcci tradizionali che possono concentrarsi sulla grammatica e sulla conoscenza formale della lingua, AscoltaMI adotta un approccio globale focalizzato sulla lingua d’uso. Questa scelta rende l’apprendimento più pratico e funzionale, basato sulla comunicazione quotidiana e non sulla grammatica scolastica.
«Il lavoro di co-progettazione con Aedo è stato fondamentale. L’approccio linguistico semplificato è stato considerato il più adatto ad arricchire il vocabolario dei partecipanti. La sfida è stata rendere il contenuto culturale idoneo e attraente, garantendo che l’esperienza fosse comprensibile per chi aveva una conoscenza di base dell’italiano. L’approccio globale e scientifico è ora considerato la direzione giusta per il coinvolgimento di pubblici diversificati», spiega Stefania Rossi.
Ma tutta l’esperienza è il frutto di un piano di accessibilità che rende facili i contenuti culturali proprio perché interagiscono con storie tagliate sul contesto privato degli ascoltatori. Il Podcast è uno strumento digitale ormai affermato in grado di creare efficaci immersioni narrative. In questo caso però l’obiettivo non era appassionare al racconto ma spingere le persone a rivalutare le Case Museo, luoghi di una memoria estranea, come possibili spazi di apprendimento quotidiano e inclusione. Le tecnologie digitali servono qui a creare una relazione con un ambiente culturale ben inserito nel traffico umano della città che si vuole percepire come spazio unico di vita e interazione.
Le narrazioni, volutamente semplici nelle espressioni e nella grammatica, non sono né audioguide né lezioni, ma accompagnano l’interazione dell’ascoltatore con il museo e la città. Spesso la digitalizzazione della cultura si ferma alla riproduzione dei contenuti nell’ambiente digitale oppure ne prova una sorta di spettacolarizzazione. In AscoltaMI il piano è stato progettare il digitale come strumento di inclusione, ibridando la narrazione per integrare la diversità della vita quotidiana raccontata dalla casa museo e quella percepita dagli ascoltatori.
Il progetto è accessibile a tutti, indipendentemente dal livello di competenza tecnologica. Come spiega Maddalena Camera «rispetto ad altri progetti di Aedo non è il più sperimentale e innovativo dal punto di vista tecnologico, ma c’è una ragione: quando i musei lavorano con il digitale creano esperimenti interessanti e affascinanti, ma corrono il rischio di allontanare utenti che non padroneggiano quegli strumenti. L’obiettivo di AscoltaMI è creare uno strumento che non crei disagio e spaesamento, ma che avvicini le persone alla cultura e la cultura alle persone».
«Mettere tutti in condizione di poter accedere al patrimonio culturale e alle informazioni è il nostro lavoro». Su questo concordano sia Maddalena Camera e Stefania Rossi. AscoltaMI non è solo un progetto di apprendimento linguistico, è un’esperienza che abbraccia innovazione, diversità e inclusione. La sua capacità di adattarsi alle esigenze degli apprendenti, la sua connessione con le istituzioni culturali e il suo impegno per un’educazione senza barriere ne fanno un esempio nel panorama dell’apprendimento delle lingue e nell’apertura culturale.
Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.
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